Euroleague Man of the week: Mario Hezonja, dalla perla dell’Adriatico al Tatarstan

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Sono gli albori dei cupi anni ’90 sui balcani quando Roland Hezonja è costretto a prendere le armi nei corpi volontari croati. L’assedio dei serbi alle porte di Dubrovnik è pressante, crudo e sfiancante, ma i cittadini si organizzano per resistere e Roland si trova alla guida di un battaglione di 80 uomini.

I mesi tra il ’91 e il ’92 sono durissimi per la popolazione, vengono tagliati acqua, elettricità e collegamento telefonico alla città e gli scontri si ripropongono quotidianamente, sanguinosissimi, nella guerriglia tra le truppe jugoslave e le formazioni locali. Non era però Roland il solo della famiglia Hezonja a combattere in prima linea per la causa del suo popolo, anche il fratello di sua moglie Petrica era fiero difensore della sua città tra le fila dei manipoli croati.

Fierezza e ardore che saranno spazzati via l’11 Novembre 1991, quando il cognato di Roland cadde in una delle battaglie più tremende di quell’assedio, nell’ambito già terribile del conflitto della ex Jugoslavia. Sulla collina Srđ, che ha dato il nome all’agghiacciante scontro e che domina con i suoi 412m di altitudine la cosiddetta “Ragusa di Dalmazia”, perse tragicamente la vita il 25enne Mario Matana.

Mario… sì, proprio Mario. Echeggerà questo nome ancora una volta nell’aere della provata Dubrovnik qualche anno dopo. Il 1995 infatti è il momento in cui la Croazia, con la rapida successione dell’operazione “Lampo” e dell’operazione “Tempesta”, propiziate in coordinazione con gli americani, raggiunge l’agognata indipendenza.

Ma il 1995 è anche l’anno di nascita del figlio di Roland, il cui nome non può che omaggiare quello dello zio caduto in battaglia: è da qui che comincia la storia di Mario Hezonja.

Hezonja - Eurodevotion

La sua storia sarà la pallacanestro, e veniamo così all’oggi, sfruttando il trait d’union temporale: il ’95 ha regalato alla Croazia e alla famiglia dell’ala ex Barcellona un nuovo inizio, così come ora l’Unics Kazan sta regalando un nuovo inizio alla 5a scelta del draft 2015.

Dopo una carriera Nba che non ha mai spiccato il volo e le ottime premesse in Euroleague al Barcellona, nonostante un rapporto mai sbocciato con Xavi Pascual, oltre che un’estate che ha chiuso in maniera singolare la parentesi al Pana, Hezonja sta affermandosi oggi pienamente come giocatore, e lo sta facendo in un team che è la vera sorpresa di questo spaccato di stagione.

Kazan ha vinto 9 delle ultime 11 partite, rimediando all’inizio stagionale poco entusiasmante. Contro ogni pronostico si presenta così la giro di boa come la squadra russa più quotata in classifica, pareggiando nel record Zenit e Cska, ma superandoli quanto a stato di forma.

Nello statement game della settimana i giocatori di Perasovic hanno infatti rullato il team russo per eccellenza, l’Armata Rossa di Itoudis, e in generale si sono dimostrati capaci di orchestrare bene quella che sembrava soltanto un’accozzaglia di talento, messa insieme senza grande criterio. Non è inoltre da sottovalutare l’ottimo livello difensivo dimostrato: nella serie positiva hanno subito solo due volte, nelle sconfitte con Oly e Asvel, 80 o più punti.

Hezonja ha incarnato tutto questo processo, e in questa settimana è stato protagonista di due vittorie molto solide della truppa del Volga. Doppia doppia imponente e sostanziosa alla Megasport Arena contro Hackett e compagni, 18 punti e 10 rimbalzi che gli sono valsi 26 di valutazione, con un ancor più succulento controllo sulla gara e impatto difensivo.

Il suo doppio turno non si è però concluso qui, perchè è arrivato un ventello nella ospitata ai lituani dello Zalgiris, che sono stati travolti anche dalle sue triple nel momento più importante della gara, quello del parziale russo del quarto periodo.

La sua settimana è soltanto espressione di un momento estremamente positivo e di un’annata di conferma e crescita nella costanza e nella maturità del giocatore. Non a caso sta illuminando anche la VTB League, dove Kazan è prima, visto che ha ricevuto il riconoscimento di miglior giocatore del mese di novembre nella competizione.

Insomma, dalle sponde di Dubrovink, dal clima mite della “perla dell’Adriatico”, alle inospitali rive del Volga e al rigido freddo di Kazan: è questo il nuovo inizio di Mario Hezonja.

Per dovere di cronaca però, non possiamo esimerci dal riportare la notevole settimana di uno che è spesso stato habitué di riconoscimenti di questo tipo negli ultimi anni, ovvero Shane Larkin.

L’Efes è tornato? E’ una domanda che continuiamo a farci, certo il duplice successo nel doppio turno di questa settimana è un importante passo avanti. Il volto dei trionfi è quello del folletto ex Boston Celtics, in particolare nella presa della Menora Mivtachim, nella quale i suoi 26 punti ci hanno regalato sprazzi del Larkin a pieno potenziale che ha saputo meravigliare l’Europa nelle stagioni scorse.

Uno splendido 37 di valutazione in terra israeliana, che ha seguito un’ottima prova contro il Baskonia (16+7), rilancia finalmente la truppa di Ataman in zona playoff, zona in cui non aveva ancora bazzicato in questa stagione. Purtroppo ci risiamo: l’Efes è tornato?

Photo credit: euroleague.net

Fonti storico-biografiche: l’Ultimo Uomo (Sky Sport)

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