Stella Rossa-Maccabi (round 33): i serbi si impongono d’orgoglio

Andrea Ranieri
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Se volessimo dar idea della bellezza dell’Eurolega, Stella Rossa-Maccabi non sarebbe certo la partita da utilizzare come manifesto della competizione. Oppure si potrebbe sfruttare a titolo esemplificativo, però in senso meramente negativo. Partita senza alcun significato tra due squadre prive della qualsivoglia ambizione, essendo entrambe già fuori – e non da poco – dalla lotta per i posti che contano. Ne esce una partita diversamente bella (vogliamo essere politically correct) dal punto di vista tecnico e non solo. Alla fine prevale la squadra che ha quantomeno lasciato sul campo tutto quello che aveva.

Quella squadra è stata la Stella Rossa, orgogliosa all’ennesima potenza, dopo la sconfitta del round 32 contro l’Olimpia Milano. Il punteggio finale recita 76-64. I padroni di casa nel finale hanno sostanzialmente gestito contro un Maccabi che pare immerso in un vittimismo ingiustificato, dato che “chi è causa del suo mal pianga se stesso”, scomodando Dante. Gli israeliani sono una squadra al momento incapace di darsi anche solo una dignità in termini di atteggiamento, e tutto ciò è penoso (già persa la spinta politically correct). Stella Rossa-Maccabi è nei consueti cinque punti di Eurodevotion.

Il primo quarto di Stella Rossa-Maccabi: il consueto futile sussulto

Qualche sussulto di pallacanestro c’è anche generalmente nelle partite di questo disastroso Maccabi. A Belgrado è accaduto nel primo quarto, quando, nonostante uno Scottie Wilbekin deleterio (strano!), la squadra di Ioannis Sfairopoulos ha mostrato qualche stralcio di buon basket, partendo da una difesa che fosse degna di questo nome, elemento raro in una stagione 2020-2021 che non lascia alcuno strascico positivo.

Un piccolo momento positivo segnato dalla voglia di chi era partito dalla panchina, Dragan Bender in primis. Troppo poco, comunque, senza che ci sia la benché minima costanza nell’arco dei quaranta minuti di gioco. Alla fine Stella Rossa-Maccabi per i viaggianti è durata un quarto. Anzi, è durata sette minuti, dato che i serbi avevano cominciato con un 6-0 immediato.

Stella Rossa: quantomeno c’è l’orgoglio

Chiariamo subito che nella stagione della Stella Rossa non c’è nulla di notevole a livello tecnico e tattico di squadra, ma non c’è neanche in questa rara vittoria, a dire il vero. Però i ragazzi di Dejan Radonijc hanno giocato una partita seria, lasciando sul campo tutto quello che avevano in termini di energia e voglia di chiudere questa scadente campagna europea in modo almeno dignitoso. In un match come Stella Rossa-Maccabi, dove il contenuto tecnico è da ignorarsi, questo fa onore ai padroni di casa.

C’è stato orgoglio insomma, soprattutto in difesa e in quel genere di gesta che poi non sporcano il foglio delle statistiche (per questo bastavano le 34 palle perse sommate). Un aiuto giusto, un pallone deviato, un tuffo per recuperare la sfera. Tutte quelle cose che gli americani chiamano “intangibles” e che fanno impazzire gli allenatori di tutto il globo. Almeno per questo la Stella Rossa merita il nostro rispetto.

Di Stella Rossa-Maccabi e della difesa sul pick and roll

Chi scrive fin da inizio stagione pensa che uno dei più grossi problemi tecnici di questa versione del Maccabi sia la difesa sul pick and roll. Questo è un tema sempre molto delicato, diremmo decisivo, nella pallacanestro del 2021, nella quale sapersi difendere dai giochi a due con blocchi sulla palla non è una necessità, ma un obbligo. Stella Rossa-Maccabi ha dimostrato che gli israeliani non sono in grado di farlo.

I problemi di mobilità laterale di Dragan Bender sono evidenti a tutti da tempo immemore, e questo ha generato per tutto l’anno problemi tanto contro i numeri quattro atletici quanto contro quelli perimetrali. In più c’è la questione Ante Zizic, al quale sembra folle chiedere di eseguire uno show difensivo a otto metri dal ferro in continuazione, soprattutto quando in difesa sulla palla c’è Wilbekin. Il croato non è stato messo in condizione di rendere in attacco ed è stato lasciato al proprio destino in difesa. Questa è, con immenso dispiacere di chi lo ha sempre apprezzato, colpa di coach Sfairopoulos.

Un appello per Jordan Loyd

In tutte le difficoltà del club serbo, giova sempre ricordare che razza di attaccante sia Jordan Loyd. A livello di ambizioni di squadra resta un mistero il suo trasferimento estivo da Valencia a Belgrado. Anche in Stella Rossa-Maccabi la guardia americana ha mostrato di quanto talento offensivo sia dotata, segnando 21 punti nonostante l’1/7 al tiro da tre.

Stella Rossa-Maccabi
Stella Rossa-Maccabi: Jordan Loyd ancora protagonista

Ora, una permanenza in una squadra che non ha nemmeno la licenza e quindi la certezza di restare in Euroleague pare veramente improbabile. Noi personalmente ci auguriamo di vederlo in un team ambizioso, che possa portarlo a giocare per il bersaglio grosso. Di certo per ora c’è solo che sarà oggetto del desiderio di mezza Europa.

Stagione 2020/2021: la sconfitta dei Wilbekin e dei James

Ora, una riflessione di ampio respiro sull’Eurolega. La stagione 2020-2021 ci lascerà, comunque vada, un insegnamento fondamentale: i giocatori come Scottie Wilbekin o Mike James – “playmaker” che giocano prima di tutto per la conclusione personale, spesso esagerando, anche in ragione di un carattere difficile – non possono guidare squadre che ambiscano alla vittoria dell’Eurolega, nonostante lo spropositato talento a disposizione.

Sentenza pesante, certo. Ovviamente la stagione di James, individualmente, è di altro spessore rispetto a quella di Wilbekin. Ma la verità è che il Maccabi ha fallito, spesso perdendo in volata, anche a causa delle pessime scelte del proprio play; e il CSKA si è sbarazzato di James, testa troppo calda per stare in una logica di squadra vincente. L’individualismo alla fine non può pagare in Eurolega. Dopo Colonia ci sarà comunque una certezza: una pietra tombale sui giocatori alla Wilbekin o alla James.

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