Real-Cska: è tutto vero, è “blanco” Natale

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Real-Cska è senza alcun dubbio una delle sfide più nobili nella storia di Eurolega e bastano le due semifinali recenti di Belgrado 2018 e Vitoria 2019 a ricordarcelo. Ieri sera al Wizink Center è andata in scena una versione almeno “particolare” di questa rivalità.

E’ una di quelle partite che il grande Rino Tommasi ci sarebbe consigliato di segnare col “circoletto rosso”: Real-Cska è rivalità assoluta, roster stratosferici, allenatori ormai quasi leggendari, club dalla storia, recente e non, unica.

Da una gara come questa ti aspetti sempre il meglio sotto ogni punto di vista, ma questa volta le premesse sono state almeno singolari, dopo tutto quanto accaduto negli ultimi giorni.

Prima i contagi madridisti, ben 7 giocatori ed il Coach nel giro di meno di una settimana, poi i dubbi su un Cska che parte o non parte (partito!) da Mosca con ancora pendente un’eventuale decisione di Eurolega nel senso della sospensione ed ancora l’inserimento all’ultimo di Baba Miller, canterano del 2004, per arrivare a quota 9 al capitolo atleti disponibili da parte del club “merengue”.

E’ l’Eurolega di oggi, quella ancora in piena era pandemica, non possiamo farci niente (noi…) ed allora ecco la palla a due del Wizink Center a riportarci sul parquet, in fondo l’unica cosa che ci piace.

In campo, di fronte ad un Cska finalmente al completo, c’è un Real Madrid che schiera, oltre a Tavares, Williams-Goss, Taylor, Llull e ad un Rudy recuperato all’ultimo, Vukcevic (comunque un 2003…) e 3 ragazzi della cantera: Sediq Garuba, guardia-ala spagnola di 192 cm, Urban Klavzar guardia slovena di 182cm, e Baba Miller, ala spagnola di 206cm, tutti nati nel 2004. Quindi ben 4 atleti nati tra il 2003 (1) ed il 2004 (gli altri 4).

Cska ovviamente favorito, ma partita trappola se ne esiste una: basta pensare a cosa potrebbe succedere in caso di sconfitta contro una banda di ragazzini…

In quella trappola i moscoviti ci cascano in pieno e la serata si trasforma in una delle più grandi imprese della recente storia di Eurolega.

71-65, sì, vince il Real. Ed il “clamoroso al Cibali” va in soffitta: da oggi si dirà “clamoroso al Wizink Center”

TAVARES ED IL DOMINIO

Spesso nello sport si usano termini come “eroe” o “leggenda” con una certa facilità.

Quello che fanno le “merengue” nei 40′ merita ogni tipo di celebrazione non tanto per il verdetto, già inequivocabile di suo, quanto per come arriva.

Applicazione totale, nessun accenno di possibile resa anche quando pareva possibile (secondo quarto), lettura perfetta delle situazioni ed una gestione globale inappuntabile (vedi le sole 5 perse).

Walter Tavares non può più essere considerato solo per la solita candidatura a difensore dell’anno: la parola MVP va accostata al capoverdiano senza paura di esagerare.

E’ dominio totale per oltre 35′ e va ben oltre le eccellenti statistiche (15+10 con 4 stoppate). Quante volte i russi girano al largo rinunciando a determinate conclusioni solo perchè da quelle parti c’è il totem madrileno? In quel terribile 12/36 da due c’è tutta la presenza del centro di Coach Mateo.

LE SENSAZIONI E LA REALTA’ DI CAMPIONI UNICI

Lo scatto dei padroni di casa alla palla due fa pensare ad una sorta di reazione emotiva alla sorte avversa. Poi, si pensa, tutto andrà come deve. Ed è quello che il secondo quarto giustifica, col Cska avanti a metà gara.

Quello di cui non abbiamo tenuto conto in quei momenti è il grande cuore dei campioni quello che non va mai sottovalutato come ci insegnò l’altro Rudy, Coach Tomjanovich.

Ed allora accade che guidati da uno straordinario giocatore come il centro che abbiamo celebrato poco sopra, i vari Rudy, Sergi, Williams-Goss e Taylor confezionino l’ennesimo capolavoro di carriere che sono leggenda in un club che è leggenda (ok, Williams-Goss ottimo ma ancora da testare come leggenda).

Ciò accade con il supporto di un gruppetto di ragazzini che non sono altro che la dimostrazione del perchè a Valdebebas abbia sede il più grande club del mondo.

Urban Klavzar, straordinario con 10 punti al debutto e con quel 7 sulla maglia che non fatichiamo a capire a chi sia dovuto, da buon sloveno, così come Sediq Garuba, intenso come pochi altri, ma anche Baba Miller, iscritto solo ieri nelle liste e battezzato dagli arbitri che gli fischiano un antisportivo correttissimo.

Questi “chavales”, come li chiamano qui, vivono una notte epica e provano sulla propria pelle cosa voglia dire giocare con Sergio Llull, che dopo uno 0/7 mette due delle sue “mandarine” che lo hanno reso unico nella storia del gioco.

Con ieri sera la lista dei debuttanti lanciati da Pablo Laso, tra Liga ed Eurolega, da quando gestire il pino del Real sale a 20. E non sono proprio nomi insignificanti… Non è un caso, i campioni si firmano ma si creano pure. A Madrid è così.

CSKA, COSI’ NON VA

E’ sempre difficile comprendere cosa possa succedere nella testa di alcuni campioni in determinate occasioni. Ed il Cska di campioni ne ha tanti.

Le attenuanti recenti, dovute viste i mille guai, non sono per nessuna ragione associabili alla notte del Wizink Center. Era gara da vincere, anche da stravincere, ed è stata persa senza lottare, cosa che rende il verdetto ancora più pesante.

Inutile parlare di singoli, è totalmente mancata la squadra.

«La prima regola non scritta nello sport è quella che obbliga a lottare per competere sempre. La nostra serata non ha nulla a che vedere con X e O, con strategia e tattica: è solo questione di desiderio».

Sono giustamente pesanti le parole di Coach Itoudis di fronte ad un tracollo senza senso logico.

Il Cska, oltre a non competere, sembra proprio non decollare tecnicamente e non solo in questa gara.

Troppo spesso la palla ristagna in post con ben poco altro a minacciare la difesa avversaria. E’ la parte del gioco su cui si deve crescere di più, perchè non si può vivere di mismatch se restano isolati.

Nessun dubbio sul fatto che questa squadra migliorerà esponenzialmente, magari sulle tracce del Fener 2017 e del Real 2018, abbastanza male in stagione regolare per poi essere prontissimi tra aprile e maggio.

Oggi però la realtà dice che una prova del genere è difficilmente accettabile per giocatori di questo spessore. 50 a 35 a rimbalzo buttato al vento senza attaccare, sbagliando tiri buoni e meno buoni, e perdendo palloni assurdi: il tutto con un livello di emotività sotto i tacchi. La partita era sostanzialmente vinta dopo 20′, quando la sfuriata dei padroni di casa avrebbe potuto essere limitata a quello, invece il Cska che esce dagli spogliatoi è svogliato e soft.

E’ così che si confeziona un “blanco” Natale.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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