Olimpia, come arrivano i biancorossi alla gara più importante degli ultimi 29 anni

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Olimpia a caccia di un posto alle Final Four. Le chiavi per superare il Bayern Monaco nella decisiva gara 5 del Mediolanum Forum

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Il tempo è scaduto. Il grande giorno è arrivato. Questa sera, alle ore 20:45, al Mediolanum Forum verrà alzata la palla a due di gara 5 tra Olimpia Milano e Bayern Monaco. Ovvero la partita più significativa e attesa, dal mondo biancorosso, in quasi 30 anni di storia recente. L’ultimo passo per raggiungere un traguardo inseguito dal 1992 ed esaudire un sogno. Oppure la materializzazione di una rimonta-beffa che sarebbe delusione assai difficile da smaltire. Ricordando che nessuno è stato ancora in grado di rimontare uno 0-2 in una serie playoff di Turkish Airlines Euroleague.

Ci proverà il Bayern Monaco di Andrea Trinchieri, bravissima a mettere rapidamente da parte le sconfitte nelle ultime due gare. Reagendo con forza nel doppio episodio casalingo, chissà anche ribaltando l’inerzia dell’intera serie.

E allora come arriva a gara 5 l’Olimpia di Ettore Messina?

L’aspetto mentale

Materia liquida per definizione e dalla duplice interpretazione. Da un lato, potrebbe sentire su di sè tutto il peso dello spettro della rimonta, in una serie in cui partiva chiaramente con i favori del pronostico. Diventato obbligo di successo dopo la vittoria in gara 1 e gara 2.

Ovviamente il Bayern cercherà di partire forte per mettere l’Olimpia spalle al muro, costringendola a fare i conti con i propri demoni. Cavalcando l’onda di un momento decisamente positivo, come dimostrato anche dalla larga vittoria del week-end in BBL, nonostante diversi titolari siano stati esentati dall’impegno in vista della partita di questa sera.

Dal canto suo, l’Olimpia ha uomini che hanno vissuto spesso partite dal tale peso specifico ed è per questo che ci si aspetta che emerga tutto l’orgoglio di voler ribadire, nella notte più importante, quei valori fatti emergere inequivocabilmente in una stagione che ha regalato degli acuti particolarmente potenti.

Cosa deve fare l’Olimpia

Gara 4 è stata tanto beffarda nel suo esito quanto rivelatrice dei piccoli segreti utili a sorprendere un Bayern apparso granitico per la maggior parte degli 80 minuti disputati all’Audi Dome.

In quella che è stata la miglior prestazione della serie, almeno a parere di chi scrive, particolare attenzione va posta sui primi 20 minuti. Quelli in cui l’Olimpia è riuscita a controllare il proprio tabellone in maniera ottimale. Per ripetersi, chiaramente il focus si sposta immediatamente su Kyle Hines e su un Zach LeDay che dovrà trovare la chiave di volta per invertire la tendenza di una serie che lo ha visto soffrire la presenza energica di JaJuan Johnson.

Tuttavia, sarà fondamentale anche l’aiuto degli esterni nel fare tagliafuori. Questo perchè limitare le seconde opportunità ospiti vorrà dire, in buona parte, evitare di farsi imporre il ritmo della partita. In seconda battuta, faciliterà il compito dei Malcolm Delaney e Shavon Shields di avviare velocemente la manovra offensiva dell’Olimpia. Impedendo ai bavaresi di schierarsi. Rivelando una fragilità strutturale che esiste, nel momento in cui la squadra di Trinchieri non riesce a ritardare l’entrata nei giochi da parte degli avversari.

Ovviamente servirà tutta un’altra prestazione da parte dei grandi tenori dell’Olimpia. I veterani, coloro che hanno deluso maggiormente nell’atto precedente della serie. Kyle Hines dovrà far valere le sue letture contro l’esuberanza di Reynolds. Sergio Rodriguez il facilitatore e l’innesco per Gigi Datome e Vlado Micov. Ovvero due giocatori che non hanno particolare continuità da offrire nei 40 minuti, in questa fase della stagione, ma che dovranno essere uomini dai canestri pesanti.

Altro obiettivo sarà far accendere il più tardi possibile tiratori come Vladimir Lucic e Paul Zipser, letali nelle due gare in Germania. Soprattutto, cercare di creare quella situazione in cui Wade Baldwin si sente in dovere di essere uomo della provvidenza. Condizione in cui possa essere portato a forzare qualche giocata di troppo, esposto ai suoi limiti di lettura e con il rischio di andare fuori giri.

Anche sfidandolo apertamente al tiro. Specialmente quando la palla arriva in post a Jalen Reynolds. Raddoppiare il centro ex Reggio Emilia e Maccabi potrebbe essere scelta intelligente per due motivi. Il primo è creare l’urgenza e la fretta dello scarico in un giocatore che ha dei difetti come passatore. Il secondo è proprio mettere alla prova la point guard in un fondamentale su cui sembra avere palesi incertezze.

Olimpia vs Bayern | Eurodevotion

Cosa deve evitare l’Olimpia

Attaccare il meno possibile contro la difesa schierata, in primis. Chiaramente facile a dirsi, molto meno mettere in pratica un simile principio. Al cospetto di una squadra diabolica nel mettere sempre un paio di corpi tra l’attaccante e il canestro, oltre che a oscurare la visione periferica delle fonti di gioco altrui.

Se la partita si fa farraginosa, fisica, allora l’Olimpia ha tanto da perderci. Anche perchè ha dimostrato, in questa serie, di fare una fatica matta anche solo ad accedere al pitturato. Trovandosi privata di quel mid-range in cui giocatori come Kevin Punter e Shavon Shields possono diventare devastanti.

Essenzialmente, l’Olimpia deve cercare di rendere il più possibile questa ultima sfida una partita di pallacanestro vera. Non tanto perchè i tedeschi non siano in grado di offrire del basket di qualità. Piuttosto perchè una partita “chiusa”, giocata sul chi riesce a dare l’ultimo colpo, la sportellata in più all’avversario, è territorio in cui il Bayern sembra trovarsi decisamente più a suo agio rispetto ai biancorossi.

Difensivamente, imperativo concedere meno penetrazioni comode possibili al già citato Baldwin e a Zan Sisko. Lo sloveno è l’uomo in grado di portare fosforo dalla panchina, ma ha anche un chiaro lato in cui preferisce attaccare. Non disponendo di un primo passo incontenibile, la difesa Olimpia ha tutte le armi per fare decisamente meglio rispetto a gara 4. Occasione in cui è stata sorprendente la facilità con la quale gli veniva concessa costantemente la sua amata mano destra sul pick and roll, e con esso il cuore dell’area milanese.

Aldilà di tutti questi discorsi tattici teorici, l’Olimpia dovrà essere in grado di resettare. Non esiste passato, non conta nulla quanto già avvenuto. C’è solo una grande occasione per fare la storia. 40 minuti in cui portare le proprie certezze e regalare un sogno a una città che non vede l’ora di esplodere.

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