Maurizio Buscaglia ad Area 52: Shavon Shields giocatore e uomo di qualità straordinaria

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Maurizio Buscaglia è stato ospite di AREA 52, il nuovissimo prodotto sul grande basket di Eurolega ed Eurrocup, in programma ogni settimana su Twitch.Tv .

Maurizio Buscaglia, ex allenatore della grande Trento protagonista assoluta sulla scena italiana, senza dimenticare quella europea con la semifinale di Eurocup, oggi Coach di Hapoel Holon e della nazionale olandese, è stato ospite della settima puntata di AREA 52 andata in onda su Twitch nel tardo pomeriggio di martedì.

Tanti i temi toccati con il bravissimo allenatore, maestro assoluto nel saper superare ogni difficoltà e competere con grandi squadre anche quando il talento a sua disposizione è ampiamente inferiore a quello dei rivali.

Inevitabile toccare l’argomento della “sua” Trento, nonchè di alcuni profili che la hanno caratterizzata tra i quali quello di Shavon Shields, oggi tassello fondamentale nella Milano di Ettore Messina, per cui Buscaglia ha speso parole importanti.

Su quella Trento e quella voglia di non farsi battere mai…

«Quella squadra aveva un senso della sfida incredibile. Oltre alle cose che abbiamo pensato per essere differenti, c’era proprio un senso della sfida individuale che li faceva proprio “bad boys”».

«Tutto va rapportato ai giocatori che erano, ci si rifà romanticamente a quei “bad Boys” umilmente, per narrare. Il piacere di difendere è fondamentale. Mi piace quando sento dire “questa squadra non ha voglia di perdere” come ha fatto Trinchieri un paio di volte, piuttosto che Ettore, il quale recentemente ha detto “questa è una squadra di gente seria”. Questa è la base. Provare ad essere differenti può poi essere una chiave, che ti porta a rischi e critiche, ma importante».

Su Shavon Shields, da lui lanciato nel basket di alto livello…

«In Shavon ci credevo io come il club, tutti. E’ un giocatore di una qualità personale umana straordinaria. E’ un uomo di livello, tosto, duro, con una professionalità ed un’etica importante, che dà tanto ai compagni ed all’allenatore anche nei momenti un po’ così».

«Nella prima esperienza giocava da 4, piano piano lo spostammo, ha iniziato ad usare i blocchi sulla palla, ma non dimenticate quella capacità ormai sviluppata in post basso. Questo ne ha fatto un giocatore bidimensionale. Aveva una capacità difensiva, per esperienze precedenti e per come lo avevano allenato, che ti poteva dare delle armi in più. Non mi sono assolutamente stupito di lui e sono stato estremamente contento».

«Non tralascio una cosa importante, non tecnica: lui gioca per i suoi compagni, per le sua squadra. Quando parlavo con lui di Eurolega, lui voleva andarci coi con la “sua” squadra. Poi quel che succede succede, il Baskonia, vai dove vuoi… Questo lo porta a vivere molto bene il presente anche all’interno di una stessa partita, con la capacità di girare certe gare che a volte non partono bene».

Olimpia Bayern

Sul Maccabi protagonista in Eurolega ed appena battuto in Israele…

«Ho un’alta considerazione del lavoro dello staff del Maccabi, che in una delle ultime stagioni mi è piaciuto tanto. Non va dimenticato che non hanno fatto preseason, come va detto che nella nostra vittoria di lunedì non c’era Wilbekin, assenza importante ma che mi ha dato la sensazione di una maggiore circolazione di palla. Credo siano stati importanti quegli ultimi 5 minuti a Milano, in cui è iniziata la partita successiva. Poi arriva la W in Francia con l’Asvel…».

Maccabi

Sull’Olimpia di Messina capolista in Eurolega…

«Per Milano parto dalla serietà che Messina ha sottolineato dei suoi giocatori. Credo che fosse già una squadra forte e che la volontà di fare un “upgrade” sia diventata effettiva, lo hanno fatto. Persone giuste incastrate con altre persone giuste. Un certo tipo di personalità e di caratteristiche di giocatori che rappresentano gerarchia. Su di loro tu puoi lavorare per quello, a parte le indiscusse capacità del Coach che non c’è bisogno di aggiungere. Vedo un percorso importante. bene che siano primi. Vero che la stagione è lunga, ma sottolineiamo che sono primi: quando lo fanno gli altri sono sempre i più belli del mondo…».

«Quando dopo le partite senti tutti noi dire che è mancato il guizzo o questo o quello, è tutto assolutamente vero. Ma quando tu senti da tutti prole come serietà, compattezza, unione, gerarchia, sappiamo tutti cosa fare… Insomma è un parlare di un certo tipo. Mi piace, a volte ci si riesce, a volte no».

Il Punto di Toni Cappellari

Su Nicolò Melli, capace di dominare senza tabellini eclatanti, come il compagno Kyle Hines…

«Sono d’accordo, bisogna guardare la partita e non quel foglio statistico. Ci sono tante situazioni di intelligenza importanti, cose che lui sa fare. Magari non vine da lui il tiro, puoi usarlo tatticamente, giocatore che apre, chiude, sta in determinati quintetti più piccoli e più grandi. Ha sottolineato la fisicità ed il livello che l’Eurolega aveva quando è tornato dalla NBA ma prima l’aveva già messa in campo. Lo stesso Troy Daniels ha sottolineato questo aspetto. Lui è un giocatore che si può dire arma tattica, nel senso della sua capacità di rendere migliori i giocatori che lo circondano».

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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