Bayern, il Picasso di Trinchieri chiede l’ultima pennellata

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Bayern e gara 5. Ad inizio stagione faceva sorridere, a fine 2020 si attendeva il crollo, 10 giorni fa pareva finita. Ed invece il capolavoro del Coach italiano è ad un passo dalla storia.

Correva l’estate 2020, tempi duri per lo sport come per la vita di tutti i giorni.

Incertezza totale (non che oggi sia molto diverso…), il quadro dei roster di Eurolega si completava giorno dopo giorno e chi era più in ritardo di tutti era certamente il Bayern Monaco.

La firma di Andrea Trinchieri, arrivata relativamente tardi rispetto a tutti i colleghi, diede un’accelerata decisa al mercato, ma i nomi che piano piano si accordavano coi bavaresi non facevano sognare nessuno.

«L’unica cosa che non faremo mai è uscire dal campo col dubbio di non aver dato tutto. Avremo serate positive e serate negative, ma con la certezza di non avere alcun rimpianto».

Le parole del Coach durante la prima conferenza stampa erano chiare, ma nonostante ciò nessuno dava troppa fiducia ad un roster che non pareva assolutamente valere quelli competitivi. E non si parlava di quelli al top, ma anche di quelli di medio livello.

Erano tempi di “power ranking” ed i più ottimisti, quasi tutti figli di una fiducia smisurata nell’allenatore milanese, davano il Bayern intorno alla 13ma-14ma piazza, mai oltre le 12-13 vittorie stagionali.

L’inizio lanciato, i successi di Tel Aviv ed Istanbul come fiore all’occhiello, i primi che provavano a ricredersi ma in fondo soltanto nell’attesa del crollo, che «prima o poi sarebbe arrivato».

Ancora a metà stagione la fiducia era pochina, poi il percorso finale, una serie di vittorie di grande prestigio, tra cui la fragorosa caduta del Barça all’Audi Dome prima che poi accadesse anche all’Efes, sebbene in forma diversa, ed ecco che i Playoff potevano diventare realtà.

Ad un passo dal traguardo storico, lo stesso Trinchieri dirà poi «nelle ultime settimane eravamo sempre così vicini, ma non ci arrivavamo mai…». Lo Zalgiris è stato scrivere la storia, Barcellona, in una gara giocata però con gli avversari in stile allenamento, ha voluto dire quinto posto.

Miracolo di un genio assoluto della panchina, uno che nelle parole di un giocatore di altissimo livello di Eurolega «non è inferiore a nessuno, ha idee che gli altri nemmeno si sognano, quasi troppe…».

Il Bayern di oggi è il Picasso dipinto da Andrea Trinchieri, personaggio che fa discutere quasi sempre, esattamente come quasi sempre tira fuori tutto ed anche di più dai suoi giocatori.

Narra la leggenda che non finalizzò un contratto già fatto con un grandissimo club di Eurolega perchè non accettò imposizioni da dirigenti storici sul mercato. Ci possiamo credere, perchè il Trinka è così: o stai con lui al 100% oppure è meglio stare lontani.

Custode dei suoi segreti tecnici, molti dei quali sconosciuti a tanti colleghi che di tutti quei “magheggi” ci capiscono pochissimo, ti racconta il suo basket nel modo che vuole lui. Devi capire, se vuoi, che ci sono cose che non capirai, che appartengono solo alla sfera del “trinchierismo”.

Ed infatti ancora oggi non capiamo, chi scrive per primo, come possa essere possibile che una squadra come questo Bayern stia lassù, a 40 minuti da Colonia. Non ce lo siamo spiegati per sei mesi, non arriviamo al dunque nemmeno oggi. 4-0 in stagione con Barça ed Efes, 5-1 se lo estendiamo al Cska: mah…

Milano è più forte, nemmeno di poco, ma questa è diventata una serie perchè sul pino bavarese c’è un genio assoluto che ha pressoché azzerato le differenze abissali di talento, profondità ed esperienza.

Milano è più forte ed è probabile che lo dimostri in gara 5, una brutta bestia in cui abbiamo visto andare in crisi una marea di giocatori, una sorta di Final 4 anticipata che non fa prigionieri.

Per i bavaresi servirà cercare di schierare sempre la difesa nella propria metà campo, evitando di concedere transizione rapide ed entrate veloci nei giochi agli avversari.

E’ ovvio che molto passerà dalle mani di Wade Baldwin, sinora assente in questa serie, se non addirittura dannoso. Quel 3/18 al tiro dall’arco va corretto non tanto per la percentuale, quanto per un numero di tiri su cui Milano ha apertamente scommesso. Un paio di retine che frusciano potrebbero cambiare tutto.

La leadership di Vladimir Lucic è tanto imprescindibile quanto una certa, indipendentemente dal tabellino. Un impatto decisivo di Jalen Reynolds, ad imporre il suo corpaccione, sarebbe fondamentale.

Trovare infine una percentuale almeno sufficiente dall’arco completerebbe l’opera.

Assolutamente da evitare ogni tipo di fallo inutile, poiché le assenze di Weiler-Babb e Dedovic accorciano notevolmente le rotazioni: i problemi di penalità sarebbero quasi ingestibili.

Piccola sensazione personale a margine? Non vi sarebbe stupore nel vedere qualche minuto atleticamente molto incisivo di Sasha Grant, molto positivo in BBL domenica ed in costante crescita.

Ed allora alla domanda su “come arriva il Bayern a questa gara 5?“, che poi era il tema principale di queste righe, si può rispondere solo in un modo: arriva “alla Trinchieri”, ovvero «uscendo dal campo con la certezza di aver dato tutto ed anche di più».

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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