FINAL 4
Due gare differenti confezionano una finale tutta da godere.
Nel più classico dei “low scoring game” il Barça supera il Cska 64-54, vendicando l’evento finale del 2009. Rubio domina con 10 punti ed 8 assist, in una gara che pareva sui binari voluti dal Cska. Il punteggio è il più basso della storia delle Final 4 in 10 anni.
Fran Vazquez, Navarro e Lorbek sono fondamentali nel successo catalano.
Pashutin, dall’altra parte, ha parole chiare: «Abbiamo ruotato 6 uomini, eravamo stanchi. Specialmente Sasha Kaun».
Ci vuole un OT per risolvere la seconda semifinale, perchè la sopresissima Partizan non ne vuole spere di mollare.
Il supplementare arriva per la prima volta alle Final 4 dal 2004 ed è garantito da un rimbalzo con schiacciata di Childress su un tiro di Teodosic che non ha toccato il ferro. L’avesse fatto, parleremmo di un’altra storia.
Lo stesso giocatore, come Teodosic, Kleiza e Bourousis segnerà 4 punti nel prolungamento che darà ai “reds” la finale.
“Losing effort” straordinario per Bo Mc Calebb: 21, 4 assist e 4 rubate in una gara talmente equilibrata che persino la valutazione finale di squadra dice 84 ad 84.
Abbiamo aperto parlando dell’attesa per una grande finale equilibrata ed eccoci quindi a raccontare una storia ben diversa.
Il Barça si impossessa del titolo praticamente già nel primo quarto, sul 28-19. Non si volterà mai indietro, grazie ad un Navarro da 21, giustamente MVP ed una qualità decisamente superiore, attestata dal 18/10 nel rapporto assist/perse contro il misero 10/12 avversario.
C’è tanto Xavi Pascual in questo successo, uno dei Coach più completi sulla totalità dei 28 metri.
L’Europa si tinge di blaugrana. Strameritatamente: in nove mesi solo Partizan e Real hanno tolto una W agli uomini di Pascual.