Lopez-Arostegui, l’ultimo gioiello di casa Badalona 2021

Le origini e la storia di Xabi Lopez-Arostegui. Un altro gioiello della cantera di Badalona. Un uomo pronto al grande salto

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Questa settimana facciamo una deviazione rispetto al consueto appuntamento con Liga Endesa dalla A alla Z per parlarvi di Xabi Lopez-Arostegui, l’ultimo gioiellino prodotto dalla sempre florida cantera del Joventud Badalona.

Protagonista anche ieri sera di una prestazione sopra le righe contro la Virtus, Lopez-Arostegui è senza dubbio uno dei talenti emergenti maggiormente in vista nella 7DAYS Eurocup. Competizione in cui si sta mettendo in luce come punto di riferimento della Badalona allenata da Carles Duran, ottenendo 26 minuti di media sul parquet per una delle principali outsiders del torneo.

Giocatore di 2 metri che può indistintamente ricoprire i ruoli di guardia e ala piccola, brilla in primis per una intelligenza cestistica superiore alla media dei giocatori della sua età (23 anni). Soprattutto quando deve tagliare dal lato debole, individuando spesso il timing perfetto per rendersi disponibile e pericoloso lontano dalla palla. Un’autentica manna dal cielo per due playmaker piuttosto estrosi, amanti della giocata ad alto coefficiente di difficoltà, come Ferran Bassas e Nenad Dimitrijevic.

Riconosciuto dagli addetti ai lavori come un gran lavoratore, come vedremo in seguito, Lopez-Arostegui ha mostrato un notevole progresso al tiro in questa stagione. Guardando ai dati in Liga Endesa, per esempio, si nota come le sue cifre siano cresciute in maniera esponenziale rispetto allo scorso anno. Dai 7.8 punti della 2019-20 ai 13.6 della 2020-21, frutto del passaggio dal 45,8% da 2 al 56% attuale e dal 33,3% al 41,2% nelle triple. Senza dimenticare i 5.2 rimbalzi e il 15.8 di valutazione, anche questi dati al rialzo. Con anche il merito di essere il secondo miglior realizzatore spagnolo, alle spalle del solo Nikola Mirotic (14.4 punti a gara).

Particolare ulteriore non da poco, Lopez-Arostegui non è decisamente il giocatore che gli allenatori manderebbero in lunetta in un finale di partita tirato. In Eurocup ha messo insieme un notevole 51/59 finora, ma è in ACB che sta facendo addirittura la storia. Infatti, è il re della linea della carità, con un 94/97 che gli vale il 96,9%. Praticamente infallibile. Già così entrerebbe nella Top 10 all-time del campionato spagnolo in singola stagione. Sarebbe, peraltro, il giocatore con il maggior numero di tentativi. Sinonimo di totale affidabilità.

Lopez-Arostegui, Liga Endesa | Eurodevotion
Xabi Lopez-Arostegui concentrato sulla routine dai 4,60 metri

Siamo alle prese con un giocatore ormai definitivamente in rampa di lancio. Con tanto di interessamenti da parte dei top club iberici. Valencia, Baskonia e Real hanno già sondato il terreno per un atleta con contratto in scadenza nel 2022. Le intenzioni del club catalano sono piuttosto chiare in merito. Jordi Martì, direttore sportivo della società verdinegra, lo ha definito “uno dei giocatori la cui presenza deve diventare stabile nel club. Dovremo fare tutto il possibile affinchè Xabi sia l’uomo-copertina di un progetto europeo consolidato, nel quale la Penya sia nuovamente in grado di competere per numerosi traguardi”

Che il suo futuro sia al Prat o altrove, anche Xabi ha le idee piuttosto chiare di se stesso e degli aspetti sui quali lavorare.

Mi piacerebbe avere ancora più soluzioni. Giocare più pick and roll e situazioni con la palla in mano. Mi renderebbero un giocatore completo. Poi vorrei lavorare ancora più forte sul mio tiro, aspetto basilare, e sul fisico perchè è fondamentale per poter giocare ad alto livello

Lopez-Arostegui: le origini

In questo spazio, però, vogliamo raccontarvi anche le origini di Xabi Lopez-Arostegui. A questo proposito, viene in nostro soccorso il bel profilo che gli è stato appena dedicato dalla Liga Endesa, a firma Alvaro Paricio. Il titolo è eloquente di per sè. Una questione di tempo. Prima che questo scricciolo nato a Getxo, comune di quasi 80000 abitanti appena fuori Bilbao, nella regione di Bizkaia, prendesse consapevolezza della propria passione per la pallacanestro e si rivelasse per quel che è. Un talento puro.

Come spesso capita, è partito tutto dal campetto sotto casa. Teatro di sfide senza esclusioni di colpi con il fratello maggiore Jon, di 3 anni più grande di lui, e il padre Rafael. “Giocavamo insieme a mio padre e chiaramente approfittava dell’essere più grande quando si decideva la partita. Usava dei trucchetti per vincere però, con il passare degli anni, io e mio fratello diventavamo più competitivi e rispondevamo a tono”

Proprio per “merito” del fratello arrivò il momento della prima partita vera.

Mancava un giocatore alla squadra avversaria di quella di mio fratello. Fecero un piccolo imbroglio pur di poter inserirmi e farmi giocare contro di lui

Fu così che Xabi trascorse gli anni della sua infanzia dividendosi tra la scuola, al Colegio Claret Askartza di Leioa, e la pallacanestro nel locale Club Baloncesto Getxo.

Come ricorda l’atleta stesso, fin da subito fu noto a molti che aveva le movenze del giocatore vero, con un buon tiro e capace di giocare 1vs1. Un talento in grado di convivere in maniera proficua nel gruppo e di guidarlo alla partecipazione al Campeonato Infantil de España del 2011.

Lopez-Arostegui, Getxo | Eurodevotion
Un Lopez-Arostegui bambino con la maglia della sua primissima squadra

Il primo incontro con Badalona

Un passaggio decisivo nella sua vita. Qui ritorna la figura precedentemente citata di Jordi Martì. Allora osservatore del Joventut Badalona, visionò attentamente questo ragazzino nella rassegna che si tenne a Lanzarote e si convinse definitivamente: “questo è un giocatore da Penya”. Unico ostacolo l’Estudiantes che, oltre a essere finalista di quel torneo proprio insieme a Badalona, decise di formulare la propria offerta, iscrivendosi alla corsa per questo campioncino in erba.

Ciò che Lopez-Arostegui non sapeva è che Badalona gli teneva gli occhi addosso fin da inizio anno. Ben prima di invitare lui e il padre a visitare sede e infrastrutture del club a Marzo. Fatto sta che il conjunto verdinegro è sempre stata la prima scelta per Xabi e la sua famiglia. Così potè celebrarsi un matrimonio che segnerà in maniera totalizzante la sua vita, professionale e non.

Fu un momento speciale che mi ricordo perfettamente. Stavamo cenando e, a un certo punto, i miei genitori mi dissero di chiudere gli occhi. Mi mostrarono il cartellino che ci aveva mandato Jordi Martì. Mi raccontarono tutto del loro incontro con lui, di ciò che si dissero, e rimasi disorientato, meravigliato

Entrava in una cantera con pochi eguali in Spagna e non solo, in grado di allevare giocatori di assoluto spessore come Rudy Fernandez, Ricky Rubio e Alberto Abalde solamente in tempi recenti. Probabilmente non avrebbe potuto nemmeno immaginare che non sarebbe stato lì solamente di passaggio.

Lopez-Arostegui, cantera Badalona | Eurodevotion

Fatto sta che sembrava filare tutto liscio. I primi passi nelle giovanili di Badalona furono assolutamente convincenti. Tanto che le aspettative sul suo conto si fecero subito molto alte e la chiamata della Nazionale non tardò ad arrivare. Era il 2013 e un ancora quattordicenne Lopez-Arostegui fu selezionato per i Campionati Europei U16 da giocare in Ucraina, nella capitale Kiev.

La reputazione che lo accompagnava era di quelle importanti. Al pari della curiosità generale, considerata la sua giovane età. Zero dubbi fin dalle amichevoli di preparazione. Questo è un leader e si erge a capo di una rappresentativa che annoverava diversi ragazzini che, oggi, si sono costruiti una carriera in Liga Endesa. Parliamo soprattutto di Sergi Garcia (MoraBanc Andorra), Santi Yusta (prodotto della Cantera del Real, oggi al Lenovo Tenerife) e Jonathan Barreiro (Casademont Zaragoza). Quest’ultimo poi assente poco prima di partire.

Una selezione che somigliava a un rullo compressore e che vinceva i tornei di preparazione in scioltezza. Tranne quello della settimana antecedente al debutto, nel quale la Spagna perse tutte le partite, lasciando un tarlo nella testa dei ragazzi. Spazzato via immediatamente con una campagna trionfale fino al titolo. Con un Lopez-Arostegui da 12 punti, 5 rimbalzi e 3.3 assist a partita.

Soprattutto, uomo della provvidenza nei momenti decisivi. Come nei quarti di finale contro la Croazia, sotterrata dai suoi 21 punti e dalle sue 6 triple. Oppure in una finale da 14 punti, 7 rimbalzi e 4 assist. “Un torneo spartiacque. Ci fu un prima e un dopo per me. Mi servì per rendermi conto che ero in grado di competere contro giocatori di buon livello in Europa” sottolineerà poi a riguardo.

Certamente di tenore non inferiore al suo rendimento il parere che offre Josè Ignacio Hernandez. CT di quella squadra e oggi di nuovo a stretto contatto con Lopez-Arostegui, in qualità di direttore sportivo della FEB, la federazione spagnola di basket.

In quell’Europeo iniziò a dimostrare le sue qualità e riuscì a essere una guida per la squadra nei momenti importanti, specialmente nelle partite decisive che ci aiutarono a vincere contro Nazionali molto forti. Oggi è un giocatore in costante crescita e che sta acquisendo sempre più fiducia, grazie alle responsabilità che gli dà il club e alle quali sta rispondendo in maniera positiva. Il suo pregio più grande è la sua capacità di lavorare, la sua costanza nel porsi obiettivi sempre nuovi, impegnandosi a raggiungerli.

Le premesse per la sua carriera si fecero sempre più interessanti. Era sempre più un osservato speciale e questa condizione avrebbe potuto portare pressioni extra. Il modo in cui Lopez-Arostegui parla di quel periodo la dice lunga sulla personalità che trasferisce sul parquet.

“Quando sei giovane, la gente ti racconta un sacco di cose e tu pensi che possa andare tutto bene. Però non ritengo che sia possibile parlare veramente di pressione. Da piccolo ti diverti, le cose si mettono bene e questo ti aiuta a pensare che si stiano avvicinando obiettivi che, inizialmente, sembravano lontani. Poi si cresce e si inizia a fare sul serio. E’ un processo di cambiamento mentale, ma non ho sentito la pressione esterna. Più che altro, è la pressione che uno pone su stesso per fare tutto per bene e migliorare anno dopo anno

Con questa auto-disciplina, Lopez-Arostegui fa la conoscenza del mondo del professionismo. Passando dalla LEB Oro (il secondo campionato spagnolo) nella stagione 2015-16, con la maglia del CB Prat, affiliata al Badalona. Un’esperienza che fu una grande sfida dal punto di vista mentale e, soprattutto, fisica su un corpo non ancora pienamente sviluppato. Utile come forma di apprendimento e autocritica.

Dividendosi con gli allenamenti in prima squadra. Altro corso intensivo alla cattedra dei veterani Albert Sabat e Sergi Vidal, i suoi primi punti di riferimento nel mondo Badalona ad alto livello. Fino alla grande occasione. Il debutto in Liga niente meno che a Madrid, contro il Real, il 11 Maggio 2017.

Quella stagione fu difficile per la squadra. Lottavamo per non retrocedere e la salvezza arrivò a tre giornate dalla fine del campionato. Per cui andavamo a Madrid, per l’ultimo turno, con alcuni titolari che avrebbero riposato. Io sapevo che avrei giocato come premio di un anno intero passato ad allenarmi con loro. Però, quella settimana mi feci male alla schiena ed ero teso.

L’opportunità era troppo grande per fermarsi davanti al dolore. Furono, probabilmente, i 15 minuti indimenticabili nella vita di Xabi Lopez-Arostegui.

Diego Ocampo mi mandò in campo a difendere su Llull e Doncic. Il tipico scotto del noviziato da pagare quando sei alle prime armi. Soffrii abbastanza, in alcuni istanti ero proprio con la lingua di fuori, ma me lo ricorderò per sempre perchè fu un momento speciale

Per sua fortuna, quelli di Madrid non furono 15 minuti di celebrità effimera, per dirla alla maniera di Andy Warhol. Lopez-Arostegui diventa parte integrante della squadra. Maturando attraverso i momenti difficili, come gli infortuni e una stagione 2017-18 in cui la retrocessione fu spettro sempre più concreto, prima di una ultima parte di campionato al limite del miracoloso. Così come godendo della fiducia incondizionata che solo Badalona sa infondere sui propri giovani.

Attributi di stima che Xabi iniziò a ripagare l’anno successivo, in una stagione sorprendente in cui lui continuò ad accumulare esperienza mentre la squadra si qualificò sia alla Copa del Rey che ai Playoff di Liga. Fino ad arrivare al presente. Alla stagione della consacrazione di un uomo pronto al grande salto. Non solo per la qualità che sta esprimendo sul parquet, ma anche per quella delle sue riflessioni quando viene invitato a tirare una riga e fare un bilancio del suo percorso decennale all’interno del club

E’ stato tutto un processo iniziato quando sono arrivato qui. Se c’è una cosa che sanno fare bene alla Penya è formare giocatori. Non credo ci sia stato l’anno dell’esplosione. Sono migliorato piano piano. Un anno mancava un dettaglio, quello dopo aggiungevo qualcosa. Ogni stagione ho cercato di consolidare ciò che di buono avevo fatto bene l’anno passato per poi ampliare il mio bagaglio per essere un giocatore più completo

Quando ci fu la prima riunione tra me, mio padre e Jordì Martì, e ci disse che avrebbero provato a fare di me un giocatore da Liga ACB, mi sembrava piuttosto distante il percorso che oggi mi sembra normale. Sono necessari diversi step e sembra un processo naturale, ma non lo è. Vedi molti ragazzi che hanno iniziato il mio stesso cammino e che, teoricamente, potrebbero essere nella mia posizione, ma non lo sono e questo ti fa pensare. Fai i tuoi passi e questi ti aiutano a crederci sempre di più e ad andare avanti per vedere fin dove puoi arrivare e per individuare il limite

Si ringrazia ACB per il materiale fotografico

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