Dopo la prima uscita ufficiale contro il Paris, e i noti problemi di trasmissione riscontrati nella giornata di ieri, finalmente gli appassionati meneghini e non hanno potuto vedere coi loro occhi la nuova versione delle scarpette rosse di Ettore Messina, di scena ai Paris European Games.
Dalla sfida contro l’Asvel l’Olimpia esce sconfitta per 76-63, piegata dalla verve frizzantina di Jones e Okobo (rispettivamente 15 e 18 punti) e pagando una prestazione poco brillante. Il primo test ufficiale contro una squadra di Eurolega restituisce la squadra all’entusiasmo dei tifosi, che non la vedevano in campo dall’infausta gara 4 delle finali dello scorso anno, ed evidenzia lo stato dell’arte della preparazione biancorossa, sorpresa dagli energici transalpini.
Anche l’Alba, in una partita al cardiopalma, cade, ma serve l’overtime ai pardoni di casa del Paris per prevalere 107-104.
Si conclude così la due giorni parigina, che mette fine alla prestagione dell’Olimpia.
LA PARTITA
Parte subito forte la formazione di coach TJ Parker, che obbliga subito l’AX ad inseguire, e chiude avanti 19-18 la prima frazione. Nel secondo quarto è Milano che lentamente riesce a carburare e sembra star prendendo possesso della sfida col vantaggio sul 26-29, ma è proprio a quel punto che i biancorossi vanno in cortocircuito e concedono agli avversari il bruciante parziale di 14-1 che lascia l’AX a -10 al termine della prima metà (40-30).
L’inizio della terza frazione si dimostra incoraggiante, sono Hines e Shields a illudere l’Olimpia, che si rifà sotto e si riavvicina con forza. La difesa sale di livello, Sir Hines combatte in attacco e in difesa, il danese punisce da fuori, ma questo impeto si esaurisce prestissimo: l’Asvel si dimostra più lucido e sul pezzo e riprende saldamente in mano le sorti del duello, cosicchè il divario rimane pressochè invariato prima degli ultimi 10′ (62-53).
L’Olimpia prova di nuovo a rispondere, in particolare in difesa, nonostante la squadra di Lione continui a mettere in difficoltà il frontcourt avversario con la stazza di Fall e Wembanyama, schierati anche contemporaneamente. L’attacco milanese però è ingolfato e l’Asvel ne approfitta per chiudere definitivamente i conti (76-63).
LA NUOVA OLIMPIA, RIFLESSIONI SPARSE
- Milano, con uno Shields appannato, che altrimenti sarebbe (e normalmente lo è, sempre di più) leader tecnico ben riconosciuto, offensivamente ha faticato a trovare riferimenti in termini di volume di realizzazione. L’attacco non ha infatti trovato continuità durante tutto l’arco della gara, anche per colpa di percentuali di squadra che non hanno certo aiutato e sicuramente di una forma fisica da ricercare nel tempo. Una squadra che ambisce ai traguardi dell’Olimpia dovrà giocoforza incrementare una produzione che oggi ha recitato soltanto 63 punti.
- La difesa ha saputo toccare invece, anche se solo in qualche brevissimo stint, picchi interessanti, corrispondenti spesso alla contemporanea presenza di Melli e Hines sul parquet. Quando gli uomini di Messina hanno saputo aumentare l’intensità e stringere le maglie sono arrivati infatti i pochi parziali favorevoli, ad esempio ad inizio a inizio terzo e quarto quarto.
- Melli è sempre più coinvolto nel sistema offensivo dei biancorossi, in quella veste di facilitatore di cui si è tanto parlato, e che lo ha visto protagonista sin dalle prime azioni: viene cercato e reso importante partecipe dell’impostazione dell’azione. Il neo-capitano di Milano si sta calando sempre di più nel ruolo di fondamentale architrave offensiva e difensiva della squadra.
- Il sistema che ha fatto le fortune di Milano l’anno scorso, sia in attacco che in difesa, che molti avevano creduto potesse evolvere in una forma meno estrema, non mi è parso rivelare tracce di cambiamento. L’inserimento di Grant nel trittico dei playmaker non è sembrato cambiare la gestione del “manico”, la ricerca del rollante nella sua versione più tradizionale non si è vista, così come la difesa è rimasta improntata fortemente sui cambi difensivi. Ne è la prova l’esempio del giocatore che più si pensava avrebbe beneficiato dei possibili cambiamenti, Tarczewski, che ha fatto una prestazione in linea con quelle dello scorso anno ed è stato presto accantonato.
- Le tre nuove guardie dell’Olimpia, chiamate a dissipare i dubbi sul loro conto, offrono impressioni discordanti.
- Grant è totalmente avulso dalla partita, per minutaggio, per responsabilità e per impatto, non incide e viene chiaramente subordinato al collaudato duo Delaney-Rodriguez.
- Hall sembra dei tre quello più integrato nei meccanismi di squadra, ci mette tanta voglia di fare e intensità, ma la mira non lo assiste per nulla (1/10 dalla lunga) e aggiunge anche qualche ingenuità sparsa. Il suo sviluppo è da tenere d’occhio, visto che Messina sembra puntarci parecchio: dopo averlo paragonato a Shields in conferenza, in questa pre-stagione il coach catanese lo ha sempre impiegato con ampia considerazione.
- Daniels per ora viene utilizzato come arma dalla panchina, con licenza di uccidere con il suo tiro mortifero, da capire se si tratta di una scelta dettata dalla duratura lontananza dal parquet dell’ex Lakers, dal momento della stagione, oppure di una precisa scelta. Quello che ci conferma il torneo di Parigi è che non può essere considerato un vero sostituto di Punter, ma il suo unico ruolo possibile è quello del tiratore puro, ruolo che ieri lo ha premiato (19pt), e oggi meno (2/10 complessivo dal campo).
- Particolarmente interessante infine la possibilità intravista di schierare Melli e Mitoglou insieme, che quest’oggi ha saputo dare buoni segnali senza eccellere, anche se le sue ricezioni in post dovranno essere fondamentali nella varietà di soluzioni meneghine. Questa coppia è un intrigante compromesso tra taglia e mobilità che l’Olimpia può mettere in campo: da rivedere.
ANCHE L’ALBA CADE
Chiusura dei Paris European Games anche per la banda tedesca, squadra che anche con la nuova guida tecnica continua a distinguersi per il suo basket ad alto ritmo e che, dopo una partita a lungo contesa, deve lasciare la vittoria alla squadra ospitante.
La gara è a lungo in dubbio, fino a quando anche la sirena finale dice 92-92. Nel tempo supplementare l’alley-oop di Kamagate, lungo 24enne dei parigini (27+11 alla sirena), autografa definitivamente la vittoria. Per l’Alba non basta il losing effort di Marcus Eriksson (24 punti, 6 rimbalzi e 5 assist con 8/14 da tre).