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Eurolega, dalla Grecia una storia sul Fenerbahçe con basi che lasciano parecchi dubbi

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Eurolega vagamente interessata a rivelazioni della stampa greca che parlano di eventuali violazioni ai protocolli COVID su basi molto poco solide.

Come riportano anche un paio di siti internazionali, il giornale greco “Efimerida ton Sintakton” ha pubblicato ieri un articolo in cui sostiene che il capo della Protezione Civile greca, Nikos Chardalias, avrebbe permesso l’ingresso nel paese ellenico a 4 membri della delegazione del Fenerbahçe con febbre alta, in violazione quindi dei protocolli anti COVID in vigore.

Ovviamente è partita l’indagine della giustizia greca.

Il fatto si sarebbe verificato lo scorso ottobre, due giorni prima della gara di Oaka in cui i “greens” prevalsero poi 82-68.

Cinque giorni dopo un membro della squadra greca risultò positivo e l’intera squadra fu messa in quarantena e costretta a rinviare le gare contro il Promitheas, in patria, e con lo Zenit, in Eurolega.

E’ ovvio come si debba indagare sulla veridicità di quanto scritto dal media, mentre era altrettanto scontata, come poi avvenuto, la reazione di Nikos Chardalias, il quale ha richiesto che vengano presentate le prove sulla base delle quali il giornale e chi ha scritto basano la loro teoria.

Aggiunge lo stesso Chardalias di «non essere stato informato di alcun membro della delegazione del Fenerbahce che presentasse sintomi relazionabili al Covid» e che «la sola concessione fatta è stata in base ai protocolli di Euroleague e FIBA per far entrare nel paese la squadra turca, arrivata con un volo charter, poiché in quel periodo i voli tra Turchia e Grecia non erano permessi. Tutto il resto del protocollo è stato rispettato mentre non era prassi, in quel momento, la prova della temperatura a tutti i passeggeri».

In attesa del pronunciamento delle autorità giudiziarie greche risulta in ogni caso molto particolare pensare ad un’eventualità del genere, poiché con tutti i controlli cui erano sottoposti i giocatori e tutti i membri degli staff di Eurolega (e non solo), anche più volte ogni settimana, come si può pensare che viaggiassero 4 persone con simili sintomi? Come si può pensare che in presenza di quei sintomi, in piena stagione, un club si prenda dei rischi simili?

Va poi aggiunto, per chiarezza, che nelle settimane seguenti non vi è stato alcun caso di COVID all’interno del gruppo Fenerbahçe.

Francamente ad oggi, in mancanza di ulteriori evidenze, ci pare una storia che fa abbastanza acqua.

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