Round 26: troppo Baskonia per una Stella Rossa decimata

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Tutto facile per il Baskonia di Dusko Ivanovic che nella ventiseiesima giornata di Eurolega si impone sulla Stella Rossa per 87-67, cogliendo così la quarta vittoria consecutiva e portandosi a 4 punti dalla zona playoff. Per i baschi da sottolineare il career high da 20 punti di Fall, che ha banchettato contro una squadra con il solo Ognjen Kuzmic come centro di ruolo disponibile. I serbi, dopo un buon inizio di stagione, restano al penultimo posto della graduatoria. Andiamo ad analizzare la partita attraverso i 5 punti di Eurodevotion.

La “monotonia” utile dell’attacco basco

Ivanovic è da sempre un allenatore che bada alla sostanza, senza inventare nulla di speciale ma cercando il modo più facile e diretto per fare canestro: a da sé che il piano partita è dalla palla due fino alla sirena finale è quello di servire palla sotto. Fall già nel primo quarto si dimostra gigante in mezzo ai bambini, costringendo Kuzmic a due falli fulminei e poi giocando letteralmente sopra la testa del malcapitato Jagodic-Kuridza. Il senegalese realizza 8 punti nei primi 10 minuti con un pazzesco 12 di valutazione, indirizzando la partita sin dalle prime battute, nonostante qualche fiammata personale di Loyd provi a tenere a contatto gli ospiti. Le cose non cambieranno nemmeno con l’ingresso di Jekiri, fisicamente troppo dominante a sotto canestro per i diretti rivali: chiuderà con 8 punti 4 rimbalzi in 17 minuti

La fuga con il tiro da fuori

Tanto immediato è il game plan di Ivanovic, tanto consequenziali diventano gli adattamenti contro una difesa serba che non ha altra soluzione che collassare in area con gli esterni per aiutare in area i propri lunghi, sfidando quindi al tiro da fuori il Baskonia. L’idea ci può anche stare, perchè i baschi nel primo tempo tirano poco e male da tre (1/6), ma i metri di spazio creati dai raddoppi quasi ossessivi su Fall e Jekiri lasciano praterie infinite a Peters e soci, che tirano 7/17 nei due quarti finali. L’ex Suns si dimostra tiratore affidabile con il 3/7 dalla distanza cui aggiunge 5 rimbalzi e 5 assist, ben coaudiuvato da un Rokas Giedraitis come sempre silenzioso ma efficace, autore di 14 punti.

L’orgoglio dei serbi

Nonostante una partita già scontata sin dalla prima contesa, i serbi dimostrano di non mollare mai la partita con la testa e dopo essere crollati fino al -24 nel terzo quarto (61-37), riescono a rientrare con un parziale di 18-8 caratterizzato dalla grande collaborazione a rimbalzo, dalle incursioni di Walden e dal talento di Loyd: i due USA nonostante l’evidente situazione di difficoltà dimostrano di tenere profondamente alla causa e giocano una partita da veri leader, cercando di tenere li per tutti i 40 minuti i propri compagni di squadra. Da questo trae sicuramente giovamento il giovane play Uskokovic, partito titolare e protagonista di una gara discreta: non è certamente un difensore del livello di Langston Hall, ma ha buona personalità per poter diventare nel tempo un giocatore affidabile.

La grande differenza con il Khimki

Quanto detto sopra segna la grande differenza con un’altra squadra a pezzi, vale a dire il Khimki: se i russi ormai regalano i due punti all’avversario di turno senza neanche provarci, la Stella Rossa dimostra almeno di voler competere fino in fondo dando un senso alla partecipazione all’Eurolega. Stiamo parlando d’altronde di una formazione che è andata a vincere al Forum contro un’Olimpia ormai a ridosso dei primi posti, e più in generale di una squadra che sia sotto la guida di Obradovic che quella di Radonjic ha giocato a viso aperto contro chiunque.

Le possibilità del Baskonia

Il bilancio stagionale degli uomini di Ivanovic dopo la partita di stasera recita un record 13 vittorie e 13 sconfitte, che vale il momentaneo undicesimo posto, facendone formalmente ancora una concorrente per la post season. La filosofia di gioco è chiara, il Baskonia è una squadra costruita su concetti semplici, con giocatori funzionali atti a favorire la palla in post e lo scarico per la tripla ad uno dei tanti tiratori e per questo sempre difficile da affrontare. Le ultime otto partite la metteranno di fronte a 5 delle prime 7 in classifica, fra cui Barcellona, Milano ed Efes, forse le tre migliori in circolazione in questo momento: l’impresa è difficile, ma i baschi hanno il destino nelle proprie mani. E Ivanovic non è uno che si tira indietro facilmente.

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