Il Fenerbahce scherza con l’Unics e conquista la seconda vittoria stagionale

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Fenerbahce-Unics è la storia di una partita che dura meno della Repubblica sovietica bavarese. Meriti e demeriti non possono che essere suddivisi: se, a questi livelli, una squadra assomiglia al Mefistole che puo spezzare il mondo con le sue mani, e l’altra un ritrovo di quattro scalzacani, non possono esserci altre spiegazioni.

Il Fenerbahce batte, umilia l’Unics Kazan 80-41.

Fenerbahce-Unics: venti minuti di garbage time

Per rispetto di Velimir Perasovic parliamo di venti minuti di garbage time, ma potrebbero essere anche di più. L’ingresso di monsieur De Colo, dopo cinque minuti, manda la partita ai titoli di coda. L’Unics, in una serata al limite del vergognoso, non ha il coraggio nè la voglia di provare a controbattere alla verve di Booker (16+5) e Shayok (17 e 5 assist).

Certi minuti fanno salire, alle menti enciclopediche della pallacanestro continentale, i ricordi delle imprese negative della Montepaschi (41 punti nel 2011 contro l’Olympiakos) e del KRKA Novo Mesto (35 punti contro il Cska)

Come non farsi rimpiangere dalla ex: tutti a lezione da mister Lorenzo Brown

Il trentunenne, Lorenzo Brown, fischiatissimo dai suoi ex tifosi del Fenerbahce, fa il possibile per non farsi rimpiangere. Il nativo della Gerogia, reduce da una stagione da 12 punti di media a partita con i gialloneri di Turchia, sembra percorrere la via di Dio, senza credere in Dio: vaga per il campo senza un’idea chiara, gioca con estrema superficialità ed una totale assenza di leadership. Oltre le cifre, la sua prestazione produce lo stesso effetto deprimente della musica del commendatore nel mezzo del Don Giovanni.

Sia chiaro, la sua prestazione risalta soprattutto per il suo status di ex, ma è in buona compagnia: Canaan con 10 punti, 2/16 al tiro e 5 palle perse; John Brown 1 punto e 0/5 al tiro; Hezonja 5 punti, 1/9 al tiro e, per finire, Jarrel Brantley 3 punti con uno scintillante 1/10 al tiro. Se i tuoi uomini chiave beccano, tutti insieme, una serata storta, c’è poco da fare. Ma, in Eurolega, figure del genere non sono permesse.

La vittoria contro il Bayern, aveva acceso gli entusiasmi ed aveva attirato le lodi in casa russa; ma, come si suol dire: la lode stimola gli uomini ma esaurisce in breve tempo il suo effetto.

Ossigeno per Djordjevic

Dopo le ultime due brutte sconfitte europee, stava iniziando ad emergere qualche malumore. Nei due giorni che hanno separato la debaçle di Berlino all’incontro casalingo di questa sera, due figure sono finite nell’occhio del ciclone: Alaksandar Djordjevic e Pierria Henry. In bilico tra passato e futuro in un presente dilatato, sulla testa del coach serbo son caduti i dubbi che avevano dilaniato l’inizio della scorsa stagione sulla panchina della Virtus Bologna; la sconfitta in terra greca contro il Panathinaikos, e, soprattutto, il crollo in terra tedesca avevano evidenziato i limiti di gestione nei finali di gara e di lettura delle partite.

Questa vittoria, pesante per quanto riguarda il risultato e l’importanza, regala ossigeno ad un coach che merita di viversi questa possibilità al meglio.

Per Henry, il risultato non nasconde un’altra prova incolore, resa meno negativa dall’impegno profuso in fase difensiva. Questa sera, dopo i primi errori dell’ex Baskonia, qualche mugugno è salito dalle tribune dell’Ulker Sports. Il risultato puo aiutare il colpo grosso del mercato giallonero ad inserirsi con più tranquillità.

L’altro ex di giornata, all’Unics nella stagione 2018/19, con i suoi capelli neri come la pece ed i suoi occhi scuri come il carbone, deve prendersi le chiavi della squadra di coach Djordjevic, per far si che i progetti ambiziosi dei gialloneri di Turchia possano andare in porto.

Il Fenerbahce scaccia la mini-crisi, strapazza l’Unics ed ottiene la seconda vittoria stagionale.

Nando De Colo, la lumière del Fenerbahce

Fenerbahce Beko Istanbul vs. UNICS Kazan – Game (euroleague.net)

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