Lo Zalgiris è risorto, il cuore d’Europa è tornato a pulsare

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Dopo mesi drammatici di ricostruzione, lo Zalgiris Kaunas sta vivendo il suo miglior momento: quattro vittorie in cinque gare (comprese Real Madrid e Barcellona) e la riaccensione del vecchio spirito della culla del basket europeo.

Un mese fa, dopo la sconfitta casalinga con Milano, lo Zalgiris era 3-19. Ultimissimo in classifica, affossato da una lunga striscia di nove ko consecutivi. Il cuore cestistico d’Europa, ferito a morte, gridava in maniera straziante. La squadra non era mai andata così male. Eppure, in quella partita, si era mosso qualcosa.

La tempesta del covid era passata. Gli infortunati stavano rientrando. E lo Zalgiris, per la prima volta dopo tanti mesi, era in procinto di mostrare le sue vere qualità. Molto distanti da quel record inaccettabile anche per una squadra da lottery NBA. Figurarsi in Eurolega. Serviva una scintilla per riaccendere la fiamma. Puntualmente arrivata con quel floater di Lukas Lekavicius nel finale di partita a Monaco.

Oggi, lo Zalgiris cavalca il suo momento migliore della stagione. Quattro vittorie nelle ultime cinque partite. E che vittorie! Sgretolato il Real Madrid, tenuto alla miseria di 47 punti complessivi. Sgambettato il Barcellona capolista, con un quarto periodo da 35 punti. E l’ultimo posto in classifica è stato ceduto al Panathinaikos. La nuova graduatoria, stilata senza le tre russe, ha riacceso le speranze playoff di tante nuove protagoniste. Lo Zalgiris, con un record di 7-16, cinque partite ancora in calendario e quattro vittorie di ritardo dall’ottava piazza, è virtualmente eliminato. Ma chissà che cosa sarebbe successo se quella scintilla si fosse riaccesa anche soltanto un paio di settimane prima.

Joffrey Lauvergne contro Vincent Porier, Zalgiris Kaunas-Real Madrid

La difficile ricostruzione nel post Sarunas Jasikevicius

L’ombra ingombrante di Sarunas Jasikevicius, battuto, smontato e fatto a pezzi venerdì sera, sembra ormai sempre più sfumata all’orizzonte. La sua partenza è stata talmente dolorosa da aprire un vuoto di potere durato un anno e mezzo. Martin Schiller, con il suo gioco derivato dalla G-League, modernissimo e in contro-tendenza totale con le tradizioni della culla del basket europeo, è stato accantonato. Troppo rivoluzionario. Non poteva funzionare. E Jure Zdovc, tornato ad allenare in Eurolega dopo un iato di un decennio, ha avuto bisogno di diversi mesi per risistemare i pezzi del puzzle.

Ma oggi lo Zalgiris è finalmente tornato a giocare il suo basket. Travolgente a livello emotivo quando viene spinto dalla folla urlante della Zalgirio Arena, tornata a riempirsi al 100% dopo la serrata per covid. E tornato, soprattutto, a stuzzicare quel sentimento nazionalista sempre vivo, lanciato dal coro “Lietuva! Lietuva!” che riecheggia dagli spalti. Perché lo Zalgiris è la rappresentazione quotidiana dello spirito della nazionale e della nazione lituana. È qualcosa che va oltre il semplice livello sportivo. Soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo in queste settimane, segnate dal dramma del conflitto ucraino.

Lo Zalgiris Kaunas festeggia la vittoria sul Barcellona con la canotta gialloblù in sostegno della resistenza ucraina

Lo Zalgiris ha ritrovato il suo fuoco sacro interiore

Venerdì 11 marzo, lo Zalgiris ha festeggiato il giorno dell’Indipendenza lituana vestendo una canotta speciale gialloblù, in segno di sostegno alla resistenza ucraina. E ha schierato, per un momento di gara, un quintetto interamente lituano, capace di tener testa alla capolista. Come ai grandi vecchi tempi.

Nonostante la classifica ormai compromessa, lo Zalgiris sta vivendo un momento favoloso a livello mentale. Il messaggio è chiaro: “Non siamo questi, e non possiamo permetterci di chiudere la stagione in maniera anonima”. Non lo merita la tradizione lituana. Non lo meritano i 15.000 dipinti di biancoverde che ogni settimana riempiono la Zalgirio Arena. E non è un caso che siano proprio due lituani a incarnare lo spirito battagliero della squadra, due lituani che stanno giocando probabilmente il basket migliore della loro carriera.

Edgaras Ulanovas e Arturas Milaknis

Lukas Lekavicius ha coronato la resurrezione dello Zalgiris stravincendo il duello con Rokas Jokubaitis, l’enfant du pays travolto dalle emozioni al ritorno nella casa che fu sua per molti anni. E Edgaras Ulanovas sta finalmente esprimendo quel potenziale rimasto nel limbo per tantissimo tempo. Oggi, a trent’anni, tornato nel suo Zalgiris dopo aver fallito il salto di livello al Fenerbahçe nella scorsa stagione, gioca un basket all-around da vero leader e veterano.

Lo Zalgiris approccia ora una settimana cruciale. Un doppio impegno casalingo per testare la reale solidità della squadra e del progetto. Per dare continuità ai risultati dell’ultimo mese e assestare finalmente un calcio al ricordo opprimente degli anni d’oro di Sarunas Jasikevicius. Martedì arriva l’Olympiacos. Giovedì l’Anadolu Efes. Fino a poco tempo fa, avremmo pronosticato un 2 fisso calcistico. Ora, invece, sono le due big a tremare al pensiero di calcare il parquet della Zalgirio Arena.

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