Olimpia-Virtus, le emozioni vincono anche sull’emergenza

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Un match che nessuno avrebbe voluto vedere disputato in queste condizioni, un contorno (organizzativo e non) poco invitante che abbiamo già propriamente discusso, un orario e una data improbabili, l’assenza di numerosi protagonisti, le vicende pandemiche degli scorsi giorni… Inoltre una gara che non è stata propriamente manifesto di grande livello tecnico per alcuni tratti. Nonostante tutto ciò, sono comunque emersi tutti quei valori emotivi che solo dei campioni come quelli di queste due squadre e solo una rivalità come quella tra Virtus e Olimpia possono regalare.

Olimpia - Eurodevotion

Si poteva fare tanto meglio in tutta la carovana organizzativa, si poteva anche avere di più dal punto di vista del basket giocato, per quello che sappiamo che queste squadre in condizioni normali possono offrire. Alla fine però dobbiamo anche rendere conto del merito di due società e del fascino della loro disputa sportiva, che si accende anche in tutte queste difficoltà.

E’ sempre un derby d’Italia, un Olimpia-Virtus, e un tifoso non può che esultare ed esaltarsi come un bambino. Da un lato per la tripla di Belinelli, dall’altro per l’in-and-out di Weems. Chi per una magata di Teodosic, chi per un no-look di Rodriguez.

Per questo, lasciamo per un momento da parte quello che sarebbe potuto essere. Che pur rimane tema di discussione molto importante da toccare per il famoso “miglior prodotto” cui si aspira e per il più ampio orizzonte delle difficoltà del basket italiano, oltre che per molte riflessioni tecniche e cestistiche. Ora come ora, possiamo solo concentrarci sull’analisi di quello che abbiamo visto, aldilà di qualsivoglia assenza o fattore esterno.

La squadra di Messina è riuscita a prevalere sui rivali per 102-99 dopo un frenetico finale tra regolamentari e supplementari.

L’inizio di Milano, con un 8-0, è stato da subito segnale forte e ha consegnato all’Armani Exchange la guida della gara nelle prime battute. L’ingresso di Belinelli però ha dato una scossa alla Virtus e ha innescato il ritmo offensivo ospite.

Il secondo quarto infatti è stato giocato a un numero di possessi davvero vorticoso, anche grazie a prove difensive delle due squadre poco probanti, ma un parziale finale ha permesso a Milano di guadagnare un buon margine sul 54-45 all’intervallo. Così anche nella ripresa i padroni di casa hanno continuato a guidare le danze, sfruttando tutte le amnesie della retroguardia di Scariolo e giungendo al rush finale con una leadership all’apparenza abbastanza salda.

Teodosic e Belinelli, però, neanche troppo silenziosamente, hanno continuato a resistere all’allungo meneghino. Dopo aver tenuto a galla i bolognesi fino a quel momento, hanno quindi dato il via a un incredibile finale, che, complici gli errori ai liberi di Milano, ha portato all’overtime dopo l’incredibile tripla della guardia di San Giovanni in Persiceto.

Nel supplementare, alquanto spezzettato da molte situazioni di dubbia valutazione per gli arbitri, hanno però prevalso Melli e compagni, sebbene la preghiera sulla sirena di Weems abbia fatto tremare il Forum.

Cosa ci ha lasciato in definitiva questa partita? Le nostre impressioni sono veicolate dalla classica analisi per punti di Eurodevotion.

Grant, Melli e il numero di tiri

Si tratta di una vittoria che non può che avere effetti positivi sulla compagine meneghina. Innanzitutto perché può essere una buona iniezione di fiducia dopo un periodo, l’ultimo, alquanto travagliato. In secondo luogo, perché un sesto ko consecutivo contro i rivali più acerrimi, seppur conseguito in condizioni particolari, non sarebbe stato di certo un buon viatico per i futuri confronti, più determinanti, contro gli emiliani.

Milano porta a casa una partita che ha per buona parte del tempo condotto con merito. E’ a mio parere molto interessante notare come tutto ciò sia avvenuto giocando su un terreno che è più consono alle VuNere, ovvero quello di una partita dall’alto numero di possessi.

L’Armani Exchange ha infatti, in particolare nei momenti più favorevoli ai bolognesi, rincorso gli ospiti sull’impostazione che caratterizza spesso le loro gare. Se in media le scarpette rosse tentano in Lba 46,1 conclusioni a canestro, oggi i tiri dal campo sono stati ben 80.

Dato sicuramente viziato dai supplementari, ma che, essendo quasi doppio rispetto alla norma, è parecchio notevole.

La Virtus certo ha anche concesso molto all’attacco di Messina, che ha saputo con diligenza e sapienza sfruttare le mancanze ospiti e costruire ottimi tiri. La presenza di interpreti dall’IQ di Rodriguez, Melli e Hines è stata in questo contesto letale, e le percentuali sono in effetti più che buone: 52% da 2 e 44% dall’arco.

D’altra parte però, il coinvolgimento in questo tipo di gara ha anche portato a una difesa, seppur alle volte discreta, priva di quella continuità stritolante che questa squadra può esprimere. Di conseguenza è anche giocando un tale tipo di partita che Milano ha prestato in qualche modo il fianco al rientro degli avversari.

Infine, due uomini su tutti, Jerian Grant e Nicolò Melli, ci offrono spunti importanti.

Per il play di Silver Springs è forse più una fortunata casualità il clamoroso ventello conseguito, ma è con questo tipo di risorse, spesso meno d’impatto all’interno della rosa, che Milano può superare le difficoltà e arrivare anche più profonda e attrezzata quando conterà.

Per l’ala reggiana, come al solito preziosissima in innumerevoli particolari, non si può non sottolineare il lavoro fatto nella marcatura a uomo, studiata per lui dallo staff milanese, alle calcagna di Teodosic. Una sorta di remake di quel Claver su Micic della finale El, che sicuramente ha sottolineato ancora una volta la duttilità e la qualità dell’ex Mavericks, oggi anche schierato quasi da 3 nella peculiare conformazione a tre lunghi adottata dallo staff Olimpia.

Il duo immortale e la vulnerabilità difensiva

Se sconfitta doveva essere, è sicuramente uno degli esiti meno disonorevoli quello toccato alla banda di Scariolo, che ha lasciato il Forum tra i brividi dei tifosi casalinghi su quel pallone danzante scagliato da Weems.

La rimonta ospite e la dinamitarda accoppiata dei vecchietti terribili nascondono però qualche difetto che ha contraddistinto il pomeriggio delle Vunere.

Se è stato un merito imporre una direzione alla gara tendenzialmente confacente alla modalità cui la Virtus mira a sviluppare le proprie ambizioni tecniche, il livello difensivo è stato in più di un’occasione ampiamente sotto al livello di guardia.

E’ da considerare certamente il percorso progettuale portato avanti da Scariolo riguardante l’impianto di gioco che i virtussini di questo sito hanno meglio di me raccontato e spiegato, tuttavia all’Olimpia è bastato, troppo spesso, troppo poco per costruire buone conclusioni. E stiamo parlando di un team che ha incontrato con frequenza problematiche di fluidità offensiva e di creazione di vantaggi.

Anche l’attacco per la Virtus è stato qualche volta eccessivamente confusionario, e avrebbe a mio parere potuto sfruttare con ancor maggiore convinzione la presenza di Jaiteh sotto canestro.

Quello che è successo nel finale è però indice di grande spessore di squadra, una squadra che ha la fortuna (e il merito) di schierare tra le proprie fila due campioni come Teodosic e Belinelli.

Il serbo è stato particolarmente attenzionato dalla difesa di Milano, ma negli ultimissimi minuti è stato fenomenale con giocate impressionanti a riportare a contatto i suoi, mentre l’opera dell’aggancio l’ha completata l’ex campione Nba, con la bomba a 4 secondi dalla fine, lui che ha sfornato una delle prestazioni migliori dal suo ritorno in Italia. Per il capitano sono 34 efficientissimi punti, tanto da meritarsi nel finale una marcatura a uomo di Hines…

Milos e Marco, eterni.

La valutazioni di Scariolo e Messina

Un dualismo che aveva vissuto nel pre-gara un’attestazione ulteriore di un rapporto di grande stima e reciproco apprezzamento tra due dei migliori allenatori italiani in circolazione.

Entrambi si sono dimostrati soddisfatti per lo spettacolo competitivo offerto dalla gara. Così il coach di Bologna.

E’ venuta fuori una bella partita, ha onorato il basket pur con evidenti difficoltà da entrambe le parti. Abbiamo fatto il possibile per dare una bella immagine alla gente. Non era scontato, ci sono stati orgoglio e competitività, e voglia di superare gli ostacoli.

Sulla stessa linea il commento di quello dell’Armani Exchange.

Una bella partita da vedere in televisione, spero l’abbiano vista in tanti. Io non pensavo fosse una partita di questo livello per entrambe le squadre, tra le assenze e l’impossibilità di allenarsi. Per fortuna è stata una bella partita, perché andavamo in televisione, ci prendiamo questo bello spot.

Gli aspetti positivi Scariolo li ha ritrovati nella capacità dei suoi di competere e rimanere dentro una partita che sembrava piano piano scivolare via dalle mani delle Vu Nere.

Milano ha meritato la vittoria. Poi le percentuali sono simili, i rimbalzi sono simili, gli assist sono simili. La differenza l’ha fatta qualche palla persa un po’ banale e – ovvio – l’esperienza. Ho apprezzato lo sforzo della squadra per continuare a competere e rispondere colpo su colpo agli avversari. Abbiamo avuto fiducia nelle nostre possibilità, poi la partita si è risolta su un tiro uscito girando sul ferro.

Messina invece è rimasto contento del contributo avuto da giocatori più marginali, come Grant, e dalla buona produzione offensiva.

Abbiamo fatto un passo avanti in attacco, muovendo bene la palla, in difesa bene il quintetto con i tre lunghi per limitare il loro pick&roll. Sono molto contento, complimenti alla squadra, con grande cuore. Una vittoria che ci darà fiducia.

Era però inevitabile sottolineare anche i difetti delle prestazioni delle due squadre, non sempre impeccabili nel corso dei 40′ per fattori diversi. Scariolo ha puntato sulle distrazioni che son costate la gara.

Melli ha fatto una grande partita contro Teodosic. Noi abbiamo fatto le nostre cose, forse ancora in difesa – anzi senza forse – commettiamo errori evitabili, e qui dobbiamo crescere. La chiave? Probabilmente abbiamo perso 2-3 volte a rimbalzo, dopo buone difese abbiamo concesso il rimbalzo d’attacco.

Se la difesa è stata tallone d’achille per la squadra del patron Zanetti, la gestione finale milanese e le iniziative di Belinelli hanno messo in difficoltà l’Olimpia a parer di Messina.

Da un lato loro hanno poggiato bene il gioco su Belinelli nell’ultimo quarto, mentre noi eravamo in palese debito d’ossigeno. Abbiamo tirato malissimo i tiri liberi e fatto errori banali.

Per noi rimane uno stravagante antipasto delle battaglie che saranno, auspicando che le due powerhouse della LBA possano in questi mesi perfezionare le lacune dei rispettivi sistemi di gioco e, soprattutto, che tutti i loro protagonisti possano arrivare integri al finale di stagione.

Photo credit: olimpiamilano.com, Olimpia Milano Twitter e Virtus Bologna Facebook

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