La lavagnetta di ED #29: un uso del flare screen del Real

Andrea Ranieri
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Sicuramente l’Olimpia Milano, nella serata di domani, non troverà un Real Madrid al suo meglio, ma la lavagnetta di Eurodevotion – che oggi blatera di flare screen – ha il pregio di prepararsi a un grande match, che vedrà affrontarsi due delle tre principali candidate, insieme al Barcellona, ad alzare il trofeo di Eurolega a fine maggio. Con la nuova classifica, che sarà stilata una volta resa definitiva l’esclusione delle squadre russe, Devon Hall e compagni hanno una chance irripetibile di provare ad agganciare proprio i Blancos al secondo posto.

Una situazione di pressione quindi per il Real, che vive, anche in campionato, il momento più difficile della propria stagione sportiva, dopo un inizio da autentica corazzata. Addirittura, in Spagna si parla di un Pablo Laso a rischio esonero se i risultati non dovessero raddrizzarsi al più presto. A noi pare una bestemmia cestistica, ma tant’è. Disegnati i contorni della gara, è ora di entrare nel vivo e studiare questo particolare uso del flare screen in ambito di pick and roll. Il contributo è di BasketHead.

Come funziona: un uso del flare screen del Real

Un flare screen settato sul lato in visione del pick and roll

Oggi i nostri lettori saranno riempiti di definizioni. Quindi ne somministriamo immediatamente una prima, quella, ovviamente di flare screen. Si tratta di un blocco per un giocatore senza la palla molto particolare: il blocco non ha infatti lo scopo di indirizzare l’attaccante che lo sfrutta verso la palla, ma vuole fargli guadagnare spazio andando in allontanamento dalla stessa. È un tipo di blocco che si vede sempre più di frequente, in particolare per i tiratori.

Entriamo nel video. Nigel Williams-Goss palleggia sulla proiezione verticale dell’ala sinistra e serve Walter Tavares, che intanto si rende disponibile nella posizione di punta. Una volta ricevuta la palla, il lungo capoverdiano va a giocare un dribble handoff (un passaggio consegnato dal palleggio) con Sergio Llull, che arriva in corsa dalla posizione ibrida di ala-angolo (via di mezzo fra l’ala e l’angolo). Adam Hanga, intanto, libera lo spazio uscendo in angolo destro.

L’handoff, come sempre succede, diventa un pick and roll contro cui la difesa sceglie di contenere con il lungo e inseguire con il difensore del palleggiatore. Ovviamente la difficoltà per la difesa è che Llull arriva dinamicamente a giocare questa situazione, quindi andrebbe rallentato dal giocatore più vicino sul lato in visione (quello verso cui, per banalizzare, la palla si dirige mentre si gioca un pick and roll). Questo giocatore dovrebbe infatti effettuare uno stunt (un aiuto dal lato forte) per poi recuperare sul proprio uomo.

Tutto questo è però reso impossibile dal famoso utilizzo del flare screen. Guerschon Yabusele ne piazza infatti uno per Williams-Goss, che si allontana in angolo. La difesa è così impegnata e non può rallentare Llull; il lato cieco (quello da cui la palla si allontana durante il pick and roll) si addormenta e il risultato è una comoda schiacciata per Tavares.

Come si batte: un uso del flare screen del Real

Ai lettori non tecnici forse questo genere di aggiustamento potrà non sembrare nulla di straordinario. Eppure, difendere su una situazione di questo genere è dannatamente complesso e richiede scelte chiare, condivise e perseguite con la massima convinzione.

Cominciamo da un dato fondamentale: mentre la palla vola da Williams-Goss a Tavares, il difensore di Llull deve avere l’urgenza assoluta di adattare il proprio posizionamento difensivo e passare in anticipo rispetto al proprio attaccante. Con quei tempi è chiaramente difficile farlo in modo da negare proprio l’handoff al playmaker avversario, ma si può quantomeno impedirgli di prendere troppa velocità. E già questo ci aiuta.

Poi c’è l’handoff/pick and roll. È chiaro che il piano partita, contro Tavares, non può che essere quello di proteggere il pitturato. Ma qui dobbiamo considerare il fatto che siamo negli ultimi otto secondi dell’azione e quelle che sono le caratteristiche difensive milanesi. Quindi poche storie: cambiamo con attenzione a mettere subito il corpo tra Tavares e il canestro e a trasformare poi questa azione in un cambio a tre con quello che nel video è il difensore di Hanga, in modo da ridurre un po’ il mismatch e costringere il Real a ragionare.

E sul flare screen? Se non inseguiamo sul blocco non abbiamo necessità del sopracitato stunt. Dobbiamo però tener presente che ora chi sfrutta questo blocco può diventare bersaglio di una ricezione per tirare con spazio. Siamo sempre nei secondi finali dell’azione: cambiamo anche su questo.

È indubbio che ci siano rischi in queste nostre ipotesi e che il campo, rispetto a questa situazione di flare screen, possa dire tutt’altro. Noi non siamo altro che curiosi.

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