Baron rompe l’equilibrio, lo Zenit prevale 70-69

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E’ una partita ruvida e tirata quella che vede in scena l’esordio di Unics e Zenit in uno scontro tutto russo.

La vittoria va, non senza apprensione, agli uomini di Pascual per 70-69.

Zenit Unics equilibrio - Eurodevotion

Analizziamo con i classici tre punti di Eurodevotion un confronto dai due volti.

L’equilibrio

La sfida è combattuta e tesa fin dalle prime battute. Nessuna delle due compagini riesce a prevalere sull’altra per quasi tre quarti, si susseguono in rapida successione sorpassi e contro-sorpassi.

Il punteggio è e rimane basso e il ritmo degli attacchi sempre spezzato, mai fluente. Sicuramente merito di difese di buon livello che sono attente e propongono la giusta fisicità e applicazione per scongiurare le soluzioni altrui, ma in gran parte tutto ciò secondo me è attribuibile anche al fatto che le squadre non hanno potuto fare affidamento sulle pietre angolari dei rispettivi attacchi.

Da un lato assente Napier per le note ragioni, dall’altro Hezonja dopo un inizio dirompente, coi suoi problemi di falli è costretto a stare a guardare spesso e volentieri. E sappiamo quanto queste squadre siano costruite perchè i due talenti abbiano il più possibile la palla in mano.

E allora sono pressochè identici i numeri dei due schieramenti, dalle percentuali, mediocri, ai numeri degli assist, dei rimbalzi, etc.

L’andamento della partita

La svolta, il caos e i parziali

A squarciare l’equilibrio, a variare sul tema di una partita che sembrava continuare sui binari del ping pong delle due avversarie, è uno Zenit che finalmente si sblocca.

E lo fa dove Kazan era stata più brava a limitare il suo gioco.

La squadra di casa infatti aveva posto grande attenzione sia nel proteggere l’area dalla maggiore fisicità degli ospiti, sia nell’evitare di concedere tiri aperti sul perimetro. Emblema ne sono stati i raddoppi sistematici a levare il post agli avversari, seguiti spesso da close-out fulminei a togliere tutti i vantaggi lasciati.

L’emergere delle individualità di Gudaitis e Baron, e la bravura della squadra nel valorizzarli, ha ribaltato tutto questo. Il centro lituano, in una serata di anonimato dei lunghi dello Zenit, si è destato e ha fatto valere tutta la sua stazza (si è spalancato il divario a rimbalzo, 40-26 alla fine), mentre il cecchino ex Stella Rossa si è preso la squadra in mano e ha sconquassato la partita con la sua mira da fuori (12 punti nella seconda metà).

Il risultato è stato un parziale di 23-7 che ha condotto lo Zenit sopra di 12.

Per non farci mancare nulla, è allora l’Unics che si affida a un indemoniato Canaan (13 punti in un amen) che, di rabbia, segna a ripetizione e produce un altro parziale, ma non basta a impedire la sconfitta.

Conner Frankamp

Intrigante esordio per il nuovo playmaker dello Zenit. Per lui 18 punti e 16 di PIR, il migliore della partita.

Lo avevano definito ad Area 52 un mini-Pangos, nel fisico e nelle movenze direi che me lo ha proprio ricordato. Un Pangos con una deliziosa spolverata di Alex Caruso…

E’ evidente che non è Kevin Pangos, e neanche lo sarà nell’immediato futuro.

E’ dimostrato anche dalla sua prestazione, che comincia benissimo e poi si dissolve lentamente nelle pieghe della gara.

Non si può però trascurare come sia stato l’anima della squadra nella prima parte della partita. Dimostra grande intraprendenza, caparbietà e faccia tosta, rare per un esordiente. Gestisce bene la regia, anche se non eccelle nel mettere in ritmo i compagni.

Già era un profilo interessante, ma con Napier ai box ancora per un po’, può essere già il suo time to shine.

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