Olimpia Milano, i rimbalzi e Tarczewski dopo il Fenerbahçe

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Olimpia Milano, i problemi a rimbalzo e quelli legati al rendimento di Kaleb Tarczewski tornano di grande attualità dopo la sconfitta col Fenerbahçe.

La sconfitta di ieri sera contro il Fenerbahçe, che non rappresenta certo alcun dramma in una stagione del tutto positiva sinora, ha riaperto il dibattito su due temi fondamentali per i biancorossi: i problemi a rimbalzo ed il rendimento di Kaleb Tarczewski.

Dopo la gara persa lunedì scorso in casa dello Zenit, diretta concorrente per i quartieri alti di Eurolega, Coach Gamba si è espresso così sul pivot di origini polacche.

«Manca esattamente quello che ha garantito Gudaitis allo Zenit ieri sera, e il lituano noi lo conosciamo bene».

«Manca, in fin dei conti, ancora una volta l’apporto di Tarczewski: che già sparisce dalla partita troppo presto, visto che va a sedersi in panchina con due falli dopo 1 minuto e 13 secondi, e poi non riuscirà mai a rientrarci, nemmeno dando una mano a rimbalzo ai compagni, con il solo Hines a dar battaglia a tutti».

«Purtroppo, sul buon Kaleb l’Olimpia non può mai fare affidamento al 100%. Ad alto livello è un buco che non puoi permetterti. Speriamo che questo Evans riesca a dare il contributo di atletismo che tutti sperano».

Non conta nulla il fatto che si sia perfettamente d’accordo con il Coach, ritenendo il centro americano non all’altezza del livello alto di Eurolega, quanto sono invece importanti i numeri che siamo andati a cercare.

Nelle gare contro Fenerbahçe, Cska, Efes, Barcellona e Zenit, ovvero le squadre ad oggi maggiormente accreditate tra quelle che occupano i primi otto posti insieme a Milano (non ce ne voglia né il sorprendente Bayern di Trinchieri, né il Real attualmente distrutto dagli infortuni) il record milanese è 3 W e 4 L. Mancano ancora le sfide casalinghe con Barça ed Efes nonché la trasferta di Mosca per completare le 10 gare con queste rivali.

In queste 7 partite disputate l’Olimpia ha raccolto 193 rimbalzi, a media 27,57, e ne ha concessi 251, media 35,85: in pratica ai rivali sono stati garantiti 8 e più palloni a serata. Sono in casa del Fenerbahçe (32/29) e nella gara del Forum con lo Zenit si è avuta numerica supremazia sotto le plance.

Tarczewski e Gudaitis, ex compagni a Milano

Kaleb Tarczewski, utilizzato per un totale di 100 minuti e 17 secondi, quindi poco più di 14 minuti a gara, ha raccolto in tutto 10 rimbalzi, 1,42 ad allacciata di scarpe, ovvero un rimbalzo ogni 10 minuti di gioco. Il fatto che il giocatore sia titolare di una media di 3 rimbalzi a gara dimostra abbastanza chiaramente che le sue prove migliori, almeno statisticamente, sono giunte contro avversari di livello tecnicamente inferiore. Sono abbastanza clamorose in negativo prove come quelle contro Efes, Cska e Barcellona: nelle prime 2 i rimbalzi sono stati pari a… 0, contro i catalani 1. Il tutto in 43′ di utilizzo.

Nelle stesse gare prese in esame il giocatore ha segnato 17 punti e commesso 17 falli.

Questi sono numeri, e come tali non si discutono. Possono essere analizzati da diverse prospettive, tuttavia tali sono e tali restano, almeno sino ad oggi.

Milano contro le squadre più forti è andata sotto a rimbalzo, a volte anche pesantemente come accaduto con Cska e Fener. La squadra di Messina ha tante splendide caratteristiche che sono state spesso in grado di coprire una falla che c’è, ma che in alcune occasioni diventa una voragine.

Quel problema a rimbalzo deriva certamente da una situazione generale di stazza, muscolatura e atletismo che fa un po’ difetto nei confronti di diverse avversarie, ma non può certamente essere estranea all’impatto di Tarczewski.

Il “polacco” si è dimostrato troppo spesso, praticamente sempre, incapace di gestirsi e di entrare in partita se non per sporadiche giocate che non hanno mi avuto continuità nell’intera gara. Se mai la nostra fosse un’opinione presa scarsamente in considerazione, beh, allora basta guardare all’utilizzo che fa del giocatore proprio Coach Messina. Quando conta, come dice anche Gamba, sta seduto perchè non ci si può appoggiare a lui.

Falli inutili, errori marchiani in difesa e la totale incapacità di imporre la propria stazza ed il proprio atletismo anche in occasione di “mismatch” favorevolissimi, a causa di una tecnica che resta assai deficitaria. Ha fatto scalpore recentemente una situazione in cui, spalle a canestro marcato da Pangos, che gli rende 27cm e 29kg, il giocatore non è stato in grado di rimanere in area, facendosi spostare per un improbabile tiro dalla media che non gli appartiene.

In una gara in cui l’avversario si presenta con due lunghi veri, tra Vesely, Duverioglu e O’Quinn sempre in campo, deve arrivare necessariamente un contributo ed un aiuto a Kyle Hines, splendido campione che però può soffrire queste situazioni: se non accade la squadra soffre terribilmente e dove soffre di più lo si vede in modo palese.

Va detto che è verissimo che i lunghi abbiano margini di miglioramento anche più avanti con gli anni. Un esempio potrebbe essere per KT quello di Othello Hunter. L’atleta 28enne visto nella finale contro Milano in maglia MPS non era certo il giocatore che ha poi vestito la maglia di Olympiacos, Real, Cska e Maccabi in una crescita esponenziale da ogni punto di vista che lo ha portato a sollevare il trofeo più importante da 33enne a Vitoria. E Kaleb oggi ha 28 anni, proprio l’età di Othello in versione senese.

Chi lo conosce ne parla come di un ragazzo a modo, sensibile e lavoratore serissimo: il tempo non è scaduto per lui, ci mancherebbe, tuttavia un’Olimpia costruita per vincere oggi, con i top player ben avanti con l’età, può aspettare ancora di averlo ad un livello accettabile nelle gare che contano? E’ una grande domanda a cui possono risponder in due: il Coach ed il giocatore.

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alberto marzagalia

Due certezze nella vita. La pallacanestro e gli allenatori di pallacanestro. Quelli di Eurolega su tutti.
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