L’Olimpia vola sul 2-0: il secondo atto replica le virtù del primo, ma ne corregge i vizi
Le scarpette rosse prendono il comando del match con facilità già nel primo quarto, conducono con serenità, personalità e intelligenza per tutti i 40′, fino a sfiorare anche un vantaggio sulle 30 lunghezze.
La squadra di Messina doma così per la seconda volta i reggiani, grazie ad un’ottima esecuzione offensiva e difensiva, e realizza un’importante dimostrazione di forza che la avvicina con decisione le semifinali.

Ripercorreremo quindi tutte le tematiche emerse dalla gara, terminata con il risultato di 91-65, nella consueta struttura per punti di Eurodevotion.
Milano, difesa e fantasia
E’ senza dubbio una partita quasi perfetta quella dei biancorossi in Gara 2 che, come sottolineato tanto da Messina quanto da Datome dopo il match, si è realizzata nel ripulire le sbavature della prima uscita della serie.
In attacco ci sono tante note positive, con una circolazione di palla che ha viaggiato spedita ancora una volta e ha registrato per la seconda volta una produzione superiore ai 90 punti. Le percentuali prodotte, di livello assoluto, recitano 64,5% da due e 43,3% da tre, sono state propiziate dai 23 assist di squadra e sono sintomo di un’importante armonia di manovra.



Tutti segnali di valore, considerando gli alti e bassi di Milano in stagione in quest’ambito, seppur Reggio non sia una difesa eccessivamente arcigna e il disavanzo di fisicità favorisca molti più vantaggi di quelli che saranno disponibili quando questo sarà riequilibrato.
Un altro interessante elemento emerso stasera è il ritorno della difesa alla consueta solidità, sia rispetto ad alcuni tratti di gara 1, che rispetto al finire della stagione in campo nazionale.
Prima di ieri sera, infatti, nelle ultime 11 gare giocate in Lba, in ben 7 di queste l’Olimpia aveva subito più di 80 punti. Statistica certamente poco abituale per l’Olimpia, se ci riferiamo alle caratteristiche fondanti dell’edizione delle scarpette rosse di quest’anno.
Questo periodo negativo ha infatti fatto perdere a Milano il primato nel defensive rating a beneficio della Virtus, ed ha tra le sue cause un particolare dato, secondo me determinante, ovvero il 4° posto per più alta percentuale da tre concessa agli avversari maturato in Serie A con le prove del finale di stagione. L’Olimpia era invece tra le migliori squadre nel limitare la riuscita avversaria dall’arco in Euroleague.



E’ per questo evidente che sia stato soltanto un periodo da mettersi alle spalle, con una normalizzazione che è evidentemente in atto già da ieri sera e che sarà chiave per arrivare al meglio nel rush finale.
Normalizzazione dunque, tecnica e d’organico, la parola d’ordine del momento Olimpia.
Reggio, la difesa non migliora e l’attacco cala
I ragazzi di Caja si sono dovuti arrendere ad una Milano che è scesa in campo con la volontà di dimostrarsi semplicemente più forte.
E, allora, chiaramente i reggiani potevano fare ben poco per opporsi all’Olimpia. Il tentativo di alzare i ritmi e sfruttare la transizione attuato in Gara 1, oggi è stato del tutto vano. Sia per una questione di energia fisica mancante, sia per la maggiore attenzione dei milanesi nell’impedire questa situazione.
Una grande vittoria della difesa meneghina è stata anche quella di tenere Cinciarini a soli 3 assist.
Il cervello della Unahotels, infatti, preso in cura da Shields, ha segnato si 19 punti – per altro con un 5/8 dall’arco che da un lato è sinonimo di grandi attributi, ma che dall’altro prodotto di un caso che il diretto interessato non ce ne voglia se definiamo piuttosto inaspettato e irripetibile – ma non è riuscito a mettere in ritmo squadra e compagni come di consueto.



Inoltre, Il cambio di marcia difensivo invocato nel pre-gara da Caja, che avrebbe dovuto essere passo avanti, non c’è stato.
E questo sia perchè Reggio non ha opposto grande resistenza di volontà e di energia sugli 1vs1, come auspicato dall’Artiglio, ma pure perchè i biancorossi possono schierare corpi che i reggiani difficilmente riescono a limitare e ieri li hanno anche serviti e sfruttati alla perferzione.
Ora sono spalle al muro, anche se non ho dubbi che, in casa, Reggio saprà dare battaglia e non lascerà nulla di intentato.
I protagonisti, tra eccellenze e riflessioni future
Le due barbe prima di tutti gli altri, Rodriguez e Datome, sono stati principali condottieri con rispettivamente 14 e 16 punti all’attivo. In seconda battuta, ottime prove del solito Shields e di un Bentil che, se riuscisse ad abbinare alla squassante fisicità e alla buona mano da fuori, costanza e presenza mentale, potrebbe diventare risorsa davvero preziosa.
E’ stata ancora una volta, però, la forza del gruppo ad emergere, in una partita in cui chiunque è sceso in campo ha messo almeno un canestro a referto.



Come andiamo però nella costruzione delle gerarchie per i playoff?
La prima risposta arrivata da queste due gare è che, in assenza di Delaney, Devon Hall è il secondo playmaker di questa squadra, con un quintetto che schiera Datome e Shields insieme per moltiplicare le possibilità di ricavare vantaggi offensivi. E’ una possibilità tattica che credo si potrà ripetere come in queste due partite a lungo termine.
La rotazione è invece composta dai 5 stranieri più affidabili e da Datome (cui si affiancherà Melli), più un coinvolgimento di Biligha, Ricci e Baldasso, determinato più che altro, almeno finora, dal livello di prontezza che dimostrano nella singola gara. Molto più defilato ad oggi Alvti, che è entrato però molto aggressivo nell’ultimo spezzone di gara dopo il N.E. di Gara 1.



Curioso infine il tema dell’ultimo straniero, ruolo per cui, come avevamo ipotizzato, pare star guadagnando credito Jerian Grant. Discreta prestazione la sua in gara 2 e qualità, difensive e di penetratore, oltre che di fiducia del coach, che lo privilegiano per questa posizione.
Photo credit: Olimpia Milano Twitter, olimpiamilano.com e Pallacanestro Reggiana Facebook
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