Efes, Barça, Olimpia e Cska: sono cambiati gli equilibri di Colonia?

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OLIMPIA MILANO

Ad un tiro dalla finale in una stagione spettacolare macchiata da quello 0-4 italiano che ancora non si è né digerito né capito.

Serve una rivoluzione ad una squadra così? La risposta più logica è no, ma non va dimenticato che l’Olimpia di Messina è andata spessissimo oltre i propri limiti, che erano chiari ma che l’allenatore ha saputo nascondere dietro ad un sistema di squadra perfetto. Queste cose il Coach le sa bene ed i correttivi arrivati ed in arrivo non è poco urbano ritenere che vadano proprio in questa direzione.

Ovvio, nessuno si sarebbe atteso l’addio combinato di Punter e LeDay, dopo l’ottima stagione giocata, ma qui intervengono anche dinamiche di mercato che colpiscono chiunque, ancor più dopo 17 mesi strani come quelli vissuti.

Il nucleo italiano non si è dimostrato all’altezza, un po’ per valore proprio, un po’ per lo scarso coinvolgimento in stagione, Datome a parte. Anche qui c’e da lavorare.

Ed allora cosa meglio di un Nicolò Melli, ovvero uno che l’Eurolega prima di oltrepassare l’oceano, la gestiva a piacimento nel suo ruolo, come valore aggiunto di un intero sistema di squadra e come tassello fondamentale del mosaico di Zele Obradovic, non uno a caso…? Colpo stratosferico, senza se e senza ma. Tenendo ben presente che servirà un poco di pazienza, poiché, come già visto nel caso di Poirier al Real, arrivare da più di un anno di scarsissimo utilizzo, richiede un riadattamento agonistico non semplicissimo. Pazienza, quindi, ma il valore assoluto è altissimo.

Serviva stazza presso il ferro senza rinunciare ad un profilo che conoscesse bene il gioco? Dino Mitoglou, uno dei migliori in quel ruolo.

Se Davide Alviti non può al momento essere considerato di impatto fondamentale, gli arrivi di Devon Hall e di Jerian Grant devono certamente dare tanto sin da subito. Gli addii di Roll e Micov, come quello di Brooks peraltro, erano ampiamente previsti, quello di Punter certamente no ed allora in quei ruoli, da 1 a 3, serve crescere dove si è sofferto, soprattutto atleticamente.

Non è questione di ottimismo o pessimismo, è solo realismo: se ne sono andati due profili che hanno dato moltissimo, ne arrivano due come Hall e Grant, unitamente a quel tiratore che ad oggi pare essere Troy Daniels, che devono garantire altrettanto rendimento. Sulla carta sono buoni giocatori, non fenomeni, ma vale ricordare come gli stessi Leday e Punter non fossero arrivati accompagnati da squilli di tromba.

Milano sarà certamente più lunga dal punto di vista atletico, più presente al ferro, cambierà meglio coi lunghi grazie a Melli, ma resta priva di un centro di valore con presenza fisica che possa dare respiro ad Hines. La permanenza di Tarczewski è un obbligo di mercato, una sorta di scelta non voluta verso un atleta che è stato messo ai margini dal suo stesso staff. Mitoglou e Melli saranno sufficienti in quel ruolo di 5 a supportare Hines? Giova ricordare che nella pallacanestro moderna non si parlerà pure di ruoli a favore delle posizioni, ma che Melli è un 4, come Datome è un 3. In altri ruoli possono fare benino a tratti, ma se ne perde una buona fetta di valori.

Un’ultima considerazione vale per il trio dei campioni Hines, Rodriguez e Datome. Restano campioni assoluti, ma un anno in più può contare eccome a questa età: la loro gestione sarà fondamentale, magari rinunciando a qualcosa in ottica di stagione regolare italiana.

Se poi si dovesse provare l’affondo su Tonut si aggiungerebbe molto, soprattutto in ottica LBA, ma è un discorso tutto da vedere.

L’Olimpia 2021/22 parte da buone basi ed è assolutamente in grado di confermarsi ad alto livello. Che possa scalare quelle due posizioni che la porterebbero in cima l’Europa è da verificare sul campo, così come deve essere allontanato dalla psicologia del gruppo quel verdetto nazionale che non può non avere lasciato qualche scoria negativa nella testa di tutti.

(3/4, scorri in fondo per cambiare pagina e proseguire la lettura)

Kevin Punter, addio doloroso per Milano?

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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