Frecciarossa Final Eight 2022 | Pesaro è biancorossa!

1 0
Read Time:4 Minute, 56 Second

L’Armani Exchange spezza il sogno della Bertram – che regge onorevolmente per tre quarti – e saluta Pesaro con l’ottava Coppa Italia della sua storia

Tortona infatti ci ha provato, ma è stata l’Olimpia a mantenere sempre il controllo nel punteggio, ha incassato i colpi del pugile piemontese e ha reagito nella volata finale verso il successo.

Si conclude così la grande cavalcata dei ragazzi terribili di Ramondino, tra gli applausi, mentre per l’Olimpia si tratta di un’affermazione importante e autorevole che sancisce quanto di buono fatto durante questa prima parte di stagione, oltre a dare continuità al successo dello scorso anno nella competizione.

La finale di questo emozionante weekend di Pesaro, conclusasi con il punteggio sin troppo severo di 78-61, la raccontiamo come al solito con nei tre punti d’analisi di Eurodevotion.

I quarti centrali di Tortona, apertura e chiusura dell’Olimpia

La partita segue una partizione che sommariamente potremmo definire in questi due spaccati, Tortona controlla i quarti centrali, mentre il primo e l’ultimo sono prerogativa dell’AX.

La folata iniziale di Milano imprime infatti un andamento preciso alla gara, l’Olimpia deve gestire, la Bertram tiene il fardello dell’inseguimento.

L’AX è spavalda in attacco, sfrutta bene i mismatch sotto canestro e si procura così una serie di ottimi tiri sul perimetro, che i tiratori perfezionano con regolarità ed efficacia. La difesa inibisce i piemontesi, che faticano a trovare ritmo e subiscono la maggiore consapevolezza e fluidità dei meneghini.

Il primo quarto recita 25-13. Un divario che sembrava aver segnato già inevitabilmente le sorti della gara, anche se già dalle ultime battute dei primi 10′, qualcosina nell’attacco biancorosso comincia a rallentare.

Tortona prende invece fiducia, se prima aveva sempre difficoltà nel ribaltare il lato dell’attacco, ora trova linfa nelle giocate dei suoi giocatori più pericolosi palla in mano, in particolare un ispiratissimo Macura, ma anche Mascolo e Filloy. Inoltre inizia a migliorare nettamente nel rendimento difensivo, riuscendo a tratti a ingolfare la manovra biancorossa, che si perde talvolta in palle perse abbastanza evitabili.

E’ dopo l’intervallo che i Leoni si fanno ancora più arrembanti, riuscendo a ovviare alle forche caudine della retroguardia di Messina con un cospicuo contributo derivante dai rimbalzi offensivi, che permettono di punire l’Olimpia e di erodere sempre di più il divario.

L’Olimpia vacilla, ma riesce sempre a tenere il timone dritto. Non trova più quella profondità offensiva che aveva permesso di giocare la palla sotto e riaprire per i tiratori, fatica contro la difesa ben organizzata di Ramondino, che schiera spesso zone miste di buon impatto. I ragazzi di Messina, nonostante tutto, sono sempre avanti nel punteggio.

La tempesta passa, le energie di Tortona calano e l’AX torna a farsi sentire con convinzione, per dilagare nell’ultimo quarto. Non appena ripristinato il vantaggio in doppia cifra, la gara è diritta nei binari biancorossi e la Coppa incanalata sulla strada verso Milano. La fisicità si fa sentire, Melli prende in mano la squadra, Datome segna la tripla della staffa.

E’ festa, Pesaro è biancorossa!

L’undicesimo trofeo dell’era Armani

L’immagine della serata è inevitabilmente l’urlo del capitano. Quel grido rabbioso che pare un throwback così emozionante a quello che aveva segnato così fortemente il tanto agognato primo trofeo sotto il regno di Re Giorgio sull’Olimpia.

Nik desiderava questa Coppa, come tanto aveva voluto quello scudetto del 2014. Da capitano, di nuovo protagonista nella città che lo aveva battezzato nel basket che conta, in un trofeo che non aveva mai vinto.

Per quello che conta, lui è il nostro MVP di questa finale.

Un trofeo che è un successo importante, che certifica ancora una volta l’impegno eccezionale della proprietà di Giorgio Armani e altresì l’effettivo peso della mentalità vincente che ha portato il corso Messina sotto la Madonnina.

Il presidente-coach ha tra l’altro conquistato la sua nona Coppa Italia in carriera, che porta l’Olimpia nella triade di squadre più vincenti nella competizione, completata da Treviso e Virtus. Squadre che ne devono rispettivamente tre e quattro al tecnico catanese. Ettore Messina, ancora una volta si conferma sinonimo di grandezza.

Questa vittoria è un’altra tappa importante in una stagione e in un percorso molto positivo per Milano, conseguita tra l’altro in assenza di quello che è forse il miglior giocatore della rosa, Shavon Shields. Tante volte in passato l’Olimpia aveva vacillato e aveva messo a nudo tutte le sue insicurezze nel format spietato delle Final Eight, oggi l’Armani Exchange dà un’ennesima dimostrazione di solidità.

Ora si deve far sì che questo trionfo sia reso fantastico preludio di successi ancora più di valore nel finale di stagione, le premesse ci sono tutte.

Tortona, Locura Macura e un cuore infinito

Giù il cappello per un’organizzazione che ha meravigliato tutti nella vetrina di Pesaro con una celestiale espressione di quanto vorremmo vedere esprimere da qualsiasi realtà del movimento cestistico italiano.

Parrebbe ripetitivo celebrare nuovamente l’impegno della società, la passione di un popolo, la competenza di un grande allenatore emergente, il talento di una rosa così ben assemblata e funzionale.

Se Milano non aveva Shields, Tortona mancava del suo playmaker titolare, Chris Wright, ed è riuscita a giocare delle Final Eight spettacolari, capitolando soltanto di fronte alla maestosità e all’esperienza delle scarpette rosse.

JP Macura a Pesaro - Eurodevotion

La Derthona è riuscita per una gran parte della gara a mettere magistralmente in difficoltà Milano, a incartarla e a spaventarla, grazie a valori tecnici messi in campo indiscutibili. E, ancora una volta, come in tutta la kermesse di Pesaro, si è messo in luce tutto lo straordinario valore di JP Macura.

Questa Coppa Italia ha infatti impresso nelle menti di tutte gli appassionati il volto del nativo di Lakeville, grazie all’incredibile peso specifico di ogni giocata realizzata. Una fiducia formidabile nel suo gioco, unita a una capacità di stupire la difesa con invenzioni fuori dal normale, anche nel servire i compagni, un personaggio che quasi supera il giocatore: sono tutte doti che dopo queste Final Eight nessuno potrà ignorare.

Chapeau, Leoni!

Photo credit: Olimpia Milano Flickr, derthonabasket.it

Happy
Happy
100 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Ramondino: "Ora noi abbiamo alzato l'asticella. Messina? Grande ammirazione"

Tortona si arrende allo strapotere dell’Olimpia Milano, ma esce a testa alta da finalista dalle Final Eight di Coppa Italia dopo aver disputato un torneo da capogiro. Al termine della partita Marco Ramondino ha fatto i complimenti agli avversari ed anche ai suoi giocatori per tutto quello che sono riusciti […]

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading