Passando alla tecnica più pura, se un appunto può essere fatto alla stagione milanese, è chiaro che riguardi la mancanza pressoché totale di una dimensione interna di spessore. O meglio, moltissime volte non vi è stata nemmeno di scarso spessore…
Tralasciando il credo, e ci crediamo, che il basket sia un gioco di dentro-fuori, non è assoluta necessità quella di cercare sul mercato un profilo, forse due, tra i lunghi, che dia una reale pericolosità in post basso e renda più vario il gioco milanese in modo da non lasciare troppo solo Kyle Hines e la sua struttura particolare, sebbene straordinariamente efficace, nel ruolo?
Ci viene in mente Rashard Griffith, a Messina ricorderà tante belle cose.
(7/10, scorri in fondo per cambiare pagina e continuare la lettura)