L’epopea di John Brown: dalla LegaDue al record infranto di Manu Ginobili

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John Brown ha infranto il record per palle recuperate in una singola stagione di Manu Ginobili e coronato un percorso di crescita pazzesca: da giocatore che sgomitava per emergere in LegaDue è ora perno del sistema difensivo di una squadra da playoff in Eurolega.

«Se non lo conosci, non significa che sia scarso».

Coach Frank Vitucci, post-partita Milano-Brindisi

7 ottobre 2018. Opening-night della Serie A al Forum. Milano ospita Brindisi. La Happy Casa schiera un centro under-sized con il numero 00 sulle spalle. Una new-entry del nostro campionato, prelevato dalla LegaDue. Un giocatore folkloristico, con i dread e gli occhialoni anni ’80, che cattura immediatamente l’attenzione.

La partita si risolve nella ripresa. Milano fugge via dominando in vernice (43-28 a rimbalzo, 62.5% da due) nonostante i guizzi di quel tipo così strano sotto canestro. Subisce, ma lotta, chiudendo con 19 punti e 8 rimbalzi. Nel dopo-partita sondo coach Frank Vitucci sull’eventuale necessità di aggiungere qualcosa sotto canestro, per evitare di affrontare una stagione intera con un solo centro di 202 centimetri. La sua risposta è l’incipit di questo pezzo, un piccolo frammento autobiografico. E non ci potevano essere parole più vere.

Dalla LegaDue a centro titolare in Eurolega

Oggi, a quasi quattro anni di distanza, John Brown III è un tassello inamovibile dello starting-five dell’Unics Kazan. E, ripensando a quella partita fra Milano e Brindisi, mi chiedo quante altre persone siano state ingannate dal suo aspetto e dal suo pedigree inesistente nel suo anno da rookie in Eurolega. Un debuttante molto, molto sui generis, così come la squadra che rappresenta, matricola già in grado di valicare ogni più rosea previsione. Un rookie trentenne, con alle spalle una sola stagione di esperienza in Eurocup, e che, fino a quattro anni fa, sgomitava per farsi un nome nella seconda serie italiana.

John Brown recupera un pallone nella partita tra Unics Kazan e FC Barcellona

Eppure, come a me bastarono una manciata di partite per trasformare John Brown da oggetto sconosciuto a pupillo indiscusso, è verosimile che anche il gotha del basket europeo abbia vissuto la stessa transizione di pensiero. E che oggi, con due terzi di stagione ormai in archivio, riconosca di trovarsi di fronte a uno dei prodigi più impensabili del basket moderno. Un centro di 202 centimetri che, in un momento storico tendente a rispolverare la big-ball con quintetti fisici e pesanti, funge da àncora di un sistema difensivo mobile, dinamico, coordinato, rabbioso e ruggente. D’altronde, chi meglio di lui potrebbe incarnare le caratteristiche appena descritte?

John Brown batte la leggenda: il record infranto di Manu Ginobili

Le 5 palle recuperate messe a referto nella vittoria dell’Unics a Kaunas hanno portato John Brown a raggiungere quota 66 in stagione. La media dice 2.9 a gara, numeri che lo pongono in vetta a questa speciale classifica non per distacco. Di più. E numeri che gli hanno permesso di sgretolare il record più longevo della storia dell’Eurolega moderna. Ossia i 64 recuperi artigliati da Manu Ginobili con la Virtus Bologna nel 2000-01.

Manu ammassò quelle 64 palle recuperate in 22 gare. John Brown ne ha pinzate 66 in 23, una in più. Ma la media è pressoché identica. Non solo. Brown ha almeno altre 11 partite a disposizione per migliorare questa cifra, e distanziare ulteriormente il primato dell’argentino. Non so se avete ben compreso la situazione. John Brown, un rookie trentenne, ha appena eclissato il record di una leggenda della pallacanestro mondiale.

John Brown, Berserker dell’Eurolega: la difesa dell’Unics ritagliata su di lui

L’uomo con gli occhiali, ricordato ancora con enorme affetto dai suoi tifosi brindisini nelle vesti italiche di Giovanni Marrone, ha raggiunto un record inimmaginabile per un giocatore del suo livello e con la sua (scarsissima) esperienza, riuscendo a portare e a giocare la sua pallacanestro anche sul massimo palcoscenico europeo.

Così come ha sgomitato per riuscire a emergere in LegaDue e per attestarsi poi in Serie A, costruendosi un nome e un gioco fatto di puri guizzi energetici per supplire alla mancanza di centimetri e sostenere un bagaglio tecnico obiettivamente modesto, Brown ha incarnato la figura del Berserker in Eurolega. Nessuno gioca con la sua stessa energia e aggressività sui 28 metri. Nessuno, anche nella Lega dell'”every game matters” che enfatizza l’importanza di ogni possesso, interpreta ogni pallone come se fosse l’ultimo giocabile nella sua carriera.

John Brown lanciato in contropiede contro Maodo Lo nella partita fra Alba Berlino e Unics Kazan

Nelle 23 gare disputate finora, Brown non è riuscito a compilare la casellina delle steals sul box-score in una sola occasione: il match casalingo perso lo scorso 28 gennaio contro il CSKA. Ma le gare restanti sono state un ammasso continuo e costante di numeri. Quattro recuperi in due partite, cinque recuperi in altre 6 gare, addirittura 7 (suo record personale) contro il Barcellona.

Avere al centro della propria difesa un giocatore di questo tipo permette all’Unics di proporre un sistema estremamente aggressivo. La squadra russa è nettamente prima per palle recuperate (9.4 a gara) con tutte le conseguenze positive del caso: extra-possessi conquistati, possibilità di trovare punti facili in contropiede, distruzione dei meccanismi offensivi avversari, magari anche rodati e affidabili, ma in difficoltà nell’attaccare una difesa così unica e particolare. Situazioni che fanno la differenza per una squadra new-entry in Eurolega. Se dopo 23 partite la matricola Unics Kazan è ancora lì, a battagliare per un posto tra le prime otto, c’è tanto merito di John Brown e del sistema che coach Perasovic ha potuto e saputo ritagliargli attorno.

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