Finalmente rialza la testa il Fenerbahce di Sale Djordjevic che vince una gara importante e convincente su un campo ostico come la Sibur Arena di San Pietroburgo. Il punteggio finale dice Zenit 80 e turchi 86.
Un risultato giusto alla luce di quello successo in campo, ovvero una gara equilibrata con parziali e controparziali, che ha visto alla fine i padroni di casa incapaci di riacciuffare gli ospiti che così possono festeggiare e tirare fiato per qualche istante, dopo un avvio di Eurolega disastroso. Proviamo a ripercorrere ora l’andamento della gara con i nostri classici tre punti.
Zenit-Fener: due filosofie diverse a confronto
L’equilibrio che è regnato per gran parte dell’incontro è stato fra due squadre, e quindi fra due allenatori, che esprimono due concezioni di pallacanestro molto differenti. Quella dello Zenit più votata ad un ritmo alto e ad una predilezione per il tiro dall’arco; quella del Fener, invece, ha una dimensione molto più interna del gioco.
E i due tempi hanno spaccato perfettamente la partita dettando il leggero predominio prima di una squadra, poi dell’altra. Nella prima frazione di gioco meglio i russi e lo si vede dai ritmi di gioco che sono altissimi e quasi troppo frenetici (non a caso sono tante anche le palle perse da entrambe le parti). A giovare di questa situazione è la squadra di Pascual che infatti guida questo tratto di partita col Fener che insegue: o meglio, con Vesely che insegue visto che i primi 15 punti della squadra turca sono tutti suoi (a fine partita per lui saranno 32 punti e 5 rimbalzi con 35 di PIR).
Il secondo tempo, invece, è di marca gialloblu: i ritmi s’abbassano, la difesa del Fener può schierarsi meglio e l’attacco può organizzarsi in modo più costruttivo. La squadra di Djordjevic così sale di colpi e vince soprattutto con la difesa, neutralizzano l’arrembaggio dei russi che nel finale di partita riescono a creare sempre meno tiri puliti.
Alla fine a prevalere è il sistema turco che è riuscito a prevalere per più tempo rispetto a quello avversario. Anche se, va sottolineato, la differenza l’ha fatta sicuramente anche il valore in campo (inutile sottolineare quanto in questo momento il roster del Fener sia superiore a quello dello Zenit).
Lloyd e Kuzminskas, le due luci dello Zenit
Il primo nome ce lo potevamo aspettare, il secondo meno. Jordan Lloyd, dopo qualche gara di adattamento, sta sempre di più diventando uno dei leader di questa squadra e, infatti, il gruppo va da lui quando è in difficoltà. Anche oggi una prestazione maiuscola con tanti canestri difficili nel momento del bisogno: 19 punti con 19 di PIR (pesano, tuttavia, le 6 palle perse).
Abbiamo detto che il secondo nome ce lo si poteva aspettare di meno, anche se per acuti osservatori non è tutta questa sorpresa. Kuzminskas è giocatore di intelligenza superiore alla media e quando sta bene fisicamente (come nelle ultime settimane) in campo può seriamente dire la sua sia dall’arco sia nel gioco spalle a canestro dove spesso ha portato a spasso i suoi avversari. Il suo tabellino recita 17 punti con 3 su 5 dall’arco.
Per il resto, allo Zenit, sono venuti meno un po’ Baron e Mickey. Poi, ovviamente continua a mancare quel Shabazz Napier che, quando in campo, potrebbe completamente cambiare le aspettative di questa compagine.
A fare male non è la sconfitta di oggi che poteva essere preventivabile, ma il ricordo delle due cadute contro Panathinaikos e Stella Rossa.
Finalmente un Fener convincente!
E’ una vittoria importante questa sia per i turchi che per la panchina di Djordjevic che stava pericolosamente scottando. Con oggi è arrivata la quinta vittoria in 14 partite: poco, pochissimo per quello che può dare questa squadra. Ma, viste le premesse, il trionfo alla Sibur Arena riaccende un orgoglio ed una luce che sembravano spenti.
Alla lunga, come detto, il Fener riesce ad imporre i propri ritmi ed a mettere la gara sui binari giusti. Djordjevic insiste con la sua filosofia e col doppio lungo, soluzione che lo Zenit ha faticato a contenere per tutta la partita. E, nota positiva, finalmente la squadra turca riesce a non buttare via un altro finale di partita (anche se ci ha provato – vedi la rimessa da fondo sbagliata sul +4 e conseguente palla persa a 1 minuto dalla fine – ma poi ci ha messo una pezza il solito Vesely). Proprio in questo senso le vittorie avrebbero potuto essere molte di più, ma ormai è inutile piangere sul latte versato, come si suol dire.
Oltre alla prova monstre di Vesely, tutti i gialloblu giocano una bella gara e finalmente si sveglia dal torpore anche De Colo (18 punti con 28 di PIR). Unica nota negativa è ancora la mancata integrazione di Polonara in questo gruppo: il lungo italiano ex Sassari fatica ad esprimersi ed è molto lontano da quello visto l’anno scorso al Baskonia. Se Djordjevic riuscisse ad inserirlo a pieno nei suoi piani sarebbe un’ulteriore arma a disposizione.
In ogni caso, da qui deve ripartire la squadra di Istanbul e cominciare a raccogliere pian piano punti per fare diventare un po’ più bella quella che oggi è una classifica che non rende giustizia a questa squadra.