Le triple spianano la strada alla Stella Rossa nel round 29 di Eurolega

Decisive le triple del quarto periodo nel 92-81 finale che premia la Stella Rossa nello scontro tra deluse contro il Khimki

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Stella Rossa-Khimki non rimarrà una delle sfide da ricordare della stagione, ma è utile ai serbi per ritrovare la vittoria in Turkish Airlines Euroleague, grazie alle triple del quarto periodo.

Finisce 92-81 alla Alexsandar Nikolic Hall di Belgrado. Tornano a gioire i ragazzi di Dejan Radonjic, dopo l’ultimo successo a Madrid il 18 gennaio, nel round 19 di Eurolega. Il Khimki, che aveva interrotto la sua striscia negativa contro il Real proprio come i biancorossi, non riesce a fare un passo avanti per evitare di essere ricordato come la peggior squadra nella storia del Torneo.

Entriamo subito nel merito della sfida tra Stella Rossa e Khimki nei 5 punti di Eurodevotion

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I canestri dal campo realizzati dalla Stella Rossa in un primo quarto a dir poco complicato. Da 8 punti realizzati e da 0/2 dalla lunetta, a peggiorare il quadro della situazione. Altrettanti i marcatori: Jordan Loyd, Dejan Davidovac, Landry Nnoko.

I primi due colpiscono con le triple, l’ultimo chiudendo il pick and roll. La cosa peggiore è che il canestro di Nnoko è l’unico realizzato dentro l’area, su 9 tentativi. La Stella Rossa non riesce a dare profondità a un gioco senza alternative e legato a doppio filo alla propria perimetralità.

Triple create dal palleggio, principalmente da Loyd e Walden, oppure frutto di scarichi degli stessi protagonisti dopo aver battuto il proprio uomo e attirato l’aiuto difensivo. Con Marko Simonovic come primo destinatario dell’assistenza. Davvero poco altro nell’attacco dei belgradesi.

Non che dalla parte russa si assista al basket champagne. Gli ospiti, infatti, non approfittano a dovere dei ripetuti omaggi dell’avversario e mancano l’opportunità di dare subito un’impronta chiara alla partita. Pesa lo 0/7 da 3, solo in parte compensato dal 5/8 dentro i 6,75. Quasi esclusivamente dovuto al dominio di Jordan Mickey.

Jordan Mickey-Errick McCollum: i gemelli del canestro

Jordan Mickey è diventato il faro del Khimki da quando si è fermato Alexey Shved. Ovvero dalla partita del Forum contro l’Olimpia Milano. La geografia dell’attacco moscovita si è spostato dalla zona tra i 7 e i 10 metri, terreno di caccia del fenomeno russo, al post-alto.

In un sistema che sembra non riuscire a concepirsi con una forma di collettività, non si può nemmeno biasimare Coach Andrei Maltsev, alla luce del periodo di forma scintillante del suo numero 55. I dati relativi alle ultime 5 prestazioni dell’americano parlano chiaro. 21.8 punti di media e 44/70 da 2 (62,9%). Compreso il career-high da 29 punti siglato contro l’Alba Berlino nel turno precedente.

La partita di ieri sera ne ha confermato tanto la sovraesposizione (23 tiri tentati in 36 minuti) quanto la sua efficacia e centralità assoluta. 27 punti (con 13 conclusioni a segno), 7 rimbalzi e 24 di PIR il tabellino di un giocatore che, ormai, porta sempre la pagnotta a casa.

Il problema è che solamente Errick McCollum gli è andato dietro in una serata in cui, a un tratto, sembrava non poter sbagliare. Come quando il lob per innescare Mickey nel pitturato ha finito per diventare un incredibile long two con una mano.

29 punti, 7 rimbalzi, 6 assist, 7 falli subiti e 33 di PIR le dimensioni di un losing effort tanto apprezzabile quanto vano.

Stella Rossa: la Nikolic si trasforma in un poligono di tiro

Se è vero che le partite vengono sempre più decise dal perimetro, anche per una questione di condizionamento delle difese, Stella Rossa-Khimki non ha fatto eccezione. Specialmente in una serata in cui i serbi sono andati sotto a rimbalzo, hanno tirato malissimo da 2 (9/28, pari al 32,1%) e non hanno convertito al meglio i 35 (!) tiri liberi conquistati.

I padroni di casa, infatti, la vincono essenzialmente con le triple. Lo stupefacente 16/23 finale ha fatto tutta la differenza del mondo ed è anche la seconda prestazione realizzativa della storia del club. Meglio solamente le 17 triple fatte grandinare sul canestro del Real nel dicembre 2017. Il 69,6% di conversione, però, è la miglior percentuale di sempre per il club.

Dejan Davidovac: il protagonista che non ti aspetti

Per ribaltare una partita condotta dal Khimki per i primi 29 minuti, ci voleva qualcosa di speciale per la Stella Rossa. Qualcosa che uscisse dall’ordinario legato alle giocate estemporanee di Jordan Loyd. Ovvero il passo avanti da un protagonista inatteso.

Ed ecco che, entrando nell’ultima frazione, Dejan Davidovac suona la carica per i suoi. L’ala serba non si limita ad aiutare la squadra a chiudere un gap che aveva raggiunto anche la doppia cifra, ma incide fattivamente sul parziale di 18-2 che spacca in due il confronto negli ultimi 10 minuti.

Il numero 7 conclude una serata perfetta da 16 punti con 2/2 da due e 4/4 nelle triple. Il modo migliore per abbattere la barriera dei 500 punti realizzati in Eurolega.

Triple Jordan Loyd, Eurolega | Eurodevotion

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Questo il numero delle sconfitte consecutive della Stella Rossa prima di ieri sera, ma non solo. Questo è stato anche l’ottavo confronto tra le due squadre in Eurolega. Con questa vittoria, i serbi si avvicinano: ora il Khimki conduce 5-3 nei precedenti.

La particolarità è legata alle 7 vittorie ottenute dalla squadra ospitante. L’unico successo in trasferta resta il 79-70 del Khimki nel gennaio 2018. Lontano nel tempo ormai, così come inizia a essere molto distante l’ultimo referto rosa della squadra di Maltsev al di fuori dell’Arena Mytishchi.

Bisogna tornare al round 9, quando i ragazzi in blu furono corsari 88-83 in quel di San Pietroburgo nel derby russo contro lo Zenit. Sarà difficile invertire la tendenza concedendo 92 punti come ieri sera. Passivo peraltro in piena linea con la media stagionale di 90.8, che fa del Khimki la peggior difesa. Ovvero 7.1 punti più della penultima nella graduatoria specifica.

Almeno prima della palla a due dell’Aleksandar Nikolic Hall. Dopo la partita di ieri sera, il dato potrebbe essere addirittura peggiorato. Non ci sarebbe alcuna sorpresa, in una stagione in cui i russi sembrano non poter avere nemmeno un fondo da toccare, ma solamente abissi in cui sprofondare, in balia di se stessi.

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