La lavagnetta delle F8 #2: Un horns set di Piero Bucchi

Andrea Ranieri
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Prosegue la maratona pre Coppa Italia della lavagnetta di Eurodevotion, ancora impegnata sul fronte del primo quarto di finale tra Olimpia Milano e Dinamo Sassari. È il momento di entrare nelle strategie dei sardi, testa di serie numero otto, e, in particolare, nel funzionamento del loro horns set. Si parla quindi di un qualcosa di piuttosto tradizionale, ma non per questo poco interessante.

La squadra isolana sta vivendo una stagione piuttosto altalenante a livello di risultati, e pare onestamente lontana dai fasti delle stagioni passate. Il coach, Piero Bucchi, è subentrato a stagione in corso all’esonerato Demis Cavina, che non aveva ottenuto risultati all’altezza, nel parere della società. Il quarto di finale contro la corazzata milanese pare onestamente una mission impossible, ma qualche arma tattica, come l’horns set che stiamo per analizzare, può contribuire a tenere in partita Sassari.

Come funziona: un horns set di Piero Bucchi

Un horns set giocato dalla Dinamo Sassari

Gli horns set sono nel linguaggio tecnico italiano come “corna”. Il nome deriva dal fatto che sono set che partono con due giocatori all’altezza delle guardie. Spesso si tratta dei due lunghi, e ancor più spesso di un pick and roll doppio, con il playmaker che sceglie quale dei due blocchi prendere, e quindi da che lato giocare. Esistono ovviamente anche diverse variazioni sul tema, ma qui siamo nella casistica più tradizionale.

A giocare da palleggiatore qui è Gerald Robinson, che conduce la palla nella fascia centrale del campo, come sempre capita negli horns set. A bloccare sono il numero quattro Eimantas Bendzius e Christian Meokowulu, il numero cinque. I due esterni, non direttamente coinvolti nel gioco, lavorano come sponde. Stefano Gentile occupa infatti l’angolo sinistro del campo, mentre Jason Burnell si trova in ala destra.

Robinson sceglie di utilizzare il blocco di Bendzius. Il lituano, che ha tendenze perimetrali e ottima mano da fuori, si apre dopo aver bloccato (quella che in gergo è un’azione di “pop”), mentre rolla per occupare l’area Meokowulu. Un tipo di movimento decisamente tipico degli attacchi corna in cui i bloccanti siano i due lunghi.

La difesa sceglie di fare contenimento, ma chi marca il palleggiatore perde subito contatto con lo stesso, rimanendo quindi molto attardato. Il difensore di Bendzius non può che seguire il suo uomo, non volendo concedere il tiro da punti, quindi il difensore di Meokowulu gioca uno contro due. Non solo, dal lato di aiuto Burnell effettua un taglio backdoor che impegna il suo uomo, togliendo quindi la possibilità di aiuto. Robinson passa bene la palla al proprio lungo, che può schiacciare a due mani.

Un set decisamente noto e semplice, ma efficace se la difesa non sceglie ed esegue bene il da farsi. Ora ci occupiamo di questo.

Come si batte: un horns set di Piero Bucchi

La difesa dell’Olimpia Milano e di Ettore Messina può essere preda di questo genere di giocate? Difficile, ma non per questo noi ci asteniamo dal proporre la nostra idea di difesa contro questo horns set.

L’obiettivo fondamentale deve essere quello di non regalare un immediato vantaggio all’attacco dopo il primo pick and roll. Bisogna quindi giocare contro le caratteristiche dei bloccanti. Prima di tutto, non vogliamo che il palleggiatore acquisisca un grosso vantaggio. Se il blocco è portato così alto passiamo in mezzo, o forziamo se c’è spazio. Passando in mezzo rischiamo però di dare troppo spazio a Bendzius che si apre.

Con l’esterno siamo rimasti accoppiati, quindi non c’è bisogno di aiuto, ma dobbiamo togliere spazio al tiratore, che ha il suo uomo lontano, il tutto mentre l’altro lungo rolla. E allora facciamo una scelta rischiosa: cambio volante tra i due lunghi, con il difensore di quattro che sfrutta la propria posizione contenitiva per frapporsi tra palla e rollante e il difensore di cinque che gioca aggressivo contro il tiratore.

Naturalmente serve molta attenzione anche da parte del lato debole sul rollante per portare a termine questa difesa contro l’horns set, che, come sempre, resta solo una nostra personale proposta.

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