Musica dalla Russia a Bologna, l’azzurro di Messina con il coro dei tifosi milanesi

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Musica dalla Russia a Bologna, l’azzurro di Messina con il coro dei tifosi milanesi. Il ritorno di Maurizio Zoppolato dopo un po’ di tempo (troppo?) in cui pensavamo di averne perse le tracce.

Rieccomi. In effetti, solo la minaccia del Direttore di escludermi dalla chat redazionale mi poteva indurre ad un avvicinamento alla tastiera in tempi di smart working. Anche se gli ho ricordato la mia promessa di fare il punto alla fine dell’andata: e considerando il recupero della partita con lo Zenit, tecnicamente il girone di andata di Milano si è concluso giusto da un paio di settimane. Quindi, non sono neanche (troppo) in ritardo, e soprattutto gli ho dimostrato che ho sempre una scusa spendibile.

Dunque, vai con i consueti 5 punti “Eurodevotion style”, influenzati dallo spirito musicale post sanremese.

Back in USSR. Fino alle 18 del 2 marzo, il Khimki stava percorrendo le orme esilaranti/umilianti della Napoli di parecchi anni fa (gestione Maione, per intenderci), o della Virtus Roma 2020: fughe di giocatori, stipendi “dimenticati”, roventi accuse incrociate tra atleti e società, e la tentazione di qualsiasi frequentatore delle minors di proporsi -pagando- pur di poter vantare una presenza a quei livelli, anche solo in panchina (con alcuni amici ci provammo, con Papalia. Giuro). Poi il colpo inatteso della vittoria con il Real Madrid, che ho ovviamente accolto con la sobrietà propria di chi apprezza Rudy Fernandez quanto una estrazione del dente del giudizio senza anestesia.

Piazza Grande. Dinanzi a cotanto scempio, crescono le quotazioni della Virtus Bologna per una ammissione all’Eurolega Social Club, grazie ad una “wild card” anche a prescindere dal suo risultato in Eurocup. E pazienza se ancora non si sa quante, dall’Eurocup, matureranno il diritto di partecipare all’Eurolega l’anno prossimo: una clausola regolamentare chiara come un nostrano DPCM scritto in cirillico comporta che se Valencia andrà ai playoff in Eurolega, allora il posto in Eurolega spetterà solo alla vincente dell’Eurocup; altrimenti, i posti saranno due e accederanno entrambe le finaliste. Il sudoku diabolico applicato al basket, insomma, con buona pace di qualsiasi esigenza di programmazione; di sicuro, per le prossime settimane a Bologna e non solo (sarebbe un gran beneficio per tutti, in Italia) si tiferà per chiunque non provenga dalla terra della paella.

ZZ Top. Zenit, Zalgiris e il top di Mosca. Tre spartiacque, uno personale e due sportivi. 

Quello personale non ha nulla a che vedere con la classifica, con ritrovare Gudaitis, con il risultato. No: immaginate di poter scegliere un regalo importante a fine 2019, e il desiderio cade su un we lungo a San Pietroburgo con annessa partita; ovviamente, cerchiate in rosso sul calendario la data di inizio aprile 2020. 2020, appunto: “Dai, pazienza, quest’anno è andata così, ma vale anche per il 2021”. Ecco.

Milano corsara, tra URSS e Russia

Tra la Lituania e Mosca va invece in scena lo spartiacque sportivo che a Milano si attendeva dal 2014: la vittoria alla Zalgirio Arena, un tempio per la locale fede religiosa nell’arancia a spicchi, sancisce l’accesso di Milano ai playoff. La settimana successiva, l’impresa di Mosca lancia l’Olimpia verso i primi quattro posti: che pesano non per la eventuale gara 5 in casa, dato che il fattore campo senza pubblico avvantaggia quanto avere Bugo come compagno nella serata a coppie; ma per la possibilità di evitare accoppiamenti proibitivi e/o con squadre turche, spesso simpaticamente accompagnate da arbitraggi spiritosissimi (che lo sponsor dell’EL sia la Turkish Airlines è ovviamente solo una coincidenza geografica).

Azzurro. Nella settimana dell’apoteosi, la navigazione milanese è scossa dallo scoop della Gazzetta, evidentemente ispirato da Petrucci in persona: dando per scontato il flop al preolimpico di giugno, spetterà a Messina la panchina della nazionale per Europei 2022 e assalto alle Olimpiadi 2024. L’impressione, anche perché il buon Ettore non è simpatico ma ha fama di persona seria (e soprattutto pare già oberato di impegni nel suo doppio ruolo a Milano), è che ci sia stato solo un “vedremo”, immediatamente sparato in mondovisione da quel disastro in comunicazione del presidente FIP (ricordate “la nazionale più forte di sempre”?). Intanto, per non essere da meno, Draghi ha incaricato Messina di scrivere il Recovery Plan al posto di Mc Kinsey, Letta ha dichiarato che sarà il nuovo coach dei quadri del PD, e Berlusconi gli ha affidato la conduzione di “non è la D’Urso”.

Messina e Petrucci, quale futuro?

Cara ti amo. In quattro giorni di commenti social, l’apoteosi del compassato equilibrio della galassia milanese: dalla disperazione per i troppi minuti in campo contro Trento di Punter (29’) e di Shields (31’), alla euforia per la loro prova 4 giorni dopo; senza neppure “passare dal via” del dubbio che forse -forse- Messina sceglie valutando rischi e benefici. Del resto, dopo aver vinto a Madrid, a Mosca e due volte a Istanbul, c’è ancora chi soffre per aver perso contro il Panathinaikos; e preghiamo tutti che non accada anche al ritorno ad Oaka, altrimenti all’Olimpia toccherà vincere le final four, per sedare i lamenti.

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