Euroleague players 2018/19: “The Mike James show” o una pericolosa tendenza a sprofondare?

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LA CARRIERA

In America si chiama “roller coaster”, da noi è il classico ottovolante. Con una tendenza pericolosa alla parte che riguarda le discese vertiginose.

La Grant High School di Portland è la partenza, il viaggio proseguirà, al piano di spora, tra Eastern Arizona College e Lamar University. Coi Gila Monsters gialloviola viene indicato come #40 tra i giocatori di junior college.

Nel 2010 si muove verso la Division 1: a Beaumont, Texas, c’è la Lamar University. ne mette anche 52, in una notte di gennaio 2011 in cui i suoi Cardinals distruggono Louisiana College 114-62. Meglio, per livello dell’avversaria, farà contro la Kentucky campione del 2012: 29 punti.

La carriera universitaria si chiude la primo turno del torneo 2012 nella sconfitta contro Vermont. C’è la laurea, in “Studi generali”.

La sua prima avventura in Europa risale alla stagione 2012-13, quando il nativo di Portland firma, ad agosto, con il KK Zagabria, ma la sua esperienza croata termina pochi mesi dopo a dicembre. Attenderà febbraio per trasferirsi in Israele all’ Hapoel Galil Elion.

Nel luglio del 2013 arriva in Italia e firma alla Paffoni Omegna (all’epoca in Divisione Nazionale A Silver). La compagine piemontese chiude la stagione in quarta posizione, ma ai playoff Omegna viene eliminata da Casalpusterlengo. Mike James chiude la regular season con 22.7 punti di media e 5.2 assist e 13,5 punti e 2,8 assist di media ai playoff (le foto seguenti risalgono alla prima avventura italiana, grazie alla cortesia di Fabrizio Lorenzi)

Altra stagione ed altro trasferimento per @TheNatural_05 (account Twitter di MJ) che prima va in Grecia al Kolossos Rodi per poi approdare nel dicembre del 2014 al Baskonia, club con il quale farà l’esordio in Turkish Airlines EuroLeague.

Nell’estate del 2015 arriva la Summer League coi Phoenix Suns ma firma con il club basco per un’altra stagione. Scelta azzeccata, visto che arriverà fino alle F4 di Berlino, dove il suo Baskonia cade in semifinale contro il Fenerbahçe.

L’Eurolega si è accorta eccome di questo straordinario talento: il Pana lo firma ad inizio luglio 2016 e sarà trionfo in campionato coppa nazionale, mentre l’avventura europea dirà 13,1 punti e 3 assist, con una valutazione di 13,1.

Il Fenerbahçe, sempre gli stessi turchi dell’anno precedente, si riveleranno ostacolo insormontabile. Nel 3-0 della squadra di Obradovic gioca una gara 2 ottima, da 22 punti, ma è “losing effort”.

Phoenix è ancora nel destino e la firma è dell’estate 2017. Il “two way” resta in realtà un “one way”, perchè la G-League nemmeno la vede. I numeri ci sono, tanto che il contratto diventa effettivo ad inizio dicembre ma il regalo di Natale anticipato, il 23 dicembre è un taglio. Qualche nostra fonte ci parla di alcuni comportamenti “rivedibili”.

Dopo una breve parentesi ai Pelicans, c’è il ritorno ad Oaka, dove è accolto come un sovrano.

12 gare da 16,2 di media, una notte magica contro il Maccabi da 27, poi i Playoff, ancora una volta “respingenti”. C’è il Real di Laso e Doncic, quello che non farà prigionieri sino alla fine. In Grecia, oltre che per le grandi prove sul campo, viene ricordato anche per una vetrata di Oaka che si scontra con la sua mano…

Luglio 2018 vuol dire Olimpia. Pianigiani gli dà le chiavi della squadra, anche qualcosa di più. L’Olimpia del Pireo, con lui e Nedovic al comando, è la più bella di sempre in Eurolega. 19,8 a serata, 6,8 assist ed un popolo ai suoi piedi che canta “MVP, MVP!” in quella già menzionata magica notte del Forum, ancora una volta contro l’Olympiacos, da 31 di valutazione.

La settimana dopo si va a Madrid ed è forse il punto individuale più alto: il canestro del 18-30 fa alzare in piedi tutto il Wizink Center, i 35 punti sono il modo di tenere in partita la squadra. Che però perde, come perderà poi contro Pana, Fener ed Efes.

La notte di Desio fa esplodere il malcontento della tifoseria biancorossa e quell’MVP cantato dall’arena milanese pochi giorni prima diventa contestazione aperta. E’ storia di “timeout” in fondo alla panchina, di tentate fughe dal parquet, di insubordinazione varia. Ma è soprattutto storia di una squadra che nelle ultime quattro gare subisce 92, 95, 104 e 101 punti. L’Eurolega chiede altro. E Messina vorrà altro quando subentrerà all’allenatore di Siena in quella primavera.

Se ne diranno tante, troppe, su quella separazione, finché, solo due anni dopo, non viene resa pubblica la mail con cui il nuovo Coach milanese chiuderà la porta alla prosecuzione del rapporto con il giocatore.

«Come forma di rispetto, voglio comunicarti personalmente la mia decisione: per mia scelta, non avrai spazio nella nostra squadra la prossima stagione. Come ti ho detto nelle nostre conversazioni telefoniche quando ho preso il controllo dell’Olimpia a giugno, ho il massimo rispetto per il tuo talento ma sono preoccupato dalla lunga lista di comportamenti e violazioni delle regole di squadra che hai avuto nella passata stagione. Ti ho chiesto in modo esplicito se ti sentivi di garantire di attenerti agli standard disciplinari dentro e fuori dal campo che adotteremo da qui in avanti: non ho mai avuto un impegno verbale completo al riguardo. Il fatto che nessuno nella squadra, a qualsiasi livello, ti abbia mai parlato o ti abbia mai multato per i tuoi comportamenti per me è completamente irrilevante. L’unica cosa che conta è che questi comportamenti non saranno mai tollerati sotto la mia guida, da qui in avanti, da ogni persona facente parte della squadra. Dopo le nostre conversazioni telefoniche ho parlato con membri del Panathinaikos, dei Phoenix Suns e persino coi tuoi coach giovanili. Quelle conversazioni hanno rinforzato le mie convinzioni: credo che, nonostante il tuo incredibile talento, in un ambiente controllato ci sono rischi troppo elevati che tu possa violare le regole e diventare un problema per la squadra, più che una risorsa. Non sono disponibile a correre il rischio che quei comportamenti possano accadere durante la stagione. Se capitassero, mi troverei a dover prendere provvedimenti estremi troppo tardi. E sarebbe ingiusto verso la squadra, la proprietà e i tifosi dell’Olimpia Milano».

C’è un mercato effervescente, c’è un Cska alle prese con l’uscita di tanti eroi di Vitoria, c’è un Chacho Rodriguez che è per molti un giocatore di Valencia ma che alla fine sceglie Milano, ed ecco che arriva la chiamata di Itoudis.

Rischio? Follia? Ha sbagliato Messina a mandarlo via o Itoudis a firmarlo? A posteriori sappiamo tante cose, allora il dibattito era aperto.

La prima stagione moscovita scorre senza problemi. Il Cska tutto nuovo si guadagna i Playoff senza patemi: 19/9 alla sospensione e quarto posto nonostante perda subito anche Clyburn, James produce 21,1 punti ed un eccellente 20,9 di valutazione. La primavera 2020 è storia di Covid, non sapremo mai cosa avrebbero detto Playoff e Final 4.

Il 2020/21 conferma inizialmente le buone cose precedenti, il talento è decisivo e pare assolutamente in linea con le premesse del 19/20. Ma c’è un tappeto che non può nascondere la polvere, quella che inizia ad inquinare l’ambiente prima della gara con il Baskonia, Round 8 di Eurolega. James non ci sarà, provvedimento del club. La squadra vince, il prodotto di Lamar di è reintegrato per la trasferta di Kaunas, dove ne arrivano 27 perfetti, con anche un cambio chiesto per stanchezza dopo lo sforzo notevole… in difesa. Dal 29 ottobre, due turni prima della gara incriminata col Baskonia, sino al 30 dicembre, data del successo a Milano, il Cska è una corazzata inaffondabile: 12 W e dominio totale.

Il resto, diverso, lo faranno gli infortuni ed il Covid, oltre che i comportamenti dello stesso James. Che durante quel periodo piazza un serie di gare da 27, 25, 28 (le prime tre dopo la sospensione), 16, 36, 11, 20, 31 e 20, tirando in maniera spettacolare e guidando i suoi in quel periodo magico.

Itoudis, prima della gara di fine anno a Milano, ci dirà, tra le altre cose: «La gente pensa che le triple da nove metri siano forzature, ma Mike ci lavora, tanto. Sono tiri che ha nelle sue corde».

Tutto bene quindi? Nemmeno per sogno, non dimentichiamo l’ottovolante. La discesa, volontaria, è ad un passo.

Un dopo partita molto acceso a seguito della sconfitta interna col Fenerbahçe del 22 gennaio è uno dei momenti più intensi della crisi che arriverà allo scontro finale durante una gara di VTB, tra voci su permessi accordati o meno, vicende personali del giocatore e prese di posizione chiare del club ma soprattutto di Itoudis.

Sono i giorni in chi qualcuno arriva persino a scrivere che il Cska potrebbe separarsi dal Coach greco a favore del giocatore… Follia, non scherziamo. James va ai Nets, la scelta è di Itoudis: a Brooklyn fa benino ma non abbastanza da ottenere il rinnovo per il 21/22. E’ ancora sotto contratto coi moscoviti, la vicenda contrattuale deve ancora esser risolta, poiché quel prestito sino a fine stagione è una cosa mai vista prima in questi contesti.

In queste ore sta lavorando coi Lakers, è una possibilità, magari l’ennesima.

Uno dei più grandi talenti visti sui parquet di Eurolega proverà la risalita oppure cercherà ancora una volta di percorrere solo la discesa di quel maledetto ottovolante che è la sua carriera?

Nella foto di Backdoor Podcast il famigerato timeout di Desio

PS DICONO DI MIKE…

Abbiamo raccolto i pareri di alcuni giornalisti e commentatori che hanno avuto modo di seguire da vicino le gesta del giocatore soprattutto durante il suo periodo milanese. Senza alcun dubbio il più discusso atleta del continente, da qualsiasi parte la si voglia vedere, vi è una certa convergenza delle opinioni nella direzione delle difficoltà caratteriali contrapposte al talento sconfinato.

Fabrizio Lorenzi (Repubblica): «Era l’estate del 2013 e ricoprivo il ruolo di team manager alla Paffoni Omegna. La società e coach Giampaolo Di Lorenzo mi chiesero di visionare quattro giocatori americani e di sceglierne uno da acquistare. Rimasi folgorato dal talento cristallino di Mike James e dissi che era lui l’uomo da prendere. Oltre a noi sulle tracce di Mike, c’era anche Biella, ma alla fine il giocatore americano decise di firmare con noi e la scelta fu azzeccata perché conquistò il titolo di miglior realizzatore del campionato. Tra gli aneddoti più piacevoli ricordo quando andavamo a vedere le partite dell’Olimpia Milano in Eurolega e lui mi diceva che aveva tutte le carte in regola per arrivarci a quel livello. Quando firmò con Milano era molto felice, ma poi a fine stagione non vinse nulla e quello fu il più grande rammarico». 

Massimo Pisa (Repubblica): «Considero Mike James un grandissimo giocatore di pallacanestro, ma  quando è arrivato a Milano non era l’uomo adatto al contesto. Dal punto di vista cestisco c’è ben poco da dire ed i numeri parlano da soli, ma il vero problema di Mike James è che non sa gestire la figura del leader. Ci sono due momenti emblematici che racchiudono Mike James: il timeout nella gara persa a Desio contro il Pana e il tiro da oltre i nove metri nei playoff contro la Dinamo Sassari». 

Sandro Pugliese (Il Giorno): «E’ stata un’annata particolare la sua a Milano perchè Pianigiani gli diede completamente la chiavi in mano della squadra. Raramente nel basket moderno, soprattutto in Europa, si vede un giocatore con così tanta libertà di azione. All’inizio certamente è stata una delle spinte propulsive della squadra, ha permesso di ottenere risultati importanti anche in Eurolega. La squadra andava dietro al suo leader e lo stesso ne traeva forza. Poi qualcosa si è rotto e questo meccanismo è diventato un boomerang, tanto che la squadra è letteralmente implosa. A livello di talento individuale è probabilmente il giocatore di maggior talento arrivato a Milano in tutti gli anni 2000, ma non è riuscito a diventarne il vero leader, non solo per colpa sua, ma anche per colpa sua».

Roberto Nardella (TuttoSport): «Dal punto di vista del gioco nulla da dire, uno dei più forti nell’era Giorgio Armani. Non posso dire lo stesso per quanto concerne l’aspetto caratteriale e ci sono due immagini che fotografano perfettamente il concetto. Il famoso timeout di Desio e poi quella tripla senza senso da oltre 9 metri contro Sassari».

Vincenzo di Schiavi (Gazzetta dello Sport): «Appena è sbarcato a Milano si sapeva che sarebbe stato al centro del progetto tecnico della squadra. I suoi primi mesi milanesi furono davvero molto positivi. Dal punto di vista tecnico un giocatore straordinario, ma dal punto di vista caratteriale molto complesso da gestire. Il fatto di avere cosi tanta responsabilità gli ha messo un’enorme pressione e questo ha giocato a sfavore dell’Olimpia e di coach Simone Pianigiani, soprattutto nei momenti decisivi (Desio con il Pana e a Sassari nei playoff)».

Fabio Cavagnera (Real Olimpia Milano): «Mike James? Talento cristallino, puro di quelli che ti fa saltare sulla sedia di casa o su quelli dei seggiolini del palazzetto, con delle giocate da grandissimo campione. Ha la capacità di fare canestro in qualsiasi modo e momento e non tutti hanno questa fortuna. E’ in grado di far vincere la sua squadra con giocate decisive, come abbiamo visto anche a Milano ed infatti ad un certo punto della stagione i tifosi milanesi invocarono il coro MVP, MVP, MVP. Poi c’è il cosiddetto “lato oscuro”, il Mike James che si mette lontano dai compagni durante il timeout, quello che sembra fare “sciopero” durante la partita e quello che quando si trova un giocatore che lo mette in grossa difficoltà come Calathes lo manda in confusione. Questo è ciò che manca per fare quel salto di qualità. Messina non ci ha pensato un’istante e lo ha mandato via, lo stesso vale per la sua avventura al CSKA dove ha litigato con Itoudis». 

Luca Guazzoni (ANSA): «Doveva dimostrare di poter essere il leader di un progetto vincente, “vendicare” la scelta del Panathinaikos di dare i “big money” a Calathes ed invece ha dato ragione a tutti i suoi detrattori. Tecnicamente nulla da dire: materiale Nba, rebus per tutti in Eurolega con 20 a sera. Ma a lungo andare l’anarchia cerebrale di un essere umano non capace di stare nelle regole di uno spogliatoio ha vanificato un talento sconfinato, rendendo brutale la mediocrità della stagione, culminata poi con la grande rivoluzione di Armani».

Alessandro Maggi (Real Olimpia Milano, Sportando): «Il giocatore arriva all’Olimpia Milano con grande carica perchè realizza il sogno di essere uno dei protagonisti in Eurolega in un club prestigioso come Milano. Fin da subito si capì che aveva una marcia in più rispetto agli altri. L’inizio di stagione è devastante. Il giocatore domina sia in LBA ed Eurolega e nel momento di down lui il suo lo fa. Il momento culminante è la tripla della vittoria con l’Efes. Poi però arriva la pesante sconfitta di Desio contro il Pana e da quel momento anche dal punto di vista fisico le cose non vanno nel verso giusto. Lui è un leader troppo silenzioso».

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