GRAN CANARIA: l’analisi del roster in vista della prossima stagione.

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Dopo l’analisi di ieri sul Lokomotiv Kuban, è giunto il momento di analizzare un’altra protagonista della prossima Eurocup: CB Gran Canaria.

La squadra allenata da Coach Porfi Fisac ha raggiunto, la scorsa stagione, le semifinali della seconda competizione europea, venendo poi eliminata dall’AS Monaco, futura vincitrice del titolo, grazie ad un canestro allo scadere di Rob Gray.

Quest’anno, l’obiettivo è ripetere quanto fatto la scorsa stagione, con l’augurio di riuscire a fare anche quell’ultimo step che consentirebbe di tornare, dopo alcune stagioni, in Eurolega. Per fare ciò, un roster di alto livello è stato costruito dalla società: andiamo ad analizzare quindi i movimenti estivi e le caratteristiche di questo gruppo.

GLI ESTERNI

Reparto esterni, quello di Gran Canaria, che ha visto diversi movimenti durante la off-season estiva.

La prima operazione in ordine cronologico è stata l’addio di Fabio Santana, giocatore che aveva ricoperto, la scorsa stagione, il ruolo di “terzo playmaker”, dietro a Slaughter ed Albicy. L’addio di Santana è chiaramente volto non solo ad aumentare la qualità in cabina di regia, ma anche, soprattutto, ad aumentare l’esperienza internazionale, tanto che, il suo slot, verrà ricoperto quest’anno da Chris Kramer, ultimo giocatore annunciato dal club.

Kramer svolgerà soprattutto il ruolo di playmaker “d’ordine” in questa squadra, dal momento che le bocche da fuoco di certo non mancano, e il suo compito sarà dunque quello di metterle in ritmo e permettere loro di esprimersi al massimo del proprio potenziale.

La prima di queste bocche da fuoco, come le abbiamo definite, è Dylan Ennis, giocatore visto la scorsa stagione in Basketball Champions League con Zaragoza. Ennis è la classica combo-guard americana che può dare una grossa mano a portare la palla nella metà campo offensiva qualora la pressione avversaria fosse molto alta, ma che ha come caratteristica principale la propria vena realizzativa. Il ragazzo è infatti dotato di un corpo da vero e proprio giocatore di football americano, esplosivo come pochi e capace di battere costantemente il suo uomo 1vs1, ma non solo. Questa sua caratteristica gli permette infatti di essere un eccellente difensore sulla palla, qualità non indifferente a questo livello di pallacanestro. Gli unici dubbi riguardano il decision-making: Ennis è infatti un giocatore che segue molto il suo istinto, forte anche delle sue doti fisiche, e spesso questo lo porta a forzare diverse situazioni o ad affrettare troppo i tempi anche quando non ci sarebbe bisogno.

L’altra bocca da fuoco da tenere assolutamente d’occhio è A.J. Slaughter, leader della squadra anche nella passata stagione. Slaughter è un giocatore per certi versi simile ad Ennis, dal momento che, pur partendo spesso da playmaker, sia, in realtà, più una combo-guard con spiccate doti realizzative, come testimoniano i suoi numeri: 15.8 punti con il 38.8% da tre lo scorso anno in Eurocup. Aldilà di questo, sicuramente Slaughter è dotato di maggiore talento offensivo rispetto ad Ennis, mentre quest’ultimo ha capacità atletiche che Slaughter non possiede, necessitando dunque di maggiore “protezione” in fase difensiva. Anche nel caso di Slaughter però, i dubbi riguardano la shooting selection: troppo spesso, specie nei finali di partita, Slaughter tende ad accentrare troppo il gioco su di sè, forzando conclusioni che, vista l’attenzione che le difese avversarie gli riservano, potrebbe tranquillamente lasciare ai compagni, spesso in migliori condizioni. Va anche detto, a onor del vero, che Slaughter è sicuramente uno dei giocatori che più facilmente riesce ad andare on-fire, realizzando anche conclusioni dalla lunghissima distanza (altra caratteristica che lo distingue da Ennis).

A bilanciare l’istintualità di Ennis e il genio creativo di Slaughter vi sarà, anche in questa stagione, Andrew Albicy, playmaker in grado di gestire il pace a livello offensivo e, soprattutto, di portare grandissima difesa sugli esterni avversari. Albicy è sicuramente uno dei migliori 5 difensori sulla palla della competizione ed è questa caratteristica che gli ha permesso negli anni, assieme alla sua personalità non ingombrante, di giocare in squadre di alto livello, come la Nazionale Francese. Chiaro che, al giocatore, non si potrà chiedere di portare punti perchè non rientra nelle sue corde, ma con Slaughter ed Ennis non vi dovrebbero essere problemi: fit ottimo.

Reparto esterni che si completa con Javi Lopez, già visto la passata stagione per 26 gare in maglia giallo-blu. Playmaker di 22 anni, il suo compito sarà quello di allungare le rotazioni in questo settore, al fine di non affaticare troppo il quartetto sopra citato.

LE ALI

Per quanto riguarda il reparto ali, pochi cambiamenti ma molto significativi.

Innanzitutto due conferme, con i rinnovi di John Shurna e Oliver Stevic. Shurna è sicuramente un giocatore non bellissimo da vedere, ma estremamente efficace, soprattutto grazie al suo tiro dalla distanza (40.4% la passata stagione) che permette di aprire il campo. E’ chiaro che non è un profilo al quale si può chiedere di creare in prima persona o di imporre la propria fisicità, non è il suo, ma certamente può essere quel giocatore di complemento che, in una squadra con così tanta qualità tra gli esterni, può portare solidità anche toccando pochi palloni.

Stevic, invece, è un giocatore sicuramente più interno, che si alterna tra i ruoli di 4 e di 5, anche se credo che quest’anno lo vedremo più nella prima opzione visto il reparto lunghi costruito. Il compito di Stevic sarà quello di tenere molto alta l’intensità nei minuti a sua disposizione e dare una mano sotto i tabelloni, dove la squadra è già però ben coperta. Come per Shurna, non un giocatore a cui si può chiedere di creare per sè o per i comoagni.

Due anche gli addii, quelli di Javi Beiràn e Stan Okoye, prontamente rimpiazzati da due nuovi arrivi: Nicolas Brussino e Miquel Salvò.

Brussino è sicuramente il giocatore più talentuoso di questo reparto, capace di colpire dalla distanza e di attaccare il ferro battendo 1vs1 il proprio uomo, ma anche di passare molto bene il pallone e leggere bene le diverse situazioni di gioco. Giocatore completo se ce n’è uno, il punto debole del giocatore argentino, che può vantare più di 50 presenze in NBA, è sicuramente l’incostanza. Brussino alterna momenti in cui dà l’impressione di essere materiale da Eurolega senza se e senza ma, ad altri dove invece sembra quasi un soggetto estraneo al gioco. Qualora dovesse sistemare questo suo punto debole, come detto, saremmo di fronte ad un dei giocatori con maggiore potenziale di tutta la competizione.

Salvò ricoprirà invece il ruolo di riserva di Brussino, permettendo così di far rifiatare il giocatore ex Zaragoza per almeno una quindicina di minuti a partita, nei quali dovrà cercare di rendersi utile a rimbalzo (205 cm) e di garantire una ulteriore opzione offensiva che permetta di non dipendere, in quel frangente, unicamente dagli esterni. Inoltre, Salvò potrà anche portare quella mentalità vincente che un po’ manca a questa squadra, avendo lui vinto due Basketball Champions League con Burgos.

I LUNGHI

Il reparto lunghi è sicuramente quello cambiato, in proporzione, di più. Salutati Matt Costello, diretto al Baskonia, Jacob Wiley, al Buducnost, e il giovane Balcerowski, due sono stati gli arrivi sotto canestro.

Primo fra tutti colui che ricoprirà il ruolo di centro titolare: l’ucraino Artem Pustovyi, visto l’anno scorso al Barcellona.

Pustovyi è un centrone di 216 cm che darà grandissima presenza a rimbalzo agli uomini di coach Fisac, oltre che intimidazione in fase difensiva. A questo livello, il giocatore rischia di rivelarsi una aggiunta di grandissimo livello, avendo già mostrato di poter tenere il campo anche al piano superiore. I motivi che hanno portato Coach Jasikievicius a lasciarlo andare non sono assolutamente tecnici, bensì attitudinali. Pustovyi spesso si dimentica di quello che sono le dimensioni del suo corpo non riuscendo ad incidere come dovrebbe e perde di efficacia col passare dei minuti in campo: non sarei sorpreso se Fisac lo facesse partire titolare ma limitasse il suo minutaggio a una ventina di minuti di media, al fine di aumentare notevolmente il suo impatto (le qualità tecnico-fisiche suggerirebbero di farlo giocare almeno 30 minuti in Eurocup).

L’altro arrivo è Ilimane Diop, direttamente dal Baskonia, altro giocatore di assoluto livello per la Eurocup. Pur essendo alto anche lui 216 cm, Diop è un giocatore molto più atipico di Pustovyi: la sua qualità principale è infatti quella di poter aprire il campo e colpire anche da 3 punti, aspetto da non sottovalutare assolutamente a livello tattico. Anche per lui, come per altri giocatori, vi è qualche dubbio sulla costanza di rendimento, mai stata il suo punto di forza, ma è una scommessa assolutamente da fare a questo livello.

A chiudere il reparto vi è poi il giovane Khalifa Diop, che non sarei sorpreso dovesse giocare anche minuti importanti nell’arco della stagione grazie alle sue doti atletiche.

L’ANALISI DEL ROSTER DI GRAN CANARIA

Un roster, quello di Gran Canaria, che come avete potuto capire si basa su un principio molto semplice: alto rischio, alta resa.

Sì perchè le scommesse, se si considera che l’obiettivo è arrivare fino in fondo, non sono poche, ma potenzialmente la resa potrebbe essere grandiosa. In ambito finanziario lo chiamano ROI, return on investment appunto, quello che i dirigenti di Gran Canaria sperano possa essere il più alto possibile, perchè loro hanno investito a tutti gli effetti. Hanno investito su Brussino che, quando lo si guarda giocare, fa sempre pensare a come sia possibile che uno con quel talento non giochi in Eurolega da anni; hanno investito su Pustovyi, che ha tutto per dominare ma ancora non è riuscito a farlo; e hanno investito su Diop, profilo perfetto del lungo moderno ma che, a livello caratteriale, è ancora molto fragile. Starà a Coach Porfi Fisac far rendere l’investimento nella maniera ottimale e, dunque, si può dire che pure su di lui, in fondo, Gran canaria abbia investito.

Da un punto di vista più tattico, mi aspetto una squadra molto sbilanciata verso il reparto esterni, sia a livello realizzativo, che a livello di responsabilità, tuttavia non mi stupirebbe se, nel corso della stagione, i lunghi dovessero emergere sempre di più e potessero diventare una certezza ulteriore. Come detto il potenziale c’è.

La Gran Canaria Arena, sede delle partite casalinghe del CB Gran Canaria.

Il reparto che lascia invece meno convinti è quello delle ali, dove vedo il solo Brussino capace di costituire una valida opzione alternativa nei momenti di grossa difficoltà, e dunque vedo il rischio che le rotazioni possano rivelarsi corte, o quantomeno inefficaci in questo settore.

Coach Fisac spingerà sicuramente per sviluppare il gioco offensivo su due principi cardine: tiro da tre o palla dentro, evitando soluzioni intermedie. I giocatori sono quelli giusti, capaci nella maggior parte di colpire dalla lunga distanza e di battere l’uomo, compreso lo stesso Diop. L’unica eccezione è Pustovyi, che però sarà il vero punto di riferimento per il gioco interno della squadra: le sue ricezioni profonde potranno mettere in seria difficoltà le difese avversarie e, in caso di chiusura in area, permetteranno di riaprire per i diversi tiratori sul perimetro.

Sul piano difensivo, Gran canaria pare una squadra solida, seppur con qualche eccezione. Qui l’obiettivo numero 1 sarà spingere gli avversari in area dove, grazie alla presenza di Diop e Pustovyi, non avranno vita facile. Qualora questo dovesse essere fatto e funzionasse a dovere, Gran canaria potrebbe aver trovato una sicurezza non da poco, specialmente in partite dentro-fuori.

Gran Canaria parte subito dietro alle tre grandi favorite della competizione, nel tier two direbbero gli americani, ma è pronta ad andare oltre, e può riuscirci: il reparto esterni è sicuramente il quarto di tutta la competizione.

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