Euroleague Players 2009/10: Juan Carlos Navarro, il dominatore

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LA CARRIERA

Detto degli inizi e di quel magico 23 novembre 1997 in cui la Liga vede l’alba di una nuova era, la svolta è probabilmente datata 2001.

Il ragazzo di Sant Feliu comincia a giocare con continuità, i minuti in ACB salgono a 22, in Eurolega addirittura 27’48” di media e le retine di tutta Europa cominciano a frusciare.

C’è Pau Gasol con lui, sfortunato in quella stagione per i gravi infortuni: cosa sarebbe stato il Barça se il campionissimo che ha appena concluso la sua carriera con la nazionale fosse rimasto in Catalunya? Facile dirlo, inarrestabile.

Ma Pau vola in NBA, dove ritroverà l’amico a Memphis, nel 2007/08. Anche qui le retine riceveranno un trattamento setoso da Juan Carlos, che ne mette 10,9 in 82 gare, ma il richiamo del play è troppo forte e culminerà nel 2010 di Parigi, appunto, la consacrazione.

La carriera prosegue ad altissimo livello ma il Barça non è la squadra dominante in Europa di oggi o di inizio millennio, quando nel 2003 fu servito un memorabile “grande slam” con Liga, Copa del Rey ed Eurolega.

La lista dei trofei con il proprio club continua comunque ad arricchirsi: 8 Liga, 7 Copa del Rey e 5 volte la Supercopa, nonchè i due successi in Eurolega sono quasi nulla rispetto alle decine e decine di riconoscimenti individuali.

Ma “la bomba” è un vincente, dei premi individuali si interessa poco, ed ecco che allora arrivano anche i trionfi della dominante generazione spagnola con la maglia della nazionale.

Lo sappiamo, un catalano si sente catalano prima che spagnolo, ma la “roja” non può prescindere da uno come JC.

E’ ancora Marco Arcari a chiarirci il rapporto con la maglia della nazionale:

«Perché se c’è un qualcosa che ha diviso e, al tempo stesso, unito la Spagna, per lo meno quella sportiva, quello è stato Juan Carlos Navarro. Odiato sportivamente dagli amanti della camiseta blanca quando “El Rey” difendeva i colori blaugrana del suo unico amore; idolatrato quando portava in giro per il mondo i vessilli della monarchia cattolica, anzi cattolicissima, di Spagna, seppur con un numero di maglia diverso (il 7, anziché l’11)».

Il 2008 ed il 2012 olimpici sono il punto recente in cui gli USA sono stati più vicini alla sconfitta: la finale di Pechino resta una delle più belle partite di sempre. Non esiste argento che sia quasi oro, ma esiste la grandezza di un gruppo di cui “el rey” è uno dei leader assoluti. Sarà poi bronzo anche a Rio.

L’apice arriva però nel 2006, col titolo mondiale. E’ proprio la splendida Saitama Super Arena, teatro dei giochi appena conclusi, a celebrare il successo spagnolo. Nel 70-47 finale Navarro ne mette 20, al solito miglior realizzatore con Garbajosa. La Grecia, quella che aveva sorpreso il mondo battendo gli USA in semifinale, non può nulla.

Eurobasket è terra di conquista abituale per quella nazionale: oro 2009 e 2011, argento 2003 e 2007, bronzo 2001 e 2017. Già con le rappresentative giovanili era stato oro nel 1998 con l’U18 e nel 1999 con l’U19.

Juan Carlos Navarro, “la bomba” o “el rey” che dir si voglia è secondo per numero di punti totali nella storia dell’Eurolega moderna, con 4152, dietro a Spanoulis e con il solo De Colo potenziale minaccia alla sua posizione. Con 623 detiene il record di triple segnate, ben difficilmente battibile da chiunque, forse Sheved…, mentre guida anche a livello di tentativi dall’arco, con 1669. Soltanto Jankunas (375), Spanoulis (358) e Reyes (357) hanno giocato più gare di lui nel massimo trofeo continentale: qui la minaccia è concreta da parte di Printezis (340), Hines (321), Llull (309) e Rodriguez (299), nonchè da uno Sloukas fermo a 280 ma decisamente più giovane ed in grado di superare tutti.

L’ultimo ballo in Eurolega è datato 5 aprile 2018: “la bomba”, a che se non sa ancora di essere fuori dal progetto della stagione seguente, saluta con… 5 bombe. Quella retina, quando alza la mano “el rey”, non smetterà mai di frusciare.

La cerimonia di ritiro del suo numero 11, ad inizio 2019, lo rende definitivamente immortale. Il ruolo attuale di dirigente del club ne è chiara testimonianza.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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