Malcolm Delaney, l’uomo Olimpia per ogni tassello al posto giusto

Malcolm Delaney è uno dei segreti dietro ai successi dell’Olimpia di questa stagione. Uno degli osservati speciali nella serie contro il Bayern

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Prosegue la marcia di avvicinamento ai playoff da parte dell’A|X Armani Exchange Milano. Un evento di gala che mancava dalle parti del Forum di Assago da ben sette anni. Il nostro Matteo Carniglia ha posto l’accento sul percorso che ha condotto l’Olimpia alla fase a eliminazione diretta di questa Turkish Airlines Euroleague. Oggi proseguiamo parlandovi di uno dei protagonisti principali della splendida cavalcata della squadra di Ettore Messina: Malcolm Delaney

Malcolm Delaney contro il suo passato

Forse non tutti ricordano che il prodotto di Virginia Tech, stessa università del compagno di squadra Zach LeDay, ha mosso i suoi primi passi nel mondo Eurolega con la maglia del Bayern Monaco. Proprio l’avversaria di martedì decise di dare una chance al 24enne Delaney nell’estate del 2013, dopo essere rimasti impressionati dal suo talento nella stagione precedente al Budivelnyk Kiev.

In Ucraina vinse il campionato. Soprattutto, condusse una Eurocup di altissimo livello. Tanto da essere nominato nel team ideale dei migliori giocatori della competizione, al culmine di una campagna da 16.1 punti di media. Nella quale spiccò una prestazione da record nella gara 1 di semifinale contro Bilbao. Una serata irreale da 38 punti, 8 rimbalzi, 10 falli subiti e 47 di PIR

Manco a dirlo, anche in Germania riuscì a lasciare subito il segno. Non solo assorbendo positivamente il grande salto di livello con cui fu chiamato a confrontarsi, ma anche prendendosi la squadra in mano con il passare dei mesi. In Eurolega, la condusse fino alle Top 16 a 14 punti e 4 assist di media. Mentre in Bundesliga arrivò il titolo, battendo l’Alba Berlino 3-1 in finale. Il terzo in tre anni e altrettanti campionati diversi. Dopo quello ucraino e, ancora prima, quello francese con la maglia dell’Elan Chalon, prima tappa della sua carriera europea.

Leadership naturale, resistente ai repentini cambiamenti a 360 gradi. E chi centrò la doppietta MVP per stagione regolare e finali di quel campionato tedesco? Malcolm Delaney ovviamente

Status

Arrivato a Milano per guidare una squadra ed essere se stesso, parole sue durante la conferenza stampa di presentazione di fronte alla platea dell’Armani Teatro.

Cercherò di essere aggressivo, sarò in attack mode, ma questo non significa che cercherò solamente di segnare. Sarò certamente aggressivo, ma coinvolgendo i compagni e cercando di renderli migliori

Niente di sorprendente, se esce dalla bocca di un giocatore che si è costruito la fama del grande attaccante, negli anni. Come anche a Barcellona, quando affossò la Milano di Ettore Messina con una prova maiuscola e decisiva da 26 punti che fece dire al Coach italiano, nel post partita, che la differenza tra le due squadre si era chiamata Malcolm Delaney quella sera.

Qualità che ha saputo far valere anche in uno dei momenti topici della stagione milanese. Ovvero il Sacco di Tel-Aviv, con il Maccabi sconfitto a domicilio a distanza di 33 anni. Grazie al suo canestro decisivo in un overtime al cardiopalma.

La stagione regolare di Milano si è chiusa in casa contro l’Efes. Un’altra vittoria di prestigio. Tuttavia, il passaggio più interessante è stato quello offerto da Messina in sala stampa (ancora una volta)

Lui per noi è importante. Quando c’è lui, ognuno ritorna nella casella prevista. Non è un caso che Chacho (Sergio Rodriguez) oggi sia tornato molto brillante. Non è per niente un caso. La difesa è stata molto solida all’inizio della partita..insomma tante piccole cosine

Molti si aspettavano probabilmente il classico americano talentuoso, ma un po’ individualista. Malcolm Delaney, invece, si è rivelato uomo-squadra preziosissimo. Mantenendo la sua promessa estiva di rendere i compagni migliori. Per lo meno nel senso di valorizzarne ulteriormente il talento. Perchè..

è una questione di equilibri

Malcolm Delaney è una presenza che mette tutti i tasselli al posto giusto. Con lui sul parquet, infatti, il sistema difensivo messiniano trova origine. Pressione sulla palla, reattività e cambi difensivi. Se Kyle Hines ne è la sublimazione, lui è innesco insieme a Kevin Punter, l’altra grande sorpresa della stagione milanese in questa metà del campo.

Un Malcolm Delaney in buone condizioni, vuol dire permettersi il lusso di far uscire Sergio Rodriguez dalla panchina. In una veste da sesto uomo, in grado di spaccare le partite su un minutaggio e un’usura inferiore. Auspicata fin dal primo giorno dello spagnolo in biancorosso, ma resa possibile solamente dopo l’avvento del figlio orgoglioso di Baltimore.

Una condizione a lungo inseguita e sospirata, nel travagliato andirivieni dalla infermeria. A lungo stringendo i denti per senso di responsabilità per la causa. Ancora una volta, togliendo qualcosa al sé per poter essere di aiuto alla squadra.

Malcolm Delaney, Eurolega | Eurodevotion
Fonte: euroleague.net

Infortuni

Un tarlo costantemente presente nella mente di Malcolm Delaney in questa stagione. Fin da quella fugace distorsione del ginocchio alla Segafredo Arena di Bologna, sul finire del secondo quarto della finale di Supercoppa contro la Virtus. Un fastidio sempre lì. Messo in stand-by con terapie conservative miste al riposo. Comunque una spia sempre accesa.

Poi la distorsione tibio-tarsica della caviglia sinistra contro il Real il 16 ottobre. Uno sfortunato atterraggio sopra il piede di Facundo Campazzo nel primo quarto di un’altra notte di gloria biancorossa, della quale non sarà parte attiva. Un primo stop di un mese abbondante. Lontano da una squadra di cui doveva ancora interiorizzare pienamente ritmi e consuetudini.

Una volta messo alle spalle il primo incidente, il suo ritorno in campo vede riconsegnato un giocatore fortemente motivato, partecipe delle dinamiche di squadra, ma anche condizionato dal dolore percepito a un ginocchio che proprio non vuole saperne di trovare pace.

La qualità delle prestazioni ne risente, per quanto il numero 23 resti un perno centrale dell’Olimpia. Passano i mesi, arriva la mattanza delle Final Eight casalinghe di Coppa Italia, ma quel dolore non vuole smettere di tormentarlo. Anzi, aumenta e lo costringe a un consulto medico, di concerto con il club. Si rivolge a un luminare della materia, di stanza proprio a Monaco di Baviera.

Il responso è inequivocabile: operazione in artroscopia al ginocchio sinistro, come riferito dagli amici di Realolimpiamilano. 4 settimane prima di una rivalutazione che ha ripresentato alla stagione di Milano un giocatore pronto a essere di nuovo se stesso. Ettore Messina e tutta l’Olimpia hanno bisogno del vero Malcolm Delaney.

Il duello con Baldwin

La serie tra Olimpia e Bayern vivrà uno dei suoi probabili punti di svolta sul confronto diretto degli esterni milanesi con Wade Baldwin. Ovvero una delle rivelazioni principali dell’ultima Eurolega e giocatore in grado di determinare le partite con i suoi strappi. Le sue vampate di pura (onni)potenza atletica, cui pochissimi hanno la possibilità di stare dietro e porne un freno.

Tra questi Malcolm Delaney, che fu magistrale nella sfida di regular season al Forum, stravinta dai padroni di casa. Baldwin fu limitato a 4 punti e un misero 1/5 al tiro, con 4 perse e -12 di plus/minus. Aldilà dei freddi numeri, fermare questo cavallo purosangue ha significato escludere dalla partita pure Jalen Reynolds.

Così il Bayern non solo si è ritrovato privato dell’asse play-pivot tra i più solidi del Torneo, ma anche impossibilitato a correre e obbligato ad attaccare costantemente a metà campo, contro la difesa schierata. Condizione in cui la squadra di Andrea Trinchieri fa molta più fatica a mascherare il gap di talento con l’élite continentale.

Potrebbe essere questa una delle chiavi principali per risolvere la serie in proprio favore e staccare il biglietto per Colonia. Naturalmente, Malcolm Delaney sarà uno degli osservati speciali, nonchè uno degli uomini deputati a perseguire questo scopo.

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