Real-Valencia, la bella ha il colore blanco ed il marchio di Pablo Laso

0 0
Read Time:2 Minute, 52 Second

Real-Valencia chiude una serie particolare che ha visto i madrileni in totale emergenza. La vittoria della squadra di Laso è strameritata.

Successo dei “blancos” 80-77 nella gara che ha scelto la prima finalista di Liga Endesa, in attesa di sapere chi sarà la rivale, dopo che ieri Tenerife ha costretto a gara 3 anche il Barcellona.

LA SQUADRA PERFETTA

Il Real di Laso è semplicemente una squadra vera, come è sempre stato e come l’eternità dei suoi campioni fa credere che sarà per sempre.

Nei numeri emerge certamente la prestazione di Usman Garuba, il più giovane di sempre a registrare una doppia doppia, in questo caso da 16 con 14 rimbalzi, ma è come sempre l’insieme a dare l’impressione della squadra nel vero senso della parola.

Sergio Llull, “el increible”, su una gamba sola fa cose che nemmeno si immaginano, Fabien Causeur è quello che non tradisce mai quando più conta, Rudy, che fa solo cose decisive, Walter Tavares (“apareciendo el muro en el segundo tiempo”) decisivo ad inizio ripresa con punti, rimbalzi, assist ed una stoppata, nonchè col rimbalzo decisivo nel finale, Jeffery Taylor, un altro che ha un senso del dramma unico, poi tutti gli altri, che portano cose fondamentali per l’obiettivo di gruppo.

VALENCIA, ENNESIMA OCCASIONE PERSA

Spiace dirlo, ma come spesso accade, manca sempre qualcosa per ottenere ciò che è alla portata.

Non sfruttare il grande vantaggio delle assenze e delle cattive condizioni degli avversari è grave ed è una cosa che si protrae purtroppo da tempo.

Ciò che si può, e si deve, imputare alla gestione Ponsarnau riguarda la lentezza nella lettura della gara, trovando contromisure quasi sempre a buoi ampiamente scappati. Il coach catalano di Tarrega, assistente nel bronzo olimpico del 2016, è un buonissimo allenatore, tuttavia la sua calma eccessiva poco si concilia col gioco, tanto da tramutarsi spesso in perdita di tempo letale nella gestione del momento della gara.

Si potrebbe analizzare tanto dei “taronja” a livello individuale, ma certamente ciò che colpisce di più è il rendimento da fantasma di Derrick Williams. Non può essere questo, ma lo è da inizio stagione: perchè? La risposta sta in panchina o nella testa del giocatore?

Sono solo un paio delle domande cui il club dovrà rispondere nei prossimi giorni ed ovviamente la decisione sulla panchina sarà fondamentale: quel pino sarà possibilmente di Joan Penarroya, che sarebbe intrigantissimo vedere in Eurocup o Eurolega dopo le grandi cose fatte a Burgos, ma potrebbe anche appartenere ad un nome clamoroso che in queste ore ha parlato con la dirigenza. Staremo a vedere, potrebbe cambiare ogni tipo di prospettiva.

LA LEGGENDA DI LASO

9 finali in nove partecipazioni ai Playoff sotto la sua gestione, 6 titoli già in bacheca, si va per il settimo.

Pablo Laso da ieri sera è l’allenatore con il maggior numero di vittorie nella storia del Real Madrid. In un club che ha una lunga collezione di leggende il Coach vitoriano diventa quello “più leggenda di tutti”.

38 tornei giocati, da quando siede sul pino “merengue”, domenica giocherà la finale numero 28.

Abbiamo parlato decine di volte del cammino in una stagione clamorosamente difficile in cui è successo di tutto. Giusto sottolinearlo una volta di più, ma non va certo dimenticato che oltre a dare alla propria squadra la carica giusta toccando le corde più sensibili per lottare nella difficoltà, Laso è un Coach che fa giocare una pallacanestro paradisiaca da 10 stagioni.

About Post Author

alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %

Average Rating

5 Star
0%
4 Star
0%
3 Star
0%
2 Star
0%
1 Star
0%

Rispondi

Next Post

Dino Meneghin: Al momento Bologna ha una marcia in più

Dino Meneghin è stato ospite sul Corriere dello Sport ed ha parlato della finale scudetto tra Olimpia Milano e Virtus Bologna. Le dichiarazioni di Dino Meneghin «Io che conosco bene Ettore faticavo a riconoscerlo. Vederlo silenzioso mi ha fatto impressione. Ma capisco il suo stato d’animo in quel momento di […]

Iscriviti alla Newsletter di ED

Scopri di più da Eurodevotion

Abbonati ora per continuare a leggere e avere accesso all'archivio completo.

Continue reading