Kevin Punter, una scelta tanto inattesa quanto rispettabile

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LE ORIGINI E LA CARRIERA CI DICONO CHE…

Nel 2012 un test accademico (SAT) insufficiente gli precluse i college di Division 1 e quindi gli atenei più prestigiosi. La delusione terribile, la voglia di mollare tutto e dare un calcio ai sacrifici fatti per andare alla Body of Christ Academy di Raleigh proprio per costruirsi un futuro, la retrocessione a State Fair CC vissuta come un fallimento.

Tutte cose che tolgono certezze al giovane Kevin Xavier Jr, già un po’ insicuro di suo in quel «Non mi era chiaro cosa fare del mio futuro».

Coach Kevin Thomas lo fece svoltare, accendendo il fuoco dell’etica lavorativa e del sacrificio per raggiungere i proprio obiettivi. Tennessee, i Volunteers parvero rinascita.

“UNDRAFTED”! Altra mazzata nel 2016, con Papagiannis alla 13, Yabusele alla 16, Zipser alla 48, Bentil alla 51 e Bolomboy alla 52, tutta gente che quest’anno KP ha guardato dall’alto in Eurolega.

Lavrio, Anversa, Rosa Radom, un accordo non siglato col Gaziantep e poi AEK e Virtus, che vogliono dire Champions League in bacheca.

Consacrazione definitiva in vista dell’Eurolega? Sulla carta sì ed arriva l’Olympiacos, ma un’altra delusione è in agguato.

Al Pireo è un nulla di fatto, la critica parla di giocatore non pronto per questi livelli e per Natale c’è il regalo della vigilia, il taglio.

KP deve ripartire, ancora una volta.

E si riparte proprio da Belgrado (destino?) con 12 gare da 15,9 di media. E’ sempre la critica a dire che sì, è discreto, ma in fondo quella Stella Rossa è squadra da 11W e 17L, l’Europa che conta sembra altro.

I dubbi permangono.

Milano è l’opportunità per eccellenza, in una squadra costruita per andare fino in fondo, con gente del calibro di Hines, Datome e Rodriguez.

Nello scetticismo generale, unica firma con un solo anno di contratto, si ritaglia un ruolo fondamentale da “prima punta”, con esibizioni notevolissime tipo quella di Mosca.

Il ragazzo si sente parte del mondo dei giocatori decisivi, determinanti, si ritiene in grado di dominare. Le percentuali calano drasticamente nei Playoff, anche se contro quel diavolo di Trinchieri è abbastanza normale, poi c’è quel tiro che non entra col Barça, un ferro che cambia la storia milanese recente, ma al quale va dato il giusto peso perchè se dovessimo pensare ai “what if” di migliaia di conclusioni nella storia del basket forse faremmo meglio a non seguirlo più.

Il ragazzo insicuro del Bronx, quello che pianse a Raleigh, quello che ingoiò boccoli amari al Draft e che si vide bollato negativamente al Pireo oggi sente, finalmente, di avere certezze assolute e quindi vuole tutto, da ogni punto di vista. Anche quello finanziario, che ritiene importantissimo senza negarlo. Magari proprio per aiutare quella mamma che lo spronò a non arrendersi nei giorni più bui, quelli della possibile resa.

Giusto? Sbagliato? Non siamo qui per dirlo e non siamo nessuno per dirlo. Il punto non è questo.

(3/5, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare lettura)

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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