Nicolò Melli #9
Non si può che partire da lui, uomo copertina della campagna acquisti estiva di Milano e neo-capitano della corrente edizione dell’Olimpia.
Per Nik si è trattato di un doppio ritorno, in Europa, dopo gli anni agrodolci oltreoceano, e in Italia, dopo le altrettanto agrodolci annate trascorse sotto l’ombra della Madonnina.
L’hanno accolto dubbi esagerati, motivati dall’addio inaspettato per fargli posto di un fan favourite come Zach LeDay e da un’estate azzurra con qualche ruggine di troppo. Quello che si è presentato è, invece, un giocatore fin da subito capace di riprendere da dove aveva lasciato, ovvero l’élite del ruolo nel Vecchio Continente.
Senza numeri clamorosi, è l’apporto nelle piccole cose, quelle che alla fine si rivelano più importanti, ad essere fragoroso: nella comprensione del gioco, nel tonnellaggio e nella protezione del canestro, nella facilitazione offensiva, il passo avanti che ha regalato all’Olimpia è assolutamente determinante.

Un esempio è stato nella rivincita con il Barcellona, dove la grande differenza con la Milano di maggio è stata proprio la sua capacità di impedire il gioco interno di Mirotic, cruciale per i catalani.
L’unico piccolo neo che si può trovare è un tiro da fuori che ancora non ha trovato la consueta fiducia, con un 22% che non replica per ora quel 40% che ha tenuto in carriera. Ma è una situazione che non può che essere momentanea.
Un uomo più maturo, che ha ritrovato una Milano più matura, il perfetto momento per rincontrarsi e far sbocciare qualcosa di speciale. Qualcosa di talmente speciale per cui quel 2014 sia solo il più goloso degli antipasti…
(2/16, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)
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