Il Barcellona dopo 7 anni torna tra le prime quattro. Ripercorriamo la storia delle partecipazioni dei blaugrana alle F4.

Balbo
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Con la vittoria di gara 5 contro lo Zenit di Xavi Pascual (che ritroveremo nel racconto dei catalani lungo vent’anni), il Barcellona ha conquistato l’ottava Final Four dell’era EuroLeague Basketball.

Ripecorriamo questi ultimi vent’anni blaugrana ad altissimi livelli con un veloce viaggio nel tempo che ci porterà da Bodiroga a Cory Higgins, da Shammond Williams a Calathes, da Navarro a Kyle Kuric, da Tomic a Brandon Davies e da Sarunas Jasikevicius a…Sarunas Jasikevicius.

Da Jasikevicius a Jasikevicius

Diciotto anni fa, stagione 2002/03, il teatro delle F4 è il Palau Sant Jordi di Barcellona; la tavola è apparecchiata, le corone di lauro e incenso son pronte per essere gettate sulle teste benedette dal destino.

È il Barça di Pesic, Bodiroga – fresco campione d’Europa con il Panathinaikos -, Fucka (neo blaugrana dopo gli anni bolognesi sponda Fortitudo) e dei giovani talenti Navarro e Jasikevicius.

In semifinale i padroni di casa hanno la meglio sul Cska di Holden e Papaloukas, grazie ai 21 punti dell’airone di Kranj e alle giocate nel finale – compresa una rubata preziosissima – di Navarro.

La finale si gioca davanti più di 16600 catalani infervorati dalla possibilità di veder alzare la prima EuroLega dai propri beniamini. Nell’ultimo atto c’è la Benetton Treviso di Ettore Messina. Sempre lui.

Proprio quell’Ettore Messina che si è visto soffiare l’Eurolega del 2002 (ognuno ha il proprio 5 Maggio 2002…) alla guida della Virtus Bologna contro il Panathinaikos di Dejan Bodiroga. Quanti incroci.

L’ala di Zrenjanin è sbarcata sul suolo catalano per rivestire i panni della stella fatidica che deve guidare i blaugrana alla conquista della prima EuroLeague, come la stella che condusse i Re Magi alla culla del Nazareno.

Ci riuscirà. Il folletto Tyus Edney, leader tecnico di quella Benetton, nonostante i suoi 16 punti, non potrà nulla contro la furia di Dejan Bodiroga; per lui 20 punti, 8 rimbalzi, giocate messianiche, il titolo di MVP e l’EuroLeague in mano. Il Barcellona vincerà 76-65. Al gran ballo parteciperanno anche Fucka (17+6) e Jasikevicius (8 punti). Proprio il lituano, questa volta in qualità di coach, diciotto anni dopo, dovrà cercare di riportare i suoi sul trono d’Europa.

Questa è l’EuroLeague, quanti incroci, quante storie.
Stagione 2002/03: Barcellona – Ettore Messina 1-0

La rivincita di Ettore Messina

Tre anni dopo il trionfo, il Barcellona, questa volta di Dusko Ivanovic, torna alle F4, in questa occasione disputate a Praga.

In semifinale, i blaugrana, in versione tricolore con il trio Basile/Fucka/Marconato, incontrano il CSKA Mosca, già sconfitto tre anni prima in semifinale al Palau Sant Jordi. Sulla panchina dei moscoviti siede Ettore Messina. La possibilità di una tripla rivincita è sul piatto.

EuroLeague, quanti incroci, quante storie.

Il Cska si può vendicare della sconfitta nella semifinale del 2003, Messina si può vendicare della sconfitta subita con Treviso sempre nel 2003 e Dusko Ivanovic attende questa possibilità dal 2001; dalla serie persa, con il suo Tau, contro la Virtus Bologna. La Kinder allenata da chi? Da Ettore Messina, claro.

I russi, trascinati da Papaloukas (19) e da Smodis (17+12), sconfiggeranno i blaugrana 84-75. Non serviranno a nulla i 24 punti di Shammond Williams e i 15 di Thornton. In quel di Praga il CSKA si laureerà campione d’Europa.

Barcellona – Ettore Messina 1-1

02 World, Berlino: atto terzo

Nel 2009, il Barcellona di Xavi Pascual (ne avevamo parlato; quel Pascual che dodici anni dopo porterà, con il suo Zenit, i blaugrana fino a gara 5) per la terza volta conquista le F4 dell’era EuroLeague.

Il leader è sempre Navarro, con Basile, Lakovic e David Andersen a far da spalla. A Berlino, in semifinale, il film prevede il terzo atto; i blaugrana incrociano ancora il CSKA di Messina.

I russi confermano i pronostici della vigilia e vincono 82-78 al termine di una gara che vede David Andersen (neo blaugrana ed ex scudiero di Messina alla Virtus e al CSKA) e compagni comandare per lunghi tratti. Decideranno l’incontro i 29 punti di Siskauskas. L’ex di turno, il cangurone Andersen, cercherà di farsi rimpiangere con 24 punti che non permetteranno ai suoi l’approdo in finale.

In finale Ettore Messina verrà sconfitto dal Panathinaikos di Obradović con Sarunas Jasikevicius in regia.

EuroLeague, quanti incroci, quante storie.
Stagione 2008/09: Barcellona – Ettore Messina 1-2

2010: il cielo è blaugrana sopra Paris

Nel 2010, il Barcellona conquista il suo secondo trofeo continentale. Dopo aver eliminato nei quarti di finale (3-1) il Real Madrid del neo arrivato Ettore Messina, sotto la toirre effeil, gli uomini di Pascual liquidano, in semifinale, il solito Cska (64-54) con 10 punti di Navarro e altrettanti di Rubio conditi da 8 assist.

In finale non c’è storia, il Barcellona è troppo forte, troppo profondo. I blaugrana, contro l’Olympiakos, dominano fin dal primo minuto; gli uomini del Pireo tornano a – 5 nel terzo quarto ma devono soccombere sotto i colpi di Navarro (21) e Pete Mickeal (14).

Il Barcellona spazza l’Olympiakos 86-68 e si laurea, a distanza di sette anni, per la seconda volta, campione d’Europa.

Questa, per la compagine di Pascual, sarà l’ultima vittoria europea e l’ultima finale di EuroLeague.

Il 9 Maggio 2010 consegna la seconda EuroLeague al Barcellona e segna, allo stesso tempo, probabilmente, la fine di un ciclo; soprattutto a livello motivazionale.

Il percorso blaugrana, e quello che seguirà, ci fa balzar in mente una famosa citazione di Oscar Wilde:

« In questo mondo non vi sono che due tragedie: una è causata dal non ottenere ciò che si desidera, l’altra dall’ottenerlo. Quest’ultima è la peggiore, la vera tragedia. »

2012: la rivincita greca

Passano due anni e, nella stagione 2011/12, in quel di Istanbul, il Barcellona torna alle F4. L’Olympiakos ha l’occasione della rivincita e non se la lascia sfuggire sconfiggendo la squadra di Pascual 68-64. Spanoulis sarà l’MVP con 26 punti e 6 assist, in casa blaugrana la barca verrà tenuta a galla da Navarro (18), ma senza un’adeguata spalla dovrà alzare bandiera bianca dinanzi i colpi di Papaloukas e Printezis. Dopo una grande finale di Parigi, questa volta coach Pascual sarà tradito da Pete Mickeal (4 punti 1/8 al tiro).

In finale l’Olympiakos sconfiggerà il Cska al termine di una partita folle che resterà nella storia.

La citazione di Oscar Wilde fischia nelle orecchie di Xavi Pascual, ma il peggio deve ancora arrivare…(la vera tragedia)

Barcellona: 7 minuti per andare all’inferno

…il peggio deve ancora arrivare...

L’anno successivo il Barça si riconcede il lusso delle F4. Questa volta non si gioca una classica semifinale. No, questa volta si gioca La semifinale: El classico. Una partita da non sbagliare; per la storia, per il prima iberico, per la finale, per l’onore.

Laso contro Pascual, Fernandez contro Navarro, Rodriguez contro Jasikevicius. Una partita nella partita.

I catalani, tra alti e bassi, indirizzano la partita dove vogliono; Tomic e Navarro spingono sull’accelleratore, mentre Marcelinho Huertas è inarrestabile. A 7 minuti dal termine i catalani sono sul +9 e assaporano il trionfo, ma a quel punto il Real finisce sulle spalle taurine di Reyes che si carica i suoi con 11 punti consecutivi, devastanti per le menti blaugrana che sembrano andare totalmente nel pallone. Rodriguez e Reyes continuano ad allungare il parziale, addirittura sorpassando i blaugrana dopo soli tre minuti.

Navarro e compagni sembrano chiusi in una sensibilità atrofizzata, in un corpo incapace di ragionare. Solo istinto e reazione miscelate da sensazioni attenuate. Ormai sono una povera larva distrutta dal terrore. I blancos non si lasciano impietosire, Reyes continua a banchettare mentre Navarro non trova più la via del canestro; il parziale dice 17-2 Real per il +6 a due minuti dal termine. El clasico ormai è indirizzato, il Real Madrid sconfigge il Barcellona 74-67.

In quel Real giocava Mirotic. Euroleague, quanti incroci, quante storie.

El Madrid desmonta al Barcelona

Il giorno dopo i giornali iberici titoleranno così: El Madrid desmonta al Barcelona.

Nel maggio 2014, a Milano, ritorna El clasico in semifinale. Per il Barça è una tragedia. In stagione il Real conduce già 3-1 negli scontri diretti, una statistica che fa pendere i pronostici a favore dei blancos. Ma ogni gara fa storia a se, anche se certi traumi – complice la semifinale della stagione precedente – lasciano alcune tracce. Il cristallo di Boemia non si può aggiustare restituendogli l’originale luce.

I blaugrana dopo una partenza positiva (12-4), con Huertas sugli scudi, perdono totalmente la bussola con l’ingresso di Sergio Rodriguez. Il colpo di grazia arriva nel terzo quarto con cinque triple consecutive del Real. Nel secondo tempo, un parziale blancos di 26-1 rende lo scarto umiliante. Mirotic, Llull e Rodriguez continuano ad infierire portando il Barcellona anche a -39.
Il punteggio finale dirà Real 100- Barcellona 62.

Una sconfitta che resterà nella storia blaugrana. Un trionfo che non porterà l’Euroleague a Madrid; infatti il Real verrà sconfitto in finale dal Maccabi.

Sette anni dopo il Barcellona torna prepotentemente alle F4. In semifinale ritroverà un vecchio nemico: Ettore Messina con la sua Olimpia Milano.

Mirotic ormai è dalla sua parte, Jasikevicius comanda la flotta dalla panchina e Navarro è il primo tifoso.

Il tempo passa, dimenticando la citazione di Oscar Wilde, il Barça vuole tornare sul trono d’Europa.

EuroLeague, quante storie, quanti incroci…ed un futuro tutto da scrivere.

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