L’Olimpia passeggia sul Baskonia e continua la sua corsa

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Prestazione d’autorità quella dell’Olimpia, che regala il doppio successo settimanale alle scarpette rosse e un’ennesima e reiterata consapevolezza di solidità alla truppa di Messina.

I ragazzi allenati dal coach catanese non lasciano campo a dubbi e annichiliscono un modesto Baskonia dal primo istante di gioco. Nonostante un paio di momenti di defaiance, del tutto irrisori, la contesa si chiude con un punteggio perfino troppo tenero per i baschi, 89-78.

olimpia - eurodevotion

L’analisi del trionfo biancorosso è racchiusa anche oggi nei tre punti del tradizionale format di Eurodevotion.

Una squadra sola in campo

L’Armani Exchange controlla la partita per tutti i 40′ e scherza i ragazzi di Spahja che vengono ingabbiati nella gestione del ritmo meneghina e esposti in tutta la loro pochezza offensiva.

I baschi hanno impiegato infatti tutti i primi 5′ prima di segnare il loro primo canestro dal campo e hanno prodotto soltanto 25 punti in tutto il primo tempo, con percentuali bassissime, poco sotto il 30% sia da due che da tre.

La morsa difensiva di Milano stringe, soprattutto sulla palla, e tiene lontano il Baskonia da qualsiasi velleità di transizione. E’ anche evidente il controllo milanese dei tabelloni, in cui il confronto con gli avversari è nettamente squilibrato se guardiamo al dato conclusivo, 39-22 per i padroni di casa.

D’altro canto Milano riesce anche a produrre con continuità offensivamente, trovando la prova più produttiva per volume di realizzazione della sua stagione. L’AX ha infatti scollinato per la 4 volta quota 80 nella corrente edizione dell’Eurolega, dopo averlo fatto nelle vittorie contro Maccabi e Cska le prime gare della competizione e in quella contro l’Alba un mese fa.

Cominciando con il gioco e i punti in area di Hines e Melli, l’Olimpia ha poi sfruttato un’ottima serata da parte dei suoi frombolieri, che hanno realizzato un letale 50% finale di squadra.

Nonostante la certa consapevolezza che Granger e compagni rappresentino una delle cenerentole del massimo campionato europeo, si può anche constatare che Milano abbia compiuto con merito il suo dovere e con il giusto atteggiamento, quello di squadra di vertice del continente.

Un successo dai tanti volti

Come sempre nei migliori successi dell’Olimpia, questi arrivano tramite una molteplicità di situazioni e di interpreti, che sono egualmente e collettivamente protagonisti della riuscita di squadra.

E il trionfo di Milano passa quindi, per cominciare, da Nicolò Melli e il suo inizio gagliardo e autorevole. Una partenza cui seguirà la solita partita ordinata ed essenziale, un’altra giornata in ufficio per il lungo reggiano che realizza una doppia doppia fondamentale (13+11).

Passa da Devon Hall e la sua mano micidiale. Una mano che è una rivoltella e che converte con freddezza 4 delle 5 conclusioni dai 6,75 concesse al talento di Virginia Beach dalla difesa spagnola. Ovviamente quasi tutte contraddistinte da quel senso del drama che spinge spesso e volentieri Hall ad essere presenza mortifera in momenti che non sono mai banali.

Passa da Troy Daniels e dalla sua sfuriata sul finale del secondo quarto. Il ragazzo di Roanoke si sta sempre più calando e consolidando nel suo ruolo di specialista, capace di essere spina nel fianco della retroguardia avversaria nei momenti in cui è richiesto da Messina il suo servizio, e anche ieri sera il suo contributo è stato importante.

Passa da Kyle Hines e dalla sua eterna immanenza. Premiato nel pre-gara dal coach/presidente milanese per l’ennesimo record della sua straordinaria carriera, il primato nella storia di Eurolega per rimbalzi offensivi catturati, il centro torna in campo e alla prima azione strappa subito la carambola sull’errore del compagno… Serve aggiungere altro?

Passa infine, anche, da Sergio Rodriguez e dal suo killer instinct. In una serata negativa e in un momento in generale un po’ difficoltoso per il co-capitano dell’Olimpia, chi se non lui a stoppare sul nascere le speranze di rimonta soltanto affiorate nel finale della terza frazione? Due triple e partita di nuovo in ghiaccio.

“Basketball is a game of confidence”

Parole e musica di un mestissimo Spahja all’intervallo della gara, quando stuzzicato sulle difficoltà riscontrate dai suoi nella prima metà.

Dietro a queste dichiarazioni c’è però uno spunto di riflessione interessante che si può cogliere nei confronti di entrambe le compagini in gioco ieri sera al Forum.

Per il Baskonia è un concetto che suona appropriato per un giudizio sull’intera stagione dei baschi, oltre che su questa singola partita. Il tema della fiducia non si riduce infatti al fatto circoscritto della poca confidence con cui i tiratori baschi hanno lasciato sul ferro quei pochi tiri aperti permessi da Milano nel primo tempo, ma si allarga a un’annata che all’ombra della Fernando Buesa Arena sembra nata sotto una pessima stella.

Un terzultimo posto sconsolante, un livello di gioco spesso deficitario e gente come Baldwin, Giedraitis e Fontecchio che “underperforma” così chiaramente. Non solo, ma una difficile identificazione in tratti identitari cui aggrapparsi e per cui lottare, sia tecnici che emotivi. Se la pallacanestro è un “game of confidence” a Vitoria, c’è evidentemente qualcosa che non va e sembra troppo tardi per poterlo sistemare.

La stessa massima del tecnico croato può essere applicata con senso e intento opposto all’Armani Exchange, che invece la fiducia la trae da una consapevolezza dei propri mezzi che è marchio di fabbrica delle grandi squadre.

Nonostante tutte le difficoltà di ogni sorta degli ultimi mesi, nonostante la forma e la resa non sempre scintillante, l’Olimpia con questo doppio successo settimanale realizza nove trionfi nelle ultime undici partite.

Lo scorso anno, più o meno nello stesso span di tempo, tra gennaio e inizio febbraio, i biancorossi avevano portato a casa sette vittorie su otto partite a disposizione. Fu un periodo cruciale per Milano, che mise le basi per la campagna europea dell’Armani Exchange.

Quest’anno questa serie è arrivata di nuovo, tra l’altro in un momento che, tra assenze e calendario, difficilmente può rappresentare il picco della stagione delle scarpette rosse, e sta consolidando sempre più chiaramente la graduatoria dei ragazzi di Messina al terzo posto, introducendo così il momento più caldo della stagione, che già si aprirà settimana prossima con le prove generali delle Final Eight di Coppa Italia. Si tratta di corsi e ricorsi storici che non possono essere casualità.

Photo credit: Olimpia Milano Twtter, olimpiamilano.com, euroleague.net

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