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Campagna di Russia amara per Milano

Campagna di
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Campagna di Russia amara per Milano che torna dalla doppia trasferta con una duplice sconfitta.

Due ko molto diversi ma che fanno perdere la testa della classifica all’Armani Exchange.

Risultato finale di 74-70 che permette ai russi l’aggancio in graduatoria e che andiamo ad analizzare nel nostro solito stile di Eurodevotion.

PRIMO QUARTO DI PARZIALI

Primo quarto di San Pietroburgo che si conclude sul punteggio di parità a quota 19. Equilibrio assoluto ma determinato da un andamento che ha visto Milano partire molto forte e salire rapidamente a +8 (4-12) salvo poi subire un contro parziale da parte dei russi di 13-0. Elemento da sottolineare è stata la capacità da parte degli uomini di Messina di rimanere in partita dopo il pesante break subito a sole 48 ore dalla netta sconfitta di Kazan. Una solidità da evidenziare in cui hanno avuto un grosso peso i due giocatori protagonisti del prossimo punto.

HINES & RODRIGUEZ

Never underestimate the heart of the champion” la famosa frase dell’ex coach degli Houston Rockets Rudy Tomjanovich nel mettere in rilievo le qualità, oltre a quelle tecniche, che accompagnano spesso grandi campioni. Caratteristica che accomuna Sergio Rodriguez e Kyle Hines. Lo spagnolo, nonostante qualche banale palla persa, ha chiuso il primo tempo con 9 punti, 5 assist in 15 minuti di impiego. Il pivot è stato degno compagno con 8 punti e 6 rimbalzi dimostrando le solite doti di leadership. Il vantaggio di Milano, all’intervallo lungo, è da ricercare anche nelle prestazioni di questi veterani.

Credits: profilo ufficiale twitter Olimpia Milano

IL TERZO QUARTO E’ DI JORDAN MICKEY

13 punti per il giocatore dello Zenit nel terzo periodo, una prestazione dal punto di vista offensivo che ha permesso alla sua squadra di toccare il massimo vantaggio (52-45) mettendo in seria difficoltà gli ospiti bravi a non sciogliersi mettendo in campo ciò che sublima il concetto di squadra, una grande difesa. Ricci, emblema della solidità nella propria metà campo, Hall della capacità di segnare fuori ritmo in momenti difficili offensivamente. Due nomi non a caso, due nuovi arrivati che per le assenze di Mitoglu e Delaney hanno saputo gestire senza problemi il minutaggio extra.

Credits: http://www.euroleague.net

RIMBALZI OFFENSIVI CROCE DI MILANO

Le due squadre si sono presentate alla palla a due con assenze importanti. Milano soprattutto, a causa della mancanza di due giocatori chiave come Delaney e Mitoglu, è stata costretta a schierare molto spesso quintetti con una anima difensiva per poter rimanere in partita. Una struttura che non ha evitato di aver grossi problemi a rimbalzo nella propria metà campo. I tredici rimbalzi offensivi dello Zenit, cinque dei quali dell’ex di turno Gudaitis, si sono rivelati una croce per la squadra italiana garantendo doppi possessi in momenti chiave ai padroni di casa. Il terzo quarto, in questa voce statistica, ha fatto registrare un emblematico 12-1 totale.

DIFESA E STANCHEZZA

Milano ha speso tantissimo difensivamente per rimanere in partita, uno sforzo che ha reso meno lucido l’attacco soprattutto nei momenti di assenza dal terreno di gioco del faro Rodriguez. Sintomatici alcuni errori di appoggio che hanno negato punti facili ai milanesi, canestri che gridano vendetta visto lo scarto risicato alla sirena finale. Un rovescio, quello biancorosso, decisamente diverso rispetto a quello di Kazan ma comunque doloroso osservando la classifica. San Pietroburgo si rivela ancora una volta amara, il ritorno imminente di Delaney necessario per rendere più dolce il cammino.

Il prossimo impegno dell’Armani Exchange sarà in casa il 26 novembre contro l’Olympiacos mentre i russi saranno di scena ad Atene contro il Panathinaikos. Le squadre ateniesi saranno quindi il prossimo banco di prova per due formazioni che hanno dimostrato, anche questa sera, di avere tutte le carte in regola per poter arrivare fino in fondo.

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