#2 NICOLO’ MELLI (Olimpia Milano)
Non sarà il giocatore più spettacolare d’Europa, non avrà, a volte, tabelloni che fanno girare la testa, ma quello che può portare Nik Melli ad una squadra è di incalcolabile valore, praticamente unico.
E’ un 4, fatto e finito. Può giocare da 5 ma dev’essere chiaro che in quel caso si riduce il suo impatto di molto, se non in situazioni particolari. Il fatto che si tratti di uno dei professionisti più seri e con l’etica lavorativa maggiore che vi sia in tutta l’Eurolega fa sì che si sappia adattare a mille situazioni senza batter ciglio, con il bene della squadra come idea di fondo di ogni sua giocata.
Saper stare coi piccoli, sfruttare i mismatch ed aver una doppia dimensione: se queste sono tre delle situazioni più importanti nel gioco di oggi, beh allora con Melli si dormono sonni tranquilli.
207 gare a 7,4 punti e 4,7 rimbalzi dicono qualcosa, ma non certamente tutto di un atleta che nella fase difensiva del gioco è in grado di dominare come pochissimi altri. Sì, con Nik si difende in 6, o meglio, ci può stare anche che qualche compagno non sia esattamente una saracinesca, perchè come copre il campo dietro lui lo fanno in pochissimi altri, forse i soli Tavares e Henry, per impatto, sebbene in ruoli differenti.
Poi ecco, per quella fase offensiva che a volte viene sottovalutata, giova ricordare che il reggiano ha piazzato una gara da 28 con 7/10 da due e 4/6 da tre oltre a 6 rimbalzi: no, non era una partita qualunque, era la finale 2018.



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