Olimpia-Zenit rinviata: 9 gare devono portare a riflessioni e decisioni immediate

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Olimpia-Zenit, ultimo baluardo di un Round 19 senza precedenti, è capitolata con l’ultimo comunicato di Eurolega. Ora serve agire: in fretta.

L’ultimo comunicato, la solita formula, il solito, ormai tristemente noto, regolamento. Contagi allo Zenit, multipli, non si gioca su richiesta del club russo.

Con il rinvio di Olimpia-Zenit si cancella completamente il Round 19 di Eurolega, evento senza precedenti, evento che deve far riflettere e che necessita di decisioni che non possono più tardare.

L’Eurolega, come lo sport in generale, affronta il momento più duro legato al Covid. Se l’estate era stata portatrice di una certa dose di fiducia per una stagione finalmente vicina alla normalità, il fine anno ha ricacciato tutto indietro ed oggi nuvoloni neri si addensano sul futuro di Eurolega.

La differenza fondamentale rispetto alla stagione scorsa, a parte ogni questione medica che lasciamo a chi di dovere, è che oggi i rinvii arrivano ad inizio gennaio e potrebbero moltiplicarsi nel breve. Pensiamo con una certa preoccupazione al doppio turno in programma la prossima settimana: quante altre gare da recuperare si aggiungeranno?

Di qui al termine del 14 aprile, data ultima per la disputa di ogni gara di stagione regolare di Eurolega, mancano solo circa 100 giorni. Oltre ai recuperi di Eurolega si debbono sommare quelli dei vari campionati nazionali, considerando che due settimane se ne andranno senza possibilità di gioco vista la programmazione delle finali nelle coppe nazionali e della finestra FIBA di fine febbraio. Ci sono, ci saranno sufficienti date per completare la stagione? Speriamo, ma è ben difficile.

Eurolega

Per tutte queste ragioni serve un intervento chiaro e repentino da parte di Eurolega che, ripetiamo ormai da tempo, non è un organismo che decide dall’alto, ma semplicemente l’espressione della volontà dei club, gli 11 fondatori più Bayern ed Asvel.

Non possiamo nemmeno immaginare che il tutto venga risolto, in caso di impossibilità di giocare tutti i recuperi, con una serie di 20-0 a tavolino che renderebbero il quadro globale ben lontano dai verdetti sportivi.

Va messo da parte ogni tipo di egoismo e di “acqua al proprio mulino” perchè la faccenda è seria e l’uovo di oggi non vale minimamente la gallina di domani.

Andrebbe poi capito, con una sana buona comunicazione, chi è oggi e chi sarà responsabile del coordinamento delle decisioni poiché, visto l’allontanamento previsto per giugno di Jordi Bertomeu, è difficilmente pensabile che l’ormai ex CEO abbia un peso decisivo nella determinazione delle scelte.

Il vuoto di potere e la mancanza di decisionalità, in un momento così complicato, è l’ultima cosa che Eurolega, e non solo, può permettersi.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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