NOTRE DAME FIGHTING IRISH
13,3 punti ed oltre cinque assist a partita, onori nella Big East Conference ed uno status completamente cambiato. In quella selezione ALL CONFERENCE c’era anche l’ex sassarese Jack Cooley, inserito però nel primo quintetto, mentre a Grant toccò la seconda selezione.
Gli “Irish” cambiano Conference, si va in ACC, il giocatore mantiene le promesse e parte fortissimo ad oltre 19 a serata, ma poi arriva una sospensione che lo esclude per il resto della stagione con l’obbligo di lasciare Notre Dame.
Un “errore accademico”, un “casino” come lo definì allora NBC Sports: la sua stagione era finita. Arrivarono le lacrime negli spogliatoi del Garden dopo una sconfitta contro Ohio State ed anche le valigie verso casa, appena tornati a South Bend, Indiana, sede del campus.
Nel momento più duro, però, il ragazzo si prese le sue responsabilità per un problema di cui in realtà non si conosce la vera natura.
«Voglio tornare, farò tutto il possibile». Ed il 28 maggio del 2014 arriverà la riammissione ufficiale.
Ma Coach Mike Brey, durante il periodo di sospensione, lo volle tenere con sé ed allora gli assegnò un compito importante. Doveva vedere tutte le partite di Notre Dame ed alla sirena inviargli una mail con le sue osservazioni. Lui eseguì con attenzione e dettagli, ma era veramente dura vedere i compagni cadere ripetutamente ed i media sottolineare quanto grave fosse stato il suo “errore” e quanto fosse costato alla stagione della sua squadra.
Coach Brey non temeva che avesse perso le sue caratteristiche, tra le quali emergeva un “essere letale sul pick and roll”, ma non sapeva come sarebbe stato accolto in squadra dopo 7 mesi.
Il tutto si dissolse la notte dopo la tremenda sconfitta contro una Wake Forest non certo irresistibile, l’ateneo dove qualche mese dopo approderà, indovina un po’…, proprio Kostas Mitoglou, uno con cui le abilità di Jerian nel “pick and roll” potranno essere esaltate proprio il prossimo anno in maglia Olimpia. In quel devastante 69-81 c’erano in campo per i Demon Deacons Codi Miller-McIntyre e Tyler Cavanaugh, mentre per gli Irish performavano Zach Auguste, Steve Vasturia e Demetrius Jackson, tutta gente che in Europa conosciamo bene.
Fu abbracciato da Pat Connaughton ed ogni dubbio finì alle spalle. Aveva raggiunto Greensboro, ufficialmente per essere vicino al fratello Jerami, in maglia Syracuse, in realtà per tornare ad essere un Fightin’ Irish.
Fortunatamente c’era una tournée italiana di 10 giorni (eh sì, l’Italia nel destino…) per riprendere da dove ci si era fermati ed allora proprio il Coach potè notare il grande cambiamento di Jerian. Non lavorava più per la sola partita, ma per la sua crescita a 360 gradi, preparandosi ad una carriera da pro con la mentalità di un pro.
«Non date niente per scontato, giocate ogni gara come se potesse essere l’ultima» le parole di Jerian.
«Sto parlando con un uomo ora», la chiosa di Coach Brey.
La stagione 2014/15, quella delle redenzione? “Breakout season”, come dicono di là. 32-6, inserito nella conversazione per il John Wooden Award, un attacco di squadra guidato magistralmente e le Elite 8 raggiunte con la sconfitta contro l’imbattuta Kentucky.
Ed allora ecco il Draft.
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