Eurolega e qualità: si gioca peggio rispetto al passato?

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Eurolega alle prese con un’altra stagione complicata che inaspettatamente si sta rivelando anche più difficile di quella pasta, trascorsa quasi esclusivamente in arene deserte.

La qualità del gioco, un tema difficilissimo da trattare che spesso è semplicemente discusso in base ai gusti personali.

Abbiamo provato ad andare oltre, partendo certamente da sensazioni che lasciano le tante (quasi tutte ) partite seguite, ma cercando il conforto, o meno, dei numeri.

E’ noto più o meno a tutti come questa stagione sia definibile, sino ad oggi, la stagione delle difese, ben più efficaci rispetto ad attacchi che spesso balbettano, per non dire sono gravemente insufficienti.

Abbiamo volutamente messo a confronto i dati di questa stagione con quelli della passata e la considerazione che ci ha spinto in tale direzione è che sia meno corretto paragonare quanto vissuto negli ultimi tempi rispetto a tutto quanto accaduto prima della pandemia.

PUNTI SEGNATI, LE BIG E LA CLASSIFICA

Prendendo in esame il solo girone d’andata, completato eccetto la gara tra Zalgiris ed Olimpia quindi 152 partite rispetto alle 153 totali in programma, sono stati segnati globalmente 23160 punti, ovvero 151,37 di media. Nel 20/21 erano 23924, media 156,36. Non è poca la differenza.

Abbiamo analizzato le prime 5 della classifica dopo 17 Round, che rappresentano l’eccellenza della competizione.

Il Barça, primo (record 15/2) segna 82 punti di media. Il Real secondo (14/3) è a 79,35, mentre l’Olympiacos terzo (12/5) si attesta a 80. Chiude il quadro delle prime quattro lo Zenit (11/6) che ne mette 73,47 precedendo Milano, quinta (10/6), ferma a quota 75.

Lo scorso anno in testa c’era il Cska (14/3) che segnava 82,94 punti a gara, davanti allo Zenit (12/5) che ne metteva 78,11 ed al Real (12/5) a quota 79,94 Il Barça (11/6), quarto, imbucava 79,11 punti a serata precedendo in classifica il Bayern (11/6) che aveva media di 78,94 punti per partita.

In sostanza le prime 5 di oggi segnano mediamente 77,9 punti per gara, mentre un anno fa, dopo 17 turni, avevano media 79,8, quindi 1,9 punti in più.

Si potrebbe obiettare che 12 mesi orsono vi era il grande “bug” del Khimki in disarmo, con record di 2/15 al giro di boa, ma in realtà penultimo era il Pana a 5/12, quindi le ultime due sommavano 7W esattamente come quest’anno, quando fanalino di coda è lo Zalgiris a quota 3W preceduto dai “greens” di Oaka a 4W.

La significativa discesa dei punti segnati, per quanto possa essere gradita ai tecnici ed a chi esalta le difese, resta un fattore di minor spettacolarità delle gare. E ci porta al punto seguente.

Barça

GRANDI DIFESE O SEMPLICE SCADIMENTO DEGLI ATTACCHI ?

Stagione delle difese, si diceva.

Giustamente vengono celebrati sistemi difensivi di ottima fattura come quelli ad esempio di Milano, del Barça, dell’Olympiacos o del Real. Nulla da obiettare, anzi: si tratta di organizzazioni contro le quali mettere punti a referto è una sorta di incubo.

Ma ciò accade solo per meriti difensivi oppure c’è la responsabilità di attacchi troppo simili l’uno all’altro, eseguiti con movimenti sommari e quindi di una qualità abbastanza bassa?

Nei giorni scorsi discorrendo con chi passa la propria vita in palestra era emerso proprio questo tema. Le difese eccellono certamente perchè meritevoli e ben organizzate, ma hanno un’efficacia maggiore perché sfidano sistemi offensivi molto simili tra le varie squadre. E’ quindi noto come affrontare questi attacchi, rendendo le cose più semplici poiché si ripetono situazioni che si conoscono ormai a memoria, spesso parte dei propri sistemi offensivi tra l’altro. Se vi si aggiunge che troppi movimenti vengono eseguiti con poca attenzione (blocchi leggeri o in movimento, tagli inoffensivi, eccesso di palleggi etc), ecco che si finisce in bocca alle difese ancor di più.

Ma i numeri, cosa dicono?

In questo caso abbiamo preso le prime 5 della classifica ad oggi, mettendole a confronto con i dati di fine stagione regolare del 20/21. Tenendo presente OFFENSIVE RATING e DEFENSIVE RATING, ovvero punti fatti e subiti per 100 possessi, il vero termometro per valutare (non certo i punti segnati o subiti).

Il miglior attacco dello scorso anno era quello dell’Efes, con un ORAT di 121,0. Oggi è quello del Barça, a 117,7. 4 delle prime 5 squadre terminate nel 20/21 in cima alla classifica in stagione regolare rappresentavano il primo, il secondo, il quinto ed il sesto attacco basandosi su questi dati. Barça (record 24/10, primo – ORAT 115,8, sesto), CSKA (record 24/10, secondo – ORAT 120,3 secondo), Efes (record 22/12, terzo – ORAT 121, primo) ed Olimpia (record 21/13, quarta – ORAT 116,6, quinta). Il solo Bayern, quinto in classifica con record 21/13, aveva il 13mo ORAT a quota 110,8.

Tra le prime 5 in graduatoria aggiornata ad oggi, ci sono il primo attacco, come detto del Barça a quota 117,7 di ORAT, il secondo (OLY 115,1), il quinto (Real 113,6), il nono (Olimpia 110,3) e l’undicesimo (Zenit 109,4).

Facendo una media, gli attacchi delle prime 5 dello scorso anno avevano un ORAT di 116,9, mentre oggi è a 113,22.

In difesa quella media si ribalta. Nel 20/21 110,16 era il dato delle “top 5” mentre oggi è nettamente migliore a quota 105,58.

Ci sono esempi esplicativi, con eccezioni minime.

L’Olimpia, ad esempio, migliora sensibilmente il dato difensivo passando da un DRAT di 111,6 ad uno di 104,9, mentre peggiora non di poco quello offensivo, da 116,6 a 110,3.

Differente il caso del Barça, che cresce in attacco (da 115,8 a 117,7) e peggiora il dato difensivo di qualche punto (da 105,5 a 108,7).

Si torna alla tendenza “milanese” per tutte le altre, tenendo come termini di paragone la posizione in classifica tra le prime 5 (Cska, Efes e Bayern oggi non sono in quelle posizioni).

Eurolega

GLI SCARTI DELLE GARE: MENO EQUILIBRIO, MENO INTERESSE?

Molto interessante il dato riguardante gli scarti delle gare, sempre relativi al girone di andata (solo 152 gare su 153 quest’anno).

L’impressione, anche in questo caso, che troppe partite siano finite abbondantemente prima della sirena è stata molto netta in diversi casi. Lo confermano i numeri.

Le gare con differenza tra 1 e 5 punti erano 52 lo scorso anno, contro le 49 di oggi.

Tra i 6 e 10 punti si sono concluse 44 gare un anno fa e solo 33 oggi.

11-15 punti di scarto: 24 nel 20/21, 32 nel 21/22.

16-20 punti: 17 la scorsa stagione, 11 in quella in corso.

21-30 punti: 12 allora, 22 oggi.

Infine le gare con scarti oltre i 30 punti sono salite da 4 a 5.

In pratica le partite terminate entro i 10 punti di scarto sono diminuite da 96 ad 82, mentre quelle oltre i 20 punti sono cresciute da da 16 a 27. Abbastanza simile il dato su quelle tra gli 11 ed i 20 punti: 41 nel 2020/21, 43 nella stagione attuale.

Se da un lato vi può essere l’ovvia soddisfazione delle varie tifoserie nel celebrare ampie vittorie dei propri beniamini, in generale questo gioco appassiona maggiormente per il grande equilibrio ed i finali tiratissimi più di ogni altro. Asfaltate o comunque larghi successi creano un prodotto assai meno interessante.

EFFETTO PUBBLICO

Infine una breve analisi della situazione relativa alle vittorie delle squadre di casa rispetto a quelle in trasferta ci fornisce un dato chiarissimo.

Dopo 17 gare del 2020/21 le W casalinghe erano 82, pari a 53,6%, contro le 101 della stagione in corso, che rappresentano il 66,4%.

71 l’anno scorso (46,4%) rispetto ai 51 (33,6%) i referti rosa per le squadre ospiti.

A fine stagione 2020/21 il dato fu di 169 successi interni (56,8%) e 137 esterni (43,2%).

Ovvio che il ritorno del pubblico, almeno iniziale e quasi ovunque, abbia un peso determinante su questo dato.

Se poi tutto ciò possa incidere anche sul rendimento offensivo piuttosto che difensivo, francamente è difficilissimo a dirsi. Riportiamo comunque l’opinione di un giocatore di Eurolega che, con la massima trasparenza, ci disse un anno fa, in tempi di “porte chiuse”: «E’ un altro sport, sembra di essere in allenamento, non sarà mai come una partita vera».

Tornei nazionali

QUINDI SI GIOCA MEGLIO O PEGGIO?

E’ assolutamente palese come le condizioni di lavoro in generale delle varie squadre siano ancora complicate e questo va riconosciuto quando si parla di qualità, ma la sensazione, confermata da diversi numeri, che questa sia una stagione di Eurolega non certo memorabile è abbastanza netta.

Dopo un inizio molto sottotono sembrava che le cose fossero migliorate tra novembre e dicembre, tuttavia un ulteriore calo seguente ha riportato il livello a valori che paiono non appartenere al meglio del basket europeo.

Le ragioni? Tecniche, come abbiamo già accennato, logistiche, come detto poco sopra e magari anche legate ad un paio di temi che andremo a trattare nei prossimi giorni.

La fuga in direzione NBA dei giovani talenti in età ancora tenerissima e spesso prima di aver dimostrato la minima cosa da questa parti è il primo, tanto che risultano ancora decisivi i soliti noti, ormai a metà del quarto decennio di vita. Il secondo riguarda 34 gare di cui si dice che “every game matters”, come recita il claim di Eurolega: siamo certi che siano sostenibili con queste aspettative di intensità ed alternate ai tornei nazionali?

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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