Euroleague Players 2007/08: Matjaž Smodiš, umiltà al servizio della squadra

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Non tutte le stelle del basket, i giocatori a cui i tifosi si affezionano di più, sono quelli che si sanno mettere in vetrina sin dalla prima vittoria. Matjaž Smodiš è riconosciuto ovunque abbia giocato come grande lavoratore, non una
superstar, ma un umile “leader ombra” perfetto per chiunque abbia condiviso lo spogliatoio con lui. Proprio questo suo carattere oltre ad essere un grande picchiatore sotto canestro, l’hanno reso uno dei giocatori più apprezzati nel
primo decennio dei 2000, nonché uno dei più vincenti in Eurolega.

Tanti grandi campioni hanno condiviso il parquet con lui: Manu Ginobili, Antoine Rigaudeau, Gianluca Basile, Milos Vujanic, Theo Papaloukas, Ramunas Siskauskas, David Andersen e Trajan Langdon, solo per citarne alcuni. Un giocatore in particolare è stato invece la sua ispirazione: Rasho Nesterović, sloveno come lui, “big man” come Smodiš e il suo accostamento al centro NBA, vera stella in patria, è stato forzato soprattutto quando Smodiš arriva in Virtus per vincere, proprio come Nesterović.

Matjaž Smodiš festeggiato dai compagni

LE ORIGINI

Matjaž Smodiš nasce il 13 dicembre 1978 a Trbovlje (Slovenia) nell’allora Jugoslavia, per cui non riuscirà comunque mai a giocare. La piccola cittadina slovena si trova a qualche chilometro da Novo Mesto ed è proprio al KRKA Novo Mesto che inizia la carriera tra i pro di Smodiš, a soli quindici anni. Porto e casa di passaggio per diversi campioni sloveni Eurolega come Zoran Dragic, Sani Becirovic e Jaka Lakovic, KRKA è stata per Smodiš vero e proprio trampolino per il grande basket, così come Smodis è stato per KRKA una bandiera.

Arriva quindi il debutto in prima squadra nel ’94 e nel giro di poco tempo consolida il suo ruolo in campo (ala forte) mettendo in mostra un ottimo “jumper“, sua principale qualità, oltre a guadagnarsi la fama di picchiatore, tanto che viene soprannominato “Rocky“. L’ultima stagione al KRKA però è quella che lo presenta al basket di vertice europeo, vince il campionato da protagonista (2000) e viene nominato All-Star slovena nel ’99 e nel ’00, con 20 punti, 8 rimbalzi e il 40% da 3, battendo l’Olimpia Lubiana, fino a quell’anno imbattibile in patria.

Anche la Nazionale gli concede due vetrine importanti: ai FIBA EuroBasket Under-22 1998 organizzati dall’Italia a Trapani, trascina insieme a Jaka Lazovic, Goran Jurak e Primoz Brezec, la “baby” Slovenia all’argento. Battuti in finale dalla Jugoslavia di Igor Rakocevic e Marko Jaric (di cui qui abbiamo raccontato la storia). Ai FIBA EuroBasket 1999 vinti dalla Nazionale italiana, Smodis si afferma come una una delle rivelazioni dell’edizione. 19 punti e 8 rimbalzi nella prima uscita, 27 con 5/8 da tre nella seconda gara del primo girone, poi l’uscita dai giochi al secondo girone.

Sembrava ancora un “bambino” quando nell’estate di quell’anno lo chiama (non senza problemi burocratici legati alla Bosman) Roberto Brunamonti, storico play della pallacanestro italiana e allora direttore sportivo della Virtus Bologna di coach Ettore Messina. Intervistato sul “grande salto” afferma:

Credo di dover alzare il mio livello di gioco. Campionato sloveno e Saporta sono una cosa, quello italiano e l’Uleb un’altra, ben differente e più complicata. Sono qua per migliorarmi e provare a vincere qualcosa di pesante. Per farlo dovrò sistemare un paio di cose: calare qualche chilo, come m’ha fatto notare lo staff tecnico, per aumentare il mio dinamismo, e potenziarmi nella parte superiore del corpo. Dovrò affrontare gente più alta e grossa, quindi meglio avere le armi per tener duro. La possibilità di crescere non mi mancherà: so che qui si lavora molto, anche individualmente.

Matjaž Smodiš al suo arrivo in Virtus

Al primo anno (2001) migliora ulteriormente come giocatore e vince più di “qualcosa di pesante”. La stagione 2000/01 (prima della New Era Eurolega) è quella del Grande Slam Virtus (Eurolega, Scudetto e Coppa Italia) impresa riuscita storicamente a poche squadre, che vi abbiamo raccontato qui:

Matjaž Smodiš  è uno dei protagonisti nella sua prima stagione in Italia

Nella stagione 2001/2002 Smodiš e compagni potrebbero ripetere l’impresa. Vince la Coppa Italia di Forlì in finale contro Siena, ma si scaglia contro due squadre biancoverdi. In campionato perde in semifinale contro la Benetton Treviso (vincitrice di stagione) mentre in Eurolega si arrende nella Final Four di casa sotto i colpi di Bodiroga e Kutluay, quindi mancata doppietta, sfortuna che si ripeterà per coach Messina e Smodiš.

La stagione rimane comunque una delle migliori per lo sloveno che viaggia in doppia cifra di media per punti e con 6 rimbalzi a partita. Molti cambiamenti nella stagione 2002/03, partendo dalla panchina dove arriva Valerio Bianchini e con cui Smodiš non riesce ad andare d’accordo, via invece Brunamonti e Messina, le due persone che lo avevano portato in italia: “Vive di ricordi” afferma il vate su Matjaz. Contratto in scadenza e rapporti rotti anche con l’allora presidente Madrigali, così come alcuni problemi alla schiena a rovinarne la stagione.

Smodiš e Jaric a rimbalzo, entrambi vincenti con entrambe le bolognesi

L’estate 2003 è quella della radiazione. Quindi Virtus e Smodiš si separano, non senza screzi, visto il “salto del fosso” in maglia Fortitudo, per cui spiegherà:

“A Bologna è incredibile. La gente, quando si presenta, prima ancora di declinare le generalità e dire nome e cognome, ti chiede per chi fai il tifo. Sei della Virtus o sei della Effe? Il derby è una partita speciale. Davvero. Vado in Fortitudo dove c’è un allenatore tosto, Jasmin Repesa. Mi convince Zoran Savic, lavoro tanto in palestra.

Smodiš sul cambio lato del Reno

La sua decisione non è stata accolta con favore dai tifosi di nessuna delle due parti, ma grazie alla sua professionalità, ha conquistato abbastanza presto i cuori dei tifosi della Fortitudo.

Già dal primo anno si integra subito molto bene nel sistema della squadra di coach Repeša, raggiungendo la finale di campionato, poi persa contro il Montepaschi Siena di Giacomo Galanda, David Vanterpool e David Andersen, più volte incontrato in carriera, sia da avversario che da compagno di squadra. Il traguardo più importante raggiunto quell’anno dalla Fortitudo sono le Final Four di Eurolega, prime nella storia societaria.

Nella semifinale contro Siena, Smodiš risulta decisivo per la vittoria dei biancoblù, con 14 punti, 4 rimbalzi e 2 assist ma nella finale contro il Maccabi Tel Aviv gioca una delle sue peggiori partite con 2 punti e 0 rimbalzi in 14 minuti, ma tutta la squadra non è da meno, per una finale che aveva già qualcosa di storico nella storia biancoblù.

Smodiš in una contesa con Chiacig

La stagione 2004/05, ancora in maglia Fortitudo, arriva un’altra grande conferma di Smodiš ad alti livelli nella sua esperienza italiana, infatti la Fortitudo quell’anno vince il campionato con l’Instant Replay al Forum, grazie al grande apporto dello sloveno, che nei playoff della Climamio viaggia a 12 punti e 7 rimbalzi di media.

I cinque anni a Bologna mi servono come passaporto per il Cska. Sono fortunato anche a Mosca…Lì tocco con mano cosa sia la perfezione. Una struttura di altissimo livello”.

Smodiš sul passaggio Bologna-Mosca

LA STAGIONE 2007/08

Smodiš al Cska: l’umile campione

Quindi dopo cinque anni e 167 partite in Italia, con 10,1 punti e 4,7 rimbalzi di media, Smodiš cambia paese e clima. Il trasferimento in Russia al CSKA avviene su espressa richiesta di coach Messina:

“Quando ho firmato per il CSKA nell’estate del 2005, ho chiesto al presidente, Sergey Kushchenko, tre giocatori per provare a vincere l’Eurolega: Trajan Langdon, David Vanterpool e Matjaz appunto. Non è stato facile, perché c’era un altro grande club che voleva ingaggiarlo come l’Olympiakos, ma ce l’abbiamo fatta. Se Smodis non fosse stato con noi in quegli anni meravigliosi, il CSKA non avrebbe vinto due titoli di EuroLeague dopo 35 anni“.

Carattere di un guerriero, con talento e forza fisica. Giocatore versatile, un combattente, un leader silenzioso. Su questa premessa, a un altro primo anno in una nuova squadra, come in Virtus, arriva un altro Grande Slam: campionato russo, coppa di Russia e, 35 anni dopo l’ultima vittoria del CSKA, l’Eurolega. Superba partita di Smodiš nella semifinale contro il Barcellona, in cui mette a referto 17 punti e 12 rimbalzi, oltre ai 12 punti e 8 rimbalzi nella vittoria contro il Maccabi.

La stagione successiva, il CSKA gioca un’altra finale contro il Panathinaikos di Obradovic ad OAKA. In una partita indimenticabile, il Pana vince per soli 2 punti, 93-91, nonostante un’altra grande prestazione di Smodis: 18 punti e 3 rimbalzi.

La stagione 2007/08 è solo la consacrazione di un campione che a soli 29 anni raggiunge successi toccati da pochi giocatori nella storia del basket europeo. Nell’anno della celebrazione del 50° anniversario della competizione europea a Madrid, Smodiš alza per la terza volta in carriera l’Eurolega. Negato uno storico terzo Grande Slam personale, per via del Khimki che gli nega la vittoria della Coppa di Russia.

In semifinale, nonostante lo 0/7 da 3, porta comunque il solito grande contributo alla causa con 14 punti e 6 rimbalzi, nella vittoria sul finale contro il Tau di Splitter e Prigioni. In finale quindi la storia si ripete e ancora una volta la vittima è il Maccabi Tel Aviv (91-77) con Smodis che in finale mette a referto 13 punti e 5 rimbalzi.

Smodiš in marcatura su Vujcic

LA CARRIERA

Nella stagione successiva inizia la fase calante della sua carriera, se di calante si può parlare. Nella stagione 2008/09, quella di un’altra rivoluzione per il roster CSKA, Smodis viene nominato capitano, diventando il primo giocatore non russo a ricevere la “fascia”. Se i rossoblù sono l’incubo del Maccabi, il Pana rovina un’altra volta la festa a Smodiš e compagni in finale a Berlino (73-71).

Nel 2009/10 per Matjaz Smodiš arriva un grave infortunio alla schiena, da sempre un suo cruccio, con annessa operazione. Riesce però a mettere un’altra tacca sulla sua lunga carriera, giocando le Final Four di Parigi di quell’anno, settima partecipazione per quello che si può considerare un quasi abbonato tra le prime 4. A fermare il Cska sul 65-54, il Barcellona, poi campione in quell’anno.

Dopo sei anni meravigliosi al CSKA, due Euroleghe, sei campionati russi e due coppe di Russia, nell’estate 2011, Smodiš torna alle origini firmando per il Cedevita Zagabria a 33 anni. Trattasi di ritorno a casa perché Novo Mesto è a pochi chilometri dalla capitale croata. Dopo tanti anni in Eurolega figura bene anche in EuroCup con 8,2 punti e 3,8 rimbalzi di media. A fine stagione il vero e proprio ritorno a Novo Mesto.

Si unisce alla squadra solo dalla seconda metà stagione in avanti, aiutando Krka a vincere il titolo del campionato sloveno. Smodiš rimane quindi una bestia nera degli arcirivali dell’ Union Olimpija Ljubljana, spazzati via con un 3-0 netto nella serie. Gara 3 giocata a Lubiana e nella vittoria Krka sul 71-61 Rocky mette la firma con 21 punti, vincendo il premio di MVP della finale. Ha concluso la sua carriera nel 2013 come l’aveva iniziata nel 2000, vincendo il titolo.

Smodiš campione a fine carriera

In campo un combattente, fuori un omone gentile, umile e alla mano. Un dirigente Fortitudo ci ha raccontato come:

Conosciuti pochi campioni così umili e alla mano come lui. Un’altra sua passione era la cucina. In una trasferta a Novo Mesto ci ha offerto un maialino al forno a casa sua [ride]

La passione per la buona cucina e il suo farsi apprezzare come persona sono stati tra i suoi più forti collanti con Bologna:

“Quando posso torno a Bologna. Per riabbracciare i vecchi amici. Per provare qualche ristorante. Perché Bologna ha tutto. Un clima che mi piace, una cucina eccezionale. Tifosi molto caldi che ti fanno sentire speciale”.

In pensione dal campo, Smodiš ha aperto una scuola di basket a Novo Mesto. In una carriera così titolata, manca forse il viaggio oltreoceano e un successo in nazionale, ma i fortunati appassionati di basket Europeo hanno giovato delle prestazioni dentro e fuori dal campo, di un umile campione al servizio della squadra, Matjaž Smodiš.

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Riccardo Corsolini

Appassionato di Sport in generale, nato e cresciuto con la pallacanestro in testa e nelle mani. Scrivo della mia squadra e di Eurolega su Eurodevotion, tentando di prendere il ferro.
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