Troy Daniels, una sentenza dall’arco per i sogni di Milano

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I ROCKETS, L’INIZIO

Il 21 febbraio 2014 è la data spartiacque. Il contratto con Houston, anche se immediatamente rispedito ai Vipers, porta al debutto di marzo nella lega allora di Davide Stern.

Poco più di un minuto e mezzo contro i Magic, ma comincia tutto lì. Un paio di ritorni al piano di sotto, ma ci siamo.

La primavera del 2014 vede sbocciare il vero Troy Daniels.

La sua personalissima “liberazione” giunge il 25 aprile di quell’anno, con la tripla che porta avanti i suoi Rockets in gara 3 di Playoff contro Portland.

Sarà ancora Houston, poi Minnesota, dove non andrà benissimo. Due mesi dopo ecco Charlotte ed ecco i 24 contro Toronto, che verranno superati dai 28 dell’anno seguente, sempre in maglia Hornets. Ed in quell’occasione la retina viene scossa ben otto volte dalle conclusioni oltre l’arco.

L’aggiornamento del “career high” è siglato vestendo i colori dei Grizzlies, con cui firma nel luglio 2016. 31 con sei triple che saranno 7 tre giorni dopo quando dirà 29. E 29 diventa un numero magico in termini di date: quel giorno di dicembre ne mette 22 nell’ultimo quarto contro i Thunder, pareggiando il record di Greg Anthony. Sì, quello della leggendaria UNLV dello “squalo” Jerry Tarkanian, quello che giocò la memorabile stagione 1990 con la mandibola rotta e fu determinante nell’indimenticabile trentello rifilato alla Duke di Coach K e Christian Laettner.

La stagione seguente a Phoenix segna la miglior media punti (8,9) ed i maggiori minuti giocati (20,5). Piovono triple e record di franchigia anche qui, pareggiando gente del calibro di Gerald Green e Shannon Brown. E si aggiorna di nuovo il “career high”, 32, con altra seratina da 7/10 oltre l’arco. 27 gare di fila con almeno un tiro da tre vogliono dire superare Wesley Person, non uno a caso da quelle parti.

Infine i Lakers, parentesi non delle più esaltanti, sebbene gli venga dato l’anello del 2020 nonostante il taglio di marzo. La parte più bella? Il rispetto di Lebron e di tutta la franchigia, che lo taglia prima della “deadline” per i Playoff, in modo da garantirgli una possibilità in più. Che sarà Denver.

Con Lebron si parla di futuro

«Che onore essere stato parte di un’organizzazione straordinaria come i Lakers». Non tutti parlano così dopo un taglio.

Denver è parentesi poco significativa, sebbene ci siano i Playoff, prima di un anno di inattività che chiuderà proprio questa settimana con la firma per l’Olimpia.

(4/5, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)

A Phoenix si aggiornano i record

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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