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Euroleague players 2004/05: Nikola Vujčić, Principe del pitturato

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Quando si porti la memoria al Maccabi due volte campione d’Europa nel 2004 e nel 2005 i primo nomi che balzano alla mente sono indubbiamente quelli di Anthony Parker e Sarunas Jasikevicius, probabilmente due degli interpreti più forti dei rispettivi ruoli nella storia dell’Eurolega. Così, davanti a cotanto talento, cade un po’ nell’oblio la completezza di cui era dotata quella versione del club israeliano.

Prendiamo un nome a caso: Nikola Vujčić. Per chi ha avuto la fortuna di vederlo giocare: ma quanto caspita era forte il centro titolare di quella squadra? Chi scrive ha avuto una volta il privilegio di parlarne con chi lo ha affrontato sul campo da pariruolo. La frase (quasi) precisa era questa: “Ho affrontato tanta gente forte nella mia carriera, ma Nikola Vujčić mi fece veramente il c**o a strisce, la sua completezza offensiva era impressionante”. E allora, ripercorrendo la stagione 2004/05, ci addentriamo nella storia di questo lungo fortissimo. Perché di esterni, nel 2021, si parla già a sufficienza.

Le origini

Nikola Vujčić nasce jugoslavo, per la precisione in Croazia, nella cittadina di Vrgorac (Vergorazzo, italicamente parlando), situata nell’entroterra della Dalmazia. La data è quella del 14 giugno 1978. La sua carriera giovanile si svolge però a circa un centinaio di chilometri da casa, più precisamente nello storico club del KK Spalato, celebre per aver regalato al mondo della pallacanestro Toni Kukoć. Proprio per l’Airone di Spalato Vujčić nutre una profonda devozione, che si tradurrà nella scelta, per tutta la sua carriera professionistica, di giocare con il numero sette sulle spalle.

Ad appena diciassette anni, come da buona tradizione jugoslava, questo centro di 211 centimetri fa il proprio esordio in prima squadra, sempre vestendo la casacca del KK Spalato. Con la sua squadra natia Vujčić vince soltanto la Coppa di Croazia del 1997, ma riesce a raggiungere per due volte la finale del campionato nazionale. Soprattutto, il giovane talento inizia a calcare i parquet del grande basket europeo, giocando 57 gare tra Suproleague ed Eurolega e altre 28 in Saporta Cup. Ormai il valore del giocatore è chiaro a tutti: negli ultimi due anni in patria viaggia a 17.3 e 15.9 punti di media. E’ ora di lasciare il nido.

La lunga storia d’amore fra Nikola e il Maccabi Tel Aviv potrebbe nascere già nell’estate 2001, quando il croato interrompe il rapporto con il KK. Gli israeliani si aspettavano infatti di perdere Nate Huffman, un imponente lungo che ai tempi era considerato lo statunitense più forte d’Europa. Vujčić era stato individuato come suo rimpiazzo e venne quindi firmato. Solo successivamente Huffman decise di rinnovare con il Maccabi, che spedì dunque il proprio nuovo centro in prestito in Francia. L’avventura fuori dai confini croati di Nikola Vujčić comincia così all’Asvel Villeurbane, partecipante all’Eurolega 2001/02.

Nikola Vujčić comincia la propria carriera fuori dalla Croazia con la maglia dell’Asvel

In questa stagione, il centro croato guida l’Asvel alla conquista del titolo nazionale francese, che mancava in bacheca da ben 21 anni. L’avventura di squadra in Eurolega si conclude in maniera sfortunata, quando la classifica avulsa con Perm e Pesaro nega ai francesi la possibilità di guadagnarsi le Top 16, nonostante un percorso da otto vittorie in quattordici partite. Le cifre di Vujčić sono comunque impressionanti: 18 punti, oltre 7 rimbalzi e quasi due assist a partita, per un bagaglio tecnico di dimensioni enormi. Adesso sì, il Maccabi lo sceglie come nuovo lungo titolare.

Al primo anno in Israele le cifre rimangono impressionanti e la vittoria del campionato e della coppa nazionale è di fatto una formalità. L’avventura europea si ferma però al girone di Top 16, dove la Benetton Treviso di Ettore Messina si dimostra uno scoglio insuperabile, nonostante la selezione di Nikola Vujčić nel secondo quintetto della competizione, riconoscimento poi bissato nell’annata successiva.

Il ritorno di Anthony Parker e l’arrivo di Sarunas Jasikevicius preannunciano un Maccabi da titolo per l’anno successivo. Il campionato e la coppa nazionale vengono messi nuovamente in bacheca e il percorso nelle prime due fasi di Eurolega è da autentica schiacciasassi.

Alle Final Four il Maccabi, prima di asfaltare la Fortitudo Bologna in finale, vince una guerra in semifinale contro il CSKA Mosca, anche grazie a un Vujčić da 14 punti e 7 rimbalzi. Con Jasikevicius il croato forma ora l’asse play-pivot più forte d’Europa e, dopo aver vinto tutto nel 2004, prova a rifarlo nel 2005, grazie a una squadre che, nelle parole del play lituano, aveva un quintetto da NBA (Tal Burstein e Maceo Baston completavano la lineup).

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La stagione 2004/2005

Il Maccabi si presenta dunque ai nastri di partenza della stagione 2004/05 come la squadra da battere, mentre Nikola Vujčić è chiaramente il miglior centro d’Europa. Il croato mostra grande costanza anche nella nuova stagione. Nel girone eliminatorio è costretto a saltare tre partite per un infortunio, ma va in doppia cifra in otto delle undici che gioca, evidenziando anche ulteriori miglioramenti nella capacità di essere un regista aggiunto per la sua squadra. Alla quarta giornata, infatti, contro Pesaro distribuisce la bellezza di 9 assist, praticamente un Nikola Jokić ante litteram.

Nelle Top 16 il livello delle prestazioni si alza ancora e la vittima preferita è un’altra squadra italiana. Contro la Montepaschi Siena Vujčić sforna infatti una prova da 30 punti con 9 rimbalzi, tirando 13/18 da due punti, giusto per dimostrare ancora una volta quanto fosse dominante nel gioco vicino al ferro. Dai 13.1 punti della prima fase si passa ai 16 della seconda, con un 66% al tiro che vuol dire qualità, talento, classe.

È particolare quanto avviene nella serie playoff di quarti di finale contro Pesaro. In una gara uno dominata dal Maccabi (88-60) non necessita il contributo del fuoriclasse dalmata, che si ferma ad appena due punti segnati. Per l’ennesima volta, però, Nikola mostra un’innata tendenza ad alzare il livello quando conta. Nella tiratissima gara due nelle Marche (100-103) il tabellino parla di 26 punti con appena tre tiri sbagliati dal campo (anche 2/2 da tre punti) e 30 di valutazione, una cifra che lo rende MVP della partita che riporta il Maccabi alle Final Four.

Nikola Vujčić decisivo anche nelle Final Four del 2005

A Mosca, dove si deve difendere il titolo conquistato l’anno prima, Vujčić gioca una semifinale tutto sommato “normale” per i suoi standard, limitandosi a 11 punti con 5 rimbalzi. Anche la finale contro il sorprendente Tau Vitoria di Dusko Ivanovic non regala una memorabile prova realizzativa (13 a referto), ma fa vedere, nel caso non fosse ancora chiaro, che razza di passatore sia il croato, capace di distribuire 7 assist, diversi dei quali innescando dal post alto i tagli di Maceo Baston, una delle chiavi della vittoria finale.

A fine stagione dunque il Maccabi ha vinto tutto per il secondo anno consecutivo. Ma ora iniziano ad avvenire alcuni cambiamenti nel roster. Il più importante di tutti riguarda Sarunas Jasikevicius, che decide di tentare la sorte in NBA. Nikola Vujčić sceglie di dichiarare ancora il proprio amore per il club israeliano, e con Anthony Parker al proprio fianco proverà a riuscire nell’impresa del three-peat.

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La carriera

Nonostante la partenza di Saras, la squadra di Pini Gershon è protagonista di un’altra eccellente campagna europea. Alla primissima giornata, contro il Prokom, Vujčić riscrive la storia dell’Eurolega, facendo registrare la prima tripla doppia nella storia della competizione (11 punti, 12 rimbalzi e 11 assist). Il Maccabi, nonostante qualche sconfitta di troppo (9-5), accede alle Top 16, dove vince il girone. La serie playoff contro l’Olympiacos è piuttosto impegnativa e la brutta prova del croato in gara due spinge il tutto alla decisiva gara tre, dove viene fuori la maggiore esperienza israeliana.

Alle Final Four, nella rivincita dell’ultima finale, il Maccabi elimina il Tau in semifinale e Nikola Vujčić è protagonista della solita prova a tuttotondo con 16 punti, 8 rimbalzi e 7 assist. Arrivati alla finale, è la volta del nuovo CSKA di Ettore Messina, finalmente in grado di superare la maledizione della semifinale e a caccia del primo titolo europeo dal 1971. Il nativo di Vergorazzo si scontra con la durezza di Aleksey Savrasenko e produce una prestazione ampiamente insufficiente. Il CSKA, guidato da un magnificente Theodoros Papaloukas, torna sul tetto europeo e pone fine alla serie di successi del Maccabi, che ora vede salutare anche coach Gershon e Parker.

La durezza di Savrasenko e di tutta la difesa del CSKA è un problema anche nel 2006/07, quando Vujčić conclude la serie contro i moscoviti tirando con un inusuale 9/17 da due punti e non riuscendo a trascinare i suoi all’ennesima Final Four.

Nella stagione ancora successiva, il Maccabi riesce a tornare ancora una volta all’atto finale, dopo un’ottima fase a gironi e la vittoria in tre gare contro il Barcellona. La stagione di Vujčić è tormentata dal punto di vista fisico e culmina in una finale da appena due punti segnati. L’incubo si chiama ancora CSKA, con cui Messina vince la propria quarta Eurolega. Per il croato si chiude la peggior annata per punti segnati (9.6).

Dopo sette anni al Maccabi, Nikola Vujčić sceglie l’Olympiacos

In estate è tempo di cambiamenti anche per Vujčić, che dopo sette anni lascia Israele per firmare un biennale con l’Olympiacos. In Grecia ritrova l’amico Jasikevicius, nel frattempo approdato al Panathinaikos di Obradovic. Contro i Greens, in un durissimo derby di semifinale, si sarebbe arreso proprio l’Oly. Vujčić segna 14 punti, ma tirando solo 6/14 dal campo e mostrando i segni di quello che pare ormai un lento declino.

Nel 2009/10 il croato vede ridursi minuti e punti segnati (7.4). Parte ormai stabilmente dalla panchina. I greci questa volta riescono ad arrivare fino in fondo, battendo in semifinale il sorprendente Partizan Belgrado. Il Barcellona di Xavi Pascual si dimostra però troppo forte, vincendo la finale in maniera netta (86-68). La Final Four è amara per Nikola Vujčić, che gioca 2 minuti in semifinale e 4 in finale, sommando un totale di due punti segnati. A fine stagione, la sua avventura greca si conclude.

A stagione già iniziata, il 25 ottobre del 2010 il lungo prova a giocarsi un’ultima carta in Eurolega, accordandosi con l’Efes Pilsen. L’annata confermerà il definitivo abbassamento delle cifre statistiche, per un giocatore che sembra giunto al viale del tramonto. I turchi si fermeranno alle Top 16.

A quell’anno risale, tra l’altro un divertente aneddoto. Nella stessa stagione Jasikevicius firma con il Fenerbahce, il che porta Vujčić a dire alla moglie che “anche quest’anno mi sa che non avrò il bonus per il campionato vinto”, ricordando le sonore sconfitte subite ai tempi della Grecia, quando il pick and roll di Jasi, Dimitris Diamantidis e Vassilis Spanoulis era un enigma per il croato e i compagni di reparto.

Trascorreranno due stagioni conclusive, entrambe con la maglia del KK Spalato. Poi nel 2013, all’età di 35 anni, Nikola Vujčić annuncerà il ritiro, chiudendo così una carriera da grandissimo. La carriera di chi ha saputo ergersi, a suon di prestazioni, a miglior giocatore del Continente nel proprio ruolo, portando a casa vittorie individuali e, soprattutto, di squadra. La carriera di un vero e proprio Principe del pitturato.

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