Real v Tenerife | Le scelte di Laso dominano la semifinale

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Real v Tenerife, prima semifinale di Copa del Rey, porta in finale i “blancos” grazie ad una prova corale orchestrata da un allenatore straordinario.

Si fa sempre più sul serio a Granada e nel tardo pomeriggio di oggi la sfida del Palacio de los Deportes ha qualificato alla finale di domani il Real Madrid. MVP? E’ seduto in panchina.

Un rientro ed un’assenza per parte: Real senza Williams-Goss ma con Deck, Lenovo senza Fitipaldo ma con Sean Smith. Come sempre, le assenze vanno pesate e non contate, ragion per cui la sensazione che gli isolani soffrano maggiormente questa situazione c’è tutta.

Come vi abbiamo già detto questa mattina, uno dei duelli più attesi era quello tra Walter Tavares e Georgi Shermadini.

Il capoverdiano si è presentato quasi due ora prima della palla a due iniziando la personale routine prepartita, che è decisamente intensa.

il Real ha ben chiara questa situazione ed inizia andando dal proprio centro senza soluzione di continuità. 4 punti della “montagna più alta di Capoverde” (copyright Fran Fermoso) ma soprattutto 2 falli immediati del georgiano.

C’è una vasca da bagno al posto del canestro per i “blancos” che partono 6/7 dall’arco. C’è un evidente correlazione con il fatto che Tenerife debba scegliere se accettare l’impatto di Tavares prima, e Poirier poi, con conseguenze a sette metri dal ferro.

Tenerife resiste grazie alle penetrazioni, dove i lunghi Real arrivano spesso con un po’ di ritardo. Le colpe però vanno cercate anche prima nello sviluppo dell’azione, perchè pretendere che dei “7 piedi” coprano così tanto campo è francamente difficile da giustificare. Ma come vedremo, meglio parlare di scelte piuttosto che di colpe.

Rudy fa due cose che ogni allenatore del pianeta sogna ricevere in dono da un suo giocatore, poi ci aggiunge la tripla del 42-28. Ma ancora una volta i “tinerfeni” non mollano e tornano a meno 9 grazie allo scompiglio portato nell’area avversaria. Che possa trattarsi di una possibile scelta di Laso di fronte ad una squadra che fa delle triple una parte fondamentale del proprio gioco? Il dubbio c’è, forse qualcosa di più. Solo 6 tentativi concessi… di cui uno a segno.

Magie di Llull, ancora Rudy e Tavares. 50-38 all’intervallo lungo e ci sono anche protagonisti meno attesi come Taylor (9) e Thompkins (8).

La settima tripla tirata dalla squadra di Txus Vidorreta arriva dopo 25′ di gioco sul 60-42: la mette Salin, seguito pressoché immediatamente da Guerra e da un altro paio, di cui a segno solo quella di Todorovic.

Nella stagione di Liga, sino ad ora, Tenerife tenta 33,2 conclusioni da due e 27,2 da tre. Dopo 30 minuti, oggi, siamo a 25 conclusioni da due e 10 da tre. Ecco, non è più un dubbio, Pablo Laso la vince con le scelte, precise, calcolate alla perfezione in quello che si concede.

Il 73-55 quando manca un solo quarto è già sentenza. 94-74 il finale, con gli ultimi 10′ pura formalità.

E non vi è alcuna casualità nemmeno nel fatto che la squadra “aurinegra” praticamente non riesca nemmeno a guardare il canestro da dietro l’arco quando in campo, tra gli avversari, c’è un Jeffery Taylor semplicemente meraviglioso.

Finale numero 9, consecutiva, in Copa: ad oggi il record delle “merengues” è 5/3 e le uniche tre sconfitte sono arrivate, indovina un po’, col Barça.

Quella tavola apparecchiata con menù “clàsico” è quasi pronta.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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