Lo Zenit cavalca un super Poythress e sconfigge l’Efes

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Dopo lo stop contro il Monaco della settimana scorsa, lo Zenit ritrova il sorriso in casa con una convincente vittoria sui campioni in carica, maturata per 76-67.

Zenit-Eurodevotion

L’inizio del match è caratterizzato da polveri bagnate su entrambi i fronti, la partita inizia a sbloccarsi soprattutto sulle giocate in transizione, e dà origine a un primo tempo sostanzialmente in equilibrio con momenti favorevoli che si alternano vicendevolmente a beneficio di ognuna delle due compagini.

A inizio ripresa si origina però la spaccatura decisiva, quella che costruirà il divario conclusivo. Infatti, nonostante nel finale l’hero mode di Micic causi qualche relativa apprensione al team di Pascual, Ponitka e compagni riescono a condurre in porto la gara con il vantaggio acquisito.

Voliamo sulle sponde del Baltico con il classico racconto per punti di Eurodevotion.

Il terzo quarto

In una partita a punteggi bassi e ritmi controllati, la prima squadra che riesce a spaccare l’equilibrio, infilando un parziale adeguatamente ficcante, spesso ha ottime possibilità di concludere in vantaggio la sfida.

Questo vecchio teorema è risultato corroborato dagli avvenimenti del Palazzo del Giubileo dello Sport di San Pietroburgo.

Il terzo quarto infatti è stato decisivo: la frazione seguente l’intervallo è stata vinta dallo Zenit per 15-6. Da quel momento la squadra di casa ha costruito il suo vantaggio, che ha in seguito accresciuto, difeso e infine confermato alla sirena finale.

L’ottimo sforzo difensivo dei russi è stato quindi determinante, sebbene aiutato da una sterilità offensiva imbarazzante per i ragazzi di Ataman. E’ inaccettabile segnare solo 6 punti in 10′, quanto improbabile sperare in una vittoria in Eurolega con un dato del genere.

Alex Poythress guida lo Zenit

Lo Zenit ha superato l’Efes senza brillare, ma con nettezza, giocando meglio in attacco e in difesa. I turchi sono stati superati sia nel dato degli assist (21-15), con maggiore condivisione e criterio nella gestione della manovra, sia in quello dei rimbalzi, seppur lievemente (38-35).

Inoltre sono stati migliori i russi nell’ambito della realizzazione dall’arco – 36,4% la statistica dei padroni di casa contro l’oltremodo scarno 16% ospite -, e in quello dell’gioco in transizione, sfruttato chiaramente con più profitto dai ragazzi di Pascual.

Un altro elemento da rilevare è anche che la vittoria russa è passata tanto per il contributo dei propri lunghi. Nonostante l’assenza di Gudaitis infatti, tutto il dinamismo di Poythress e Mickey si è scontrato con una serata al solito piuttosto scialba dei big men della squadra del Bosforo.

L’ala-centro della Georgia in particolare ha conseguito la sua miglior prova in carriera nella massima competizione europea, con il carrer high in punti e la doppia doppia sfiorata dai 21+9 che ha portato in dote ai suoi.

Una presenza demoniaca sotto i tabelloni, soprattutto a rimbalzo offensivo, che ha garantito una risorsa energica e costante fondamentale per il successo della compagine di Xavi Pascual.

Efes, l’altalena continua

Gli uomini di Ataman continuano a non riuscire ad imprimere al loro percorso un passo convincente, necessario per portarsi verso le vette più ambite.

Un’altra sconfitta, che segue una prova traballante contro il Panathinaikos, risucchia nuovamente i turchi nel vivo della lotta playoff, con Bayern e Monaco che spingono prepotentemente per farsi spazio dalle retrovie.

La performance dell’Efes, senza Larkin, è stata per la maggior parte del tempo caratterizzata dalle iniziative individuali di Micic e Simon, autori in collaborazione di 39 punti.

Questo è e rimane, però, troppo poco. Soprattutto quando si producono situazioni, come le secche offensive del terzo quarto, o ancora di più l’incredibile (in negativo) prestazione al tiro, che sono inevitabilmente determinanti nel sancire la sconfitta quando si parla del livello cui l’Efes non può che riferirsi.

Il 4/25 da tre racconta di una mancanza di ritmo e di mordente, che è in parte grande merito della capacità di far giocar male, tipica dello Zenit, ma è anche importante colpa dei ragazzi del Bosforo.

Sull’Efes ormai c’è poco da dire, oltre che aspettare, forse invano, che si materializzi una striscia positiva realmente convincente.

Photo credit: euroleague.net

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