Valencia-Barcellona era gara importantissima, per gli ospiti all’inseguimento del Real e per i padroni di casa che cercavano di raggiungere il treno delle prima 4 di Liga.
Alla Fonteta va in scena una sfida tra due delle squadre più calde di tutta la Liga. 12W consecutive per il Barça e striscia da 13/2, dopo l’iniziale balbettante 4/6, per i “taronja”, reduci dalla pessima caduta di San Sebastian ma anche l’ultima squadra ad aver sconfitto i “blaugrana” in patria il primo giorno di dicembre.
La partita dice quello che sta già dicendo l’Eurolega, ovvero che il Barcellona è oggi la miglior squadra d’Europa e che Valencia sembra sempre mancare di qualcosa quando c’è da giocarsi la posta più alta. Il 64-80 esprime alla perfezione i valori delle due squadre.
🎦 HIGHLIGHTS
— Barça Basket (@FCBbasket) March 21, 2021
✅ @valenciabasket 64-80 Barça
💪Gran victòria per tancar una setmana molt sòlida pic.twitter.com/grcDb32QDp
DIFESA BLAUGRANA
Basta guardare questa settimana per capire meglio. 14,15,18 e 17 i punti concessi in ogni quarto a Valencia. 12,17, 15 e 12 quelli a Milano venerdì sera. 13, 19, 19 e 4 quelli che ha potuto realizzare Malaga nella gara di Liga di martedì scorso. I punti subiti non sono il dato determinante per capire se stai difendendo bene o meno, ma quando i numeri sono così eclatanti dicono moltissimo. 175 concessi in tre gare vogliono dire che fare 60 contro questo Barça è una chimera.
PERSONALITA’ TARONJA
Come spesso accaduto in questa stagione, nonché in generale nella gestione Ponsarnau, Valencia manca di personalità nel momento in cui c’è da imporsi.
La squadra c’è, ha talento, è sufficientemente profonda e completa sui due lati del campo, tuttavia sembra proprio mancare di quella coralità di intenti e di quella solidità che sono necessarie quando l’asticella si alza.
L’impressione, anche ieri, è che quando le cose diventano più complicate, come nel secondo quarto, l’inerzia venga sempre lasciata nella mani avversarie senza colpo ferire.
ALEX ABRINES
7/9 dall’arco è una dato eccezionale, mai però quanto la pulizia di movimento di un tiratore che è poesia. E quella poesia forse è anche nell’animo di un giovane uomo che ha sofferto tanto a livello personale e psicologico, senza la paura di aprirsi al mondo.
Oggi quelli occhi sempre un po’ tristi trasmettono una gioia di essere sul parquet che sembrava persa in passato.
E’ bellissimo per lui, in primis, ma anche per noi che ce lo possiamo godere in tutta la sua classe.
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