Chiarezza e trasparenza negli obiettivi.
Arrivati a questo punto della storia delle competizioni europee serve assoluta decisione nel poris obiettivi primari rispetto ad altri secondari, in modo che non i siano né strascichi polemici e deludenti, né rimpianti.
L’Eurolega ti ammazza, lo sappiamo bene, soprattutto se l’età dei tuoi migliori interpreti è avanzata. 90 partite, però, non devono esser un incubo ma un obiettivo, anche perchè vuol dire arrivare fino in fondo a tutto.
Detto della gestione equilibrata, serve essere chiarissimi su quale sia la priorità anche, se non soprattutto, in virtù di quei giocatori che il massimo torneo continentale l’hanno quasi sempre giocato per vincerlo, non certo per accontentarsi di Playoff o Final 4.
Ed allora ecco che quella scelta di priorità diventa basilare: si può dire ad Hines, Datome e Rodriguez che l’obiettivo è solo quello di fare bella figura in Europa, negli anni finali delle rispettive carriere e con un livello di gioco che esprimono ancora altissimo?
Ci pare difficile. Prima o poi, magari in occasione della prossima riforma di EL nel 2023/24, verrà il tempo di scelte importanti e magari dolorose rispetto all’Italia.
(9/10, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)