Euroleague story 2011/12: Della maledizione estinta, della Petaktari

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Le Final Four

La semifinale Olympiacos-Barcellona è Vassilis Spanoulis contro Juan Carlos Navarro. Due che l’Nba la snobbarono per giocare, e vincere, in Europa. Poco da dire, i greci erano più forti, ma figli di anni di maledizioni.

Non può essere scontata una semifinale in simili condizioni. Non lo sarà contro il Barcellona che annovera Huertas, Lorbek e Ingles. L’Olympiacos può contare su Dorsey, Sloukas, Hines, Antic, Law e Mantzaris, ma viene da una stagione regolare appena sufficiente (record 6-4, ko con Cantù), e da un 3-3 alle Top16 prima di un convincente 3-1 con Siena.

Negli ultimi cinque minuti di una gara a basso punteggio il parziale dirà 6-8. Decisiva una tripla di Vassilis Spanoulis in isolamento a 1.09 per il 66-61, mentre Huertas affretta i tempi per il frontale del controsorpasso a 37’’ prima della splendida giocata, ancora, di VSpan dopo il p&r con Dorsey.

Cska-Panathinaikos quindi. Che dire? Stagione che si rivelerà perdente e di chiusura per la coppia Obradovic-Itoudis ad Atene. Vuole invece vincere il Cska, che ha alzato il trofeo nel 2007-2008, ma è reduce dall’unica annata della storia senza un titolo in VTB, conquistato dal Khimki di Vitaly Fridzon.

Dall’Olympiacos è arrivato Milos Teodosic, emerge il talento di Alexey Shved, ma il colpo si chiama Andrey Kirilenko. Forse il giocatore russo più forte di ogni epoca, certamente l’uomo immagine di un’EuroLeague che l’armata rossa non può fallire.

10-0 il record in stagione regolare, 5-1 nelle Top16, 3-1 la serie playoff con Bilbao. Due soli ko in stagione, con il Galatasaray a Istanbul e con i miracolosi baschi di Fotis Katsikaris e Aaron Jackson.

2.03, è 60-64 Panathinaikos però. A 108’’ una conclusione tutt’altro che morbida di Alexey Shved si inerpica fino in cielo prima di precipitare nella retina, Kirilenko stoppa Batiste e a 38’’ Milos Teodosic trova il sorpasso dall’angolo dopo geniale dai-e-vai su rimessa dal fondo con Kryapa.

Obradovic perde la testa per un paio di fischi, Milos trema dalla lunetta e fa 0/2, ma Dimitris Diamantidis, all’ultima Final Four della sua incredibile carriera, gestisce malissimo l’ultimo pallone…

La finale. Si è detto tutto di quel 13 maggio a Istanbul. L’Olympiacos che segna 20 punti nel primo tempo, Cska che tocca il +19 dopo 27’ prima di incassare un 14-0 che riapre i giochi.

E improvvisamente, la maledizione dell’Olympiacos, diventa la maledizione di Teodosic. Lui, che ha lasciato la Grecia per vincere. Lui, che vede rientrare la sua ex squadra in finale. Lui, che quando si entra negli ultimi cinque minuti decide di fare tutto da solo, con due triple corte e due palle perse risibili.

La rimonta è ossigenata da Giorgios Printezis, che giganteggia in post-basso con Krstic, Kirilenko e Khryapa, e Kostas Papanikolaou, l’atro nascente europeo, con la tripla del -4 a 3.03. 

Milos sente il fiato sul collo, a 2.33 perde palla e poi lascia uscire il pallone convinto di avere ancora il possesso, poi a 17’’ fa solo 1/2 dalla lunetta lasciando a un solo possesso gli avversari. Quindi, lo 0/2 di Siskauskas

Qui, il tempo, si ferma. Per Vassilis Spanoulis, tutto diventa eterno nel suo silenzio, i confini paiono allargarsi. Kyle Hines taglia per evitargli la pressione a tutto campo di Shved, poi converge su di lui in punta lasciandogli possibilità di ingresso solo da sinistra. 

Teodosic non crede nello scarico verso Mantzaris sul lato forte e fa bene, Krstic invece che retrocedere resta in punta su Hines, e allora è Kirilenko a dover convergere verso la mezzaluna per chiudere un facile appoggio a KillBill, lasciando Printezis libero lungo la linea di fondo.

Printezis, il tiro più famoso della storia di Eurolega moderna
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