Copa del Rey | Tenerife, successo con il brivido sulla Penya

1 0
Read Time:6 Minute, 18 Second

Nella cornice di Granada si è aperto il sipario su uno dei migliori spettacoli che questo weekend di coppe nazionali può offrire, la Copa Acb. Il primo match della manifestazione ha premiato il Lenovo Tenerife nei riguardi della testa di serie Joventut con lo score di 64-62

La Copa del Rey, seguita con un occhio di riguardo da Eurodevotion, che da domani sarà proprio in Andalusia per raccontarvi le prodezze delle grandi del basket iberico, ha celebrato stasera il suo antipasto con uno degli incontri sulla carta più equilibrati di questi quarti di finale, quello che ha visto fronteggiarsi il Joventut e il Lenovo Tenerife.

Tenerife - Eurodevotion

Particolare come la sfida tra queste due compagini si ripeta a soli cinque giorni di distanza, dopo il match di ritorno vinto da Tenerife il weekend scorso in Liga.

Le squadre in campo erano due delle migliori del gruppo delle inseguitrici del duopolio Barça-Real, nonchè due dei migliori attacchi della lega spagnola. Tenerife è infatti terza per offensive rating (115,9) e Badalona quinta nella medesima graduatoria (115,5), inoltre entrambe sono accomunate dalla tendenza a giocare a ritmo controllato, essendo tra le ultime per pace, con rispettivamente 69,8 e 69,9 possessi su 48 minuti.

Quello che abbiamo visto, però, è stato tutt’altro che un sublime show offensivo. Prima la Penya, poi il Lenovo, ci hanno fatto assistere a momenti di secche offensive davvero poco lusinghiere.

Gli isolani hanno cominciato con determinazione, pasteggiando contro una Badalona spenta e involuta. I catalani sono rimasti quindi in balia degli uomini di Vidorreta per quasi tre quarti, in quello che sembrava il più classico dei no-game a loro favore. Ma…

Finalmente nell’ultima frazione sboccia tutto il carattere della Penya, sostenuto da un pubblico molto caldo e copiosamente accorso per la manifestazione, e la rimonta è stata furiosa. I ragazzi di Carles Duran si sono così appropriati per la prima volta del vantaggio a 1′ dalla sirena, ma non hanno avuto la lucidità necessaria per completare l’opera. Il trionfo è quindi tutto dei canarios, che volano in semi-finale e attendono di conoscere la propria avversaria.

Non può mancare perciò, per mettere a fuoco con criterio la prima recita della Copa del Rey, la classica analisi puntuale di Eurodevotion.

Dal déjà vu al finale rovente

Come abbiamo ricordato poco sopra, questo confronto a Granada è stato preceduto in tempi recentissimi da un altro scontro tra le due formazioni. Sabato infatti i canarios avevano prevalso nettamente sugli avversari, con un copione davvero molto simile a quello intravisto nel primo tempo di stasera.

I catalani vengono costretti a percentuali orrende dall’arco, a un attacco generalmente poco incisivo e trovano l’unica luce offensiva nelle soluzioni di Tomic nel pitturato. Esattamente come nel match del Pabellon Olimpico. Nel frattempo Tenerife non brilla necessariamente, ma macina gioco ed estende il suo dominio sulla contesa con autorevolezza.

Tutto questo comincia lentamente a incrinarsi nel terzo quarto, ma decade completamente nell’ultimo, dove le sensazioni di memoria si sgretolano di fronte al cuore catalano. La Penya fa fondo a tutte le proprie energie e incarta con un’aggressività tutta nuova l’attacco canario.

Il 23-13 dell’ultimo quarto non è abbastanza però, il risveglio risulta tardivo e il risultato finale torna sì a richiamare il precedente di sabato scorso: al turno successivo ci va Tenerife, con merito e dopo una partita a lungo controllata.

Tenerife, suicidio scampato

I ragazzi di Vidorreta vincono, ma rischiano anche tantissimo in un tentativo di suicidio che avrebbe lasciato non pochi rimpianti.

Bravissimi ad entrare in campo con una concentrazione ben superiore a quella dei catalani, riescono a limitare la fisicità ospite e a inibire i tiratori di Duran, che passeranno una serata da incubo per la scarsità di fiducia e feeling che caratterizzerà tutte le loro conclusioni. Vengono contenuti bene gli 1vs1 e tutta la macchina difensiva lascia a soli 23 punti gli avversari nella prima metà di gara.

In attacco invece la miglior arma è la capacità di innescare i propri cecchini, che è continua ed efficace. Tenerife muove diligentemente la difesa e trova una molteplicità di tiri ben costruiti, che nutrono il ritmo dall’arco dei canarios.

Si tocca il +17 e tutto pare scorrere sul velluto per Vidorreta e i suoi.

L’unico problema, che diventerà una decisiva lacuna quando il ritorno del Joventut si farà arrembante, è la cura del pallone, la cui qualità è alquanto farraginosa. Uno dei viatici della rimonta catalana infatti, saranno tutte le sciocchezze commesse dai canari, che gettano al vento ben 17 possessi nel corso della gara (emblematiche sono le 8 perse i Huertas). Un’evidenza davvero particolare se consideriamo che gli isolani sono quelli che commettono meno turnovers in tutta la Liga…

L’attacco infatti si è fermato negli ultimi 10′, in una confusione totale che si rispecchia ancora una volta molto bene nei numeri. Soltanto 10 assist per i terzi nella specifica graduatoria della competizione, che rapportati alle perse, realizzano un rapporto assist-to-turnover davvero disastroso.

La lucidità dimostrata nel finale, però, nelle cifre non sta scritta. Freddezza che mette al sicuro un risultato importantissimo, che dà fiducia e conduce al grandioso traguardo della quarta semifinale raggiunta in Copa negli ultimi cinque anni per la formazione canaria.

La garra della Penya e il tiro da tre

Certamente ci si aspettava un finale diverso e una Badalona diversa, all’altezza di quanto di buono la squadra ha fatto finora fuori e dentro i confini nazionali.

I catalani hanno pagato un approccio per niente adeguato. Il piano gara prevedeva la ricerca dei mismatch e l’esplorazione degli stessi, vista una line-up che offriva ruolo su ruolo vantaggi fisici in numerose posizioni, ma questo è stato eseguito con una aggressività insufficiente e una pigrizia colpevole.

L’attenzione degli isolani ha neutralizzato queste opzioni e il Joventut si è ingolfato in una crisi di idee e di inventiva. Tanto che, come abbiamo ricordato sopra, è stato solo Tomic a farsi carico spesso e volentieri con iniziative personali di buona parte della produzione di squadra.

Dal terzo quarto in poi, però, l’attacco dal post che prima era risultato sterile, ha iniziato a produrre. Badalona è andata per lo meno in lunetta con continuità e ha iniziato a scongelare i freddi artici che avevano caratterizzato la loro vena realizzativa fino a quel momento. Un po’ di carburante che ha iniziato a riempire il serbatoio in vista della svolta ormai imminenente.

Il resto lo ha fatto il carattere di squadra, esaltato dal calore del pubblico. Così Badalona è salita di colpi difensivamente, ha messo le mani addosso e ha intimidito i canarios, per giunta si è lanciata con foga a rimbalzo offensivo. Tutto questo ha prodotto il primo vantaggio della gara a 1′ 4” dalla fine con i liberi di Barra, ma tre errori dall’arco consecutivi hanno condannato alla sconfitta e vanificato l’eroica rimonta.

Ecco, il tiro dall’arco, la nota dolente della gara che è stata beffa finale per la compagine catalana. Di seguito la shooting chart del Joventut che evidenzia ancor di più il vulnus di cui parliamo.

da ACB.com

I ragazzi di Duran hanno segnato solo e soltanto nel pitturato, vicinissimo a canestro, senza alcuna pericolosità che non sia nelle sue immediate vicinanze. 4/27 dall’arco è da circo degli orrori e, nel basket di oggi, una condanna a morte. Con questi dati, era impossibile vincere.

Cala il sipario sulla loro Copa, ma non si abbassano i riflettori di Eurodevotion sulla manifestazione. La locura continua!

Photo credit: Joventut Badalona Twitter, #CopaACB Twitter

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

F8 2022: Troppa Virtus per Brindisi, i bianconeri volano in semifinale

I quarti di finale di questa F8 di coppa Italia, dopo le vittorie di Milano, Brescia e Tortona, si concludono con la vittoria della Virtus Bologna contro una coriacea Brindisi. I bianconeri vincono 93-81. MVP Kyle Weems con 17 punti e 9 rimbalzi. La Virtus sfata il tabù dei quarti […]

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading