Kuzminskas, “Minda” o semplicemente il “Kuz”, ospite di AREA 52 nella serata di lunedì. Lo Zenit di oggi e tanti ricordi di un’esperienza milanese che il giocatore lituano conserva nel cuore con un grande rimpianto.
Mindaugas Kuzminskas, ala dello Zenit San Pietroburgo, è intervenuto nell’abituale lunedì di AREA 52, il contenitore dedicato ad Eurolega ed Eurocup che regolarmente ci porta i maggiori protagonisti dei tornei continentali.
Tanti i temi toccati, dall’attualità coi russi che stanno facendo molto bene all’esperienza milanese, luogo di cui conserva un grande ricordo e qualche rimpianto per una squadra che “avrebbe potuto fare le Final 4”.
L’estratto delle dichiarazioni più importanti dell’ala lituana.
Dopo una curiosità simpatica sulla sua tee-shirt, si parte con bilancio attuale ed il suo coinvolgimento attuale nello Zenit, indipendentemente dalle statistiche…
«La stagione sta andando bene, siamo sesti e non è male, abbiamo avuto tanti infortuni, soprattutto Shabazz Napier, fuori da 4 mesi. Lo aspettiamo perchè credo possa essere almeno il 50% della squadra, come abbiamo visto in preseason. Quando tornerà sarà tutto più facile per gli altri, oggi costretti a sostituirlo nel ruolo di pointguard».
«So cosa vogliono da me e so qual è il mio ruolo. In alcune partite ho giocato 24 minuti, in altre 24 secondi. C’è Xavi Pascual, probabilmente il miglior allenatore che ho avuto in carriera, è bello giocare per lui, sta facendo un grande lavoro».
«Siamo fortunati per gli investimenti che sta facendo il club e per avere un Coach così intelligente. Crediamo in lui al 100%».
Si prosegue con le tre leghe europee in cui ha giocato oltre a quella lituana: Liga, LBA e VTB. Quali le differenze?
«Non è un segreto che la più competitiva sia la Spagna. Lì crescono grandi giocatori, pensate a Porzingis, cresciuto a Siviglia. Quando ero a Malaga c’erano 5 spagnole in Eurolega… C’è sempre tanto talento là. Poi la VTB oggi molto competitiva, con squadre dal grande budget. E poi mi spiace dirvelo, la LBA, quella meno dura».
«Tra le cose che rendono difficile oggi la VTB ci sono le distanze. Magari giochi in Europa e poi pochi giorni dopo devi andare a Krasnoyarsk, con 5 ore di volo, non è facile. A Milano è più semplice ad esempio per le trasferte, è in un’ottima posizione. In Legabasket ad esempio hai tante squadre al nord e ti muovi con brevi trasferte col pullman».
Si passa alle sue migliori stagioni da scorer, tra Malaga e Milano, poi quella seconda stagione in biancorosso e cosa mancò per arrivare ai Playoff..
«La seconda stagione a Milano? Non posso dire tutto, sto ancora giocando…» (sorride ndr)
«Avevamo una squadra che avrebbe potuto fare le Final 4. A volte lo ricordiamo con Gudaitis e rimpiangiamo l’occasione sprecata. Poi fu un disastro la lega italiana, mentre l’anno prima eravamo riusciti a vincere».
«Per dirla in un modo gentile non tuti i pezzi stavano insieme e non solo i giocatori»
«E’ ovvio che Simone Pianigiani abbia fatto un grande lavoro in Italia in generale ma i giocatori che erano in campo non si coordinavano col Coach così bene».
«C’erano piccole cose che non andavano, ad esempio avevamo due spogliatoi. Sembra banale, ma gli scherzi, l’atmosfera ed anche le discussioni avvengono sempre nello spogliatoio. Se ne hai due ti ritrovi solo in campo ed allora sembra una piccola cose ma in realtà è importante. So che appena è arrivato Messina ha corretto questo errore, ritornando allo spogliatoio unico».
«Sono stato contentissimo quando Milano ha fatto finalmente le Final 4 perchè c’è tanta gente che lavora benissimo nel club dietro le quinte, non solo quelli sotto le luci dei riflettori. Questi ragazzi mantengono il club ad alto livello e sono stato contento per loro».
Sull’amicizia con “Guda”, l’importanza della sua presenza nella firma con lo Zenit e le possibilità eventuali del centro di andare in NBA…
«E’ importante l’amicizia, ma siamo professionisti. Bello che sia qui con me ma no, non ha influenzato le mie decisioni completamente».
«Guda in NBA? Credo di no al 65%. Se andasse in una squadra in fase di ricostruzione, questi punterebbero sui giovani. Forse ai tempi di Milano aveva più chances».
Poi il “Kuz” chiede la parola per mandare un messaggio a Milano..
«Voglio salutare i tifosi di Milano. Quando le squadre ci chiedono di incontrare i tifosi, di solito non è un granché perchè togliamo tempo al riposo ed alle nostre famiglie. Ma a Milano è stato diverso perchè il club ha organizzato bellissimi incontri con pizza, birra etc. così li ho conosciuti meglio ed ho splendidi ricordi».
«Avremmo dovuto giocare il 7 gennaio con Milano ma mio figlio è nato il 4 e non avrei potuto esserci. Meno male che l’hanno rinviata, così potrò essere a Milano».